martedì 29 ottobre 2013

«Scusi, ha visto Mariuccia?»


Una semplice domanda, mentre cammini per strada, nella trafficata via Larga, come al solito frettolosamente.

«Mi scusi, ha visto Mariuccia?». Alzi lo sguardo e vedi un signore sull'ottantina, alto e robusto, dal piglio sicuro, vestito di un elegante loden blu.
Basta però un secondo per elaborare la stranezza della domanda. E per accorgerti che sul capo il signore porta un cappellino improbabile, striminzito e tutto schiacciato da una parte.
Il suo sguardo, poi, a guardarlo bene, non è proprio così sicuro.

«Scusi, ha visto Mariuccia?», mi ripete, mentre mi accorgo che pochi metri avanti una donna straniera, vestita in modo sommesso, lo guarda e gli dice, con tono di rimprovero, di smetterla e di muoversi. E in un attimo i miei pensieri si scuotono, mentre dico un timido «No...» e proseguo per la mia strada.

Che cosa sarà successo a quel signore? Lo immagino persona importante, nel suo passato, con una vita agiata e caratterizzata da una situazione invidiabile, per molti. Grande appartamento in centro, una posizione sicura – forse titolare di uno studio d'avvocati, o forse dirigente di una grande azienda – una famiglia composta da una moglie bellissima e di carattere e da figli, almeno tre, studiosi e pronti a essere lanciati nel mondo che conta.

Lo immagino anche spietato, in certe sue scelte, duro con i propri sottoposti e rigoroso fino alla crudeltà con i suoi cari. Nato prima della guerra, avrà fatto in tempo a vestirsi da Balilla e ad agitare il moschetto di legno nelle grandi adunate? E poi, come avrà vissuto il dopoguerra, la ricostruzione? E gli anni del Boom, l'avranno avuto come protagonista? Avrà fatto il '68? Era già troppo vecchio, probabilmente. E quali strascichi ha lasciato in lui la Milano degli Anni '70, quella degli scontri di piazza, del terrorismo e delle stragi? Avrà fatto studiare i figli in Svizzera? E ci avrà anche portato un po' dei suoi soldi, oltre confine? Sarà passato con tutta probabilità in mezzo a mille difficoltà, a crisi coniugali sventate, a contestazioni subite da parte dei figli, a paure che questi potessero diventare vittime della droga. Avrà dovuto lottare con i denti per mantenere il suo posto nella società, avrà conosciuto migliaia di persone, molte gli saranno state amiche, altrettante (o forse più) si saranno rivelate nemiche.

Avrà visto Milano cambiare, davanti ai suoi occhi. L'avrà vista distruggere interi quartieri per lasciare spazio a nuovi palazzi, e poi soffocare in una morsa di cemento per rispondere alla grande emigrazione degli anni dello sviluppo industriale. Avrà sofferto per il degrado culturale e ambientale che in alcuni momenti storici l'hanno caratterizzata, per la violenza che spesso l'ha attanagliata, per l'ignoranza che a volte l'ha contraddistinta. Ma avrà sempre amato la sua città, considerandola la più bella al mondo, la migliore, quella in cui la gente lavora e non dimentica mai di avere "il coeur in man".

Anche lui... e oggi, eccolo qui, a chiedere «Scusi, ha visto Mariuccia?» con lo sguardo perso, il passo incerto e una donna sconosciuta al suo fianco, che lo comanda come se fosse l'ultimo dei pivelli.


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