martedì 19 giugno 2012

Care Poste Italiane...


Ci stiamo rendendo conto, qui a Milanau, che sempre più spesso sul nostro blog parliamo di cose che non vanno per il verso giusto. Nella paura di apparire come disfattisti a oltranza, vorremmo dunque cambiare rotta e parlare di ciò che invece di questa città ci piace. Dobbiamo dire, a onor del vero, che di materiale e argomenti a questo proposito ne abbiamo in gran quantità, dobbiamo solo scegliere.

Ma ancora per una volta, concedeteci di occuparci di qualcosa che "non ci piace", perché questa storia che vi andiamo a raccontare ci rode dentro da un po' di settimane e non ci lascia dormire sonni tranquilli (tanto per usare un'iperbole).

Dovete sapere che gli uffici postali di via Mazzini sono stati spostati da pochi mesi in una nuova sede - distante poche decine di metri dalla prima – posta in via Paolo da Cannobio. Tanto era tetra e triste la vecchia location, così incassata in una corte circondata da alti palazzi com'era, tanto è colorata e luminosa la nuova, che si affaccia anche sulla larghissima via Albricci.

Quella vetrata che si è rotta

Perché parlare di questo "ordinario" spostamento? Perché mentre venivano montati i mobili della nuova sede, forse a causa di una manovra maldestra degli operai, una delle grandi vetrate che si affacciano sulla via si è rotta. Non si è frantumata – per fortuna, visto che poteva essere pericolosa per i passanti o per chi ci stava lavorando in quel momento – ma si è scheggiata irrimediabilmente.

Sede nuova, lavori ancora in corso, operai già sul posto... viene normale pensare che la vetrata sia stata sostituita in un men che non si dica. E invece no: sul vetro è stata disposta una pellicola adesiva - che ha la funzione di tenere insieme il tutto - che ancora oggi, a settimane dallo spostamento degli uffici nella nuova sede e quindi a settimane dall'inizio della piena operatività degli uffici stessi, è ancora lì, come se fosse il primo giorno.


Degrado, incuria, menefreghismo e anche pericolosità

E qui parte lo sclero. «Ma è possibile una cosa del genere?» è la domanda che ci poniamo. Ma in che posto viviamo? Un mondo in cui un'istituzione simbolo come quella delle Poste – che, non ci dimentichiamo, svolge ormai da qualche anno anche la funzione di ufficio bancario – non si preoccupa per settimane e settimane di sostituire un enorme vetro rotto in una sede nuovissima, lasciando che abbiano il sopravvento concetti come degrado, incuria, menefreghismo e forse anche pericolosità per gli utenti?

Ci fate un favore, care Poste Italiane, ce lo sostituite questo vetro?

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