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martedì 21 aprile 2020

Coronavirus, il diario da Milano/aprile 2020_3




Diario giornaliero del Coronavirus in Italia e in particolare a Milano, a partire dal Giorno 1, quello che ha fatto registrare la prima vittima dovuta a questa epidemia (era il 21 febbraio 2020).


Settima parte.


Clicca qui per andare al diario da Milano del Coronavirus dal 1° maggio 2020




70° giorno - Giovedì 30 aprile


Tra i tanti cambiamenti che la pandemia ha portato (e porterà anche nel futuro prossimo) c'è anche quello che riguarda la percezione dell'infallibilità di certi Paesi.

Prendiamo il Regno Unito, che all'inizio aveva fatto la voce grossa parlando di immunità di gregge e poi è rientrato nei ranghi con la coda tra le gambe e ora rischia di superarci anche nel triste numero dei decessi. Oppure Francia e Germania, che a fasi alterne hanno mostrato sprezzo per il virus e ora si ritrovano nei piani alti delle classifiche mondiali del contagio.

E prendiamo soprattutto gli Stati Uniti d'America che sono diventati il vero territorio di conquista del Covid-19 e contano ormai più di 1 milione di contagiati e una cifra di morti che ha ormai superato i 60mila (in Italia al momento sono poco meno di 28mila).

Lo si diceva, che con il sistema sanitario statunitense l'approdo del virus sarebbe stato letale. Lì fare un tampone costa migliaia di dollari, in pochi se lo possono permettere e se non hai una forte assicurazione è praticamente impossibile riuscire a farti curare da un qualsiasi ospedale.

Non che la nostra sanità, soprattutto quella della Lombardia, si sia mostrata sempre all'altezza – stiamo parlando del modello organizzativo, non dei singoli operatori sanitari, che hanno fatto tutto il possibile, anzi di più – ma oltreoceano, davvero, la lotta al virus non sta funzionando per niente. E stiamo parlando di una situazione che investe anche le grandi metropoli, addirittura anche New York, non dei tanti luoghi di frontiera che contraddistinguono la realtà territoriale americana.

Poi, siccome si dice che il pesce puzza dalla testa, un presidente come Donald Trump non sembra essere in grado di aiutare il Paese a uscire dalla situazione drammatica, anzi, a volte sembra ricacciarcelo ancor più.

Come quando alla fine di gennaio aveva detto che negli USA era tutto sotto controllo, e all'inizio di aprile aveva ribadito che si trattava di una semplice influenza che con il caldo sarebbe scomparsa da sé.

O come quando che le persone affette da coronavirus possono essere curate con la clorochina – che serve ad abbassare le difese immunitarie e viene utilizzata da chi è affetto da malaria e lupus – quando non esiste alcuna certezza scientifica che lo dimostri. Con il risultato devastante che ora chi ha bisogno davvero di questo medicinale non riesce più a procurarselo.

Oppure quando dice: «...poi c'è il disinfettante che lo ucciderebbe (il virus) in un minuto. C'è un modo per riuscire a fare delle iniezioni, una sorta di pulizia? Potrebbe entrare nei polmoni, sarei interessato ad approfondire...» , frase che ha scatenato una serie di morti di persone che si sono iniettate disinfettanti, tra cui anche candeggina, nelle vene.

Ecco, forse in futuro i nostri punti di riferimento diventeranno altri. All'est del mondo, ad esempio, ci sono nazioni (come la Corea del Sud o il Giappone) che colpite per prime dal Coronavirus, subito dopo la Cina, hanno saputo fare fronte alla diffusione del contagio, sembrerebbe – le verità le scopriremo quando tutto si sarà rimesso in riga – in modo organizzato, silenzioso e quanto mai efficiente.

Ecco i numeri di oggi, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti:

Italia 
  • contagi totali: 205.463 (+1.872) / 203.591 (+2.086) / 201.505 (+2.091) / 199.414 (+1.739)
  • decessi totali: 27.967 (+285) / 27.682 (+323) / 27.359 (+382) / 26.977 (+333)
  • guariti totali: 75.945 (+4.693) / 71.252 (+2.311) / 68.941 (+2.317) / 66.624 (+1.696)
Lombardia
  • contagi totali: 75.732 (+598) / 75.134 (+786) / 74.348 (+869) / 73.479 (+590)
  • decessi totali: 13.772 (+93) / 13.679 (+104) / 13.575 (+126) / 13.449 (+124)
  • guariti totali: 25.749 (+416) / 25.333 (+304) / 25.029 (+440) / 24.589 (+191)
I tamponi effettuati oggi sono stati 68.456 (ieri erano stati 63.827), le persone in terapia intensiva sono ora 1.694 (ieri erano 1.795), le persone in isolamento domiciliare sono 81.708 (ieri erano 83.504).

In Lombardia i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono diventati 605 (ieri erano 634). I tamponi effettuati sono stati 11.048 ben 3.424 in meno rispetto a ieri, che erano stati 14.472

A Milano si sono registrati 56 nuovi contagi (ieri erano stati 86).

La Protezione civile ha interrotto le sue conferenze stampa, che già negli ultimi giorni non erano più quotidiane, perché, come ha sottolineato il capo dipartimento Angelo Borrelli: «È una nuova fase, interrompiamo queste conferenze stampa anche se continueremo a comunicare quotidianamente i dati. I numeri di oggi ci dicono che ci avviamo verso una nuova fase dell'evoluzione dell'emergenza».



69° giorno - Mercoledì 29 aprile 2020

Maledetta bilancia, che ogni giorno indica un peso aumentato. Ho già raggiunto il mio record "ogni tempo", in vita mia non sono mai stato così pesante. Accidenti, da oggi dieta ferrea, mai più noccioline, patatine, birra, cioccolato, merendine e tutte quelle cose che in questi giorni mi sono concesso perché «Almeno questo...». Da oggi o da domani, dopo ci penso bene.

Tra le tante notizie che non vorremmo sentire, in questi giorni, finalmente ce n'è una che ci riempie di gioia e anche un po' di orgoglio: ieri è stato posizionato l'ultimo tratto del ponte di Genova, più o meno un anno e mezzo dopo il tragico crollo che costò la vita a 43 persone.

Tutto molto bello, ma non riusciamo a capire come possa avere accettato, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la folla di tecnici, operai, giornalisti che, tutti vicini l'uno all'altro, hanno ascoltato la sua conferenza stampa sotto le arcate del ponte.

Ci risiamo, era già successo in Lombardia con la presentazione dell'Ospedale (fantasma) di Fiera Milano, ma questa volta, se possibile, la cosa ci sembra ancora più grave.

Sono giorni che si discute di Fase 2, di come riprenderemo gradualmente la vita di tutti i giorni, delle limitazioni che dovremo osservare per evitare che il contagio – che non è mai scomparso, diminuito sì, scomparso no – si diffonda in modo ancor più violento di quanto abbia fatto nelle ultime settimane.

Molto scalpore ha destato la prudenza – eccessiva, per molti – dimostrata dallo stesso presidente del Consiglio in relazione all'esordio della Fase 2, previsto per il 4 maggio. Se anche sarà possibile uscire un po' più di casa, saranno comunque vietati "i party" con gli amici e gli assembramenti anche tra parenti, le chiese saranno ancora chiuse, ai funerali non si potrà essere più di 15 persone...

Tutte limitazioni dolorose e probabilmente inevitabili, suggerite dai tecnici delle task-force messe in campo dallo stesso governo, che rischiano di essere, come ha ammesso lo stesso Conte, impopolari in un momento in cui la gente non vede l'ora di tornare a vivere in mezzo alla gente.

E allora, come puoi pensare di frenare gli inevitabili impulsi sociali e vitali di milioni di persone – in molti casi, oltretutto, dettati dal desiderio di sopravvivenza economica –  se sei protagonista di una situazione come quella di Genova, sapendo che verrà mostrata su tutti i giornali, in tutte le televisioni d'Italia e  del mondo?

Noi siamo qui, in casa, con la bilancia che ogni giorno mostra un peso aumentato e con i capelli che hanno ormai raggiunto limiti toccati solo in gioventù. Ogni volta che ci guardiamo allo specchio vediamo i segni di questi ultimi due mesi di vita forzatamente casalinga. Ma chi se ne frega, il fatto è che questo ci fa venire in mente, inevitabilmente, le tante persone – medici, infermieri, operatori sanitari – sui cui volti e nei cui animi i segni, le cicatrici di questi mesi vissuti in lotta contro la morte resteranno per tutta la vita.

Per tutti noi, ma soprattutto per loro, certe situazioni devono essere evitate, soprattutto da chi chiede e dispone che nei nostri comportamenti ci sia il più assoluto rigore, è così difficile da capire?


Ecco i dati di oggi, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti:

Italia 
  • contagi totali: 203.591 (+2.086) / 201.505 (+2.091) / 199.414 (+1.739) / 197.675 (+2.324)
  • decessi totali: 27.682 (+323) / 27.359 (+382) / 26.977 (+333) / 26.644 (+260)
  • guariti totali: 71.252 (+2.311) / 68.941 (+2.317) / 66.624 (+1.696) / 64.928 (+1.808)
Lombardia
  • contagi totali: 75.134 (+786) / 74.348 (+869) / 73.479 (+590) / 72.889 (+920)
  • decessi totali: 13.679 (+104) / 13.575 (+126) / 13.449 (+124) / 13.325 (+56)
  • guariti totali: 25.333 (+304) / 25.029 (+440) / 24.589 (+191) / 24.398 (+171)
Tamponi effettuati: 63.827 (ieri erano stati 52.272), le persone ricoverate in terapia intensiva sono diventate 1.795, 68 in meno di ieri. Le persone in isolamento domiciliare sono 83.652 (ieri erano 83.619).

Quattro contagi su cinque avvengono nelle cinque regioni d'Italia più colpite, nell'ordine: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Liguria.

Nella sola Lombardia i tamponi effettuati sono stati 14.472 (ieri 8.573), i ricoverati in terapia intensiva sono 634, 21 in meno rispetto a ieri.

A Milano i nuovi positivi sono 86 (ieri 149), in provincia di Milano sono invece 284, 6 in più rispetto a ieri.



68° giorno - Martedì 28 aprile 2020

Ieri il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è venuto a Milano. Tra le tante cose dette nel corso degli incontri con il sindaco Beppe Sala, con il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e con il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, quelle più significative sono:

«Non ci sono le condizioni per tornare alla normalità, ce lo dobbiamo dire in modo chiaro e forte»

«La Fase 2 è quella della convivenza con il virus, non della liberazione»

«Questo governo non cerca consenso, vuole fare le cose giuste, anche se ciò potrebbe scontentare i cittadini»
In queste frasi c'è un riassunto efficace della situazione presente e di quello che ci aspetta nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, nei prossimi mesi.

In Conte c'è la consapevolezza che quella che arriverà sarà la fase più difficile, per tutti noi ma anche per lui. In pochi si ricorderanno, tra 2 anni, come è stata combattuta la diffusione del Coronavirus. Tutti parleranno solamente di come è stata gestita la ripresa alla vita normale, prima attuata gradualmente e in seguito a pieno regime.

I nostri politici e i nostri amministratori si giocano la credibilità a partire dal 4 maggio. Ma questo a noi cittadini, in realtà, interessa solo in parte. Perché il 4 maggio per il "paese reale" – quello che lavora ogni giorno con sacrificio e fatica per raggranellare i quattro soldi necessari a vivere e ad assicurare alla propria famiglia un'esistenza dignitosa – quella data rappresenta l'inizio di un percorso che porterà o meno alla sua sopravvivenza.

Sarà necessario essere tutti all'altezza della situazione, tutti uniti verso un unico obiettivo che, come dice giustamente Conte, potrà forse anche richiedere comportamenti impopolari ma necessari. In questo momento ci servono proprio politici e amministratori che sappiano anche prendere decisioni impopolari (non ci servono invece politici che assecondano gli umori della "pancia" del Paese per aumentare i propri consensi). A patto che, questo è chiaro, oltre che impopolari queste decisioni siano efficaci.

Senza dimenticare un aspetto non secondario, che ci differenzia dalle altre nazioni europee che contano: per noi non sarà sufficiente tornare alla situazione pre-Coronavirus. Non dimentichiamocelo: fino a tre mesi fa la nostra economia faticava a tovare stabilità, la produzione era in forte crisi, il debito pubblico aumentava vertiginosamente, la disoccupazione - soprattutto nei giovani – continuava a salire...

Non è sufficiente tornare a come eravamo prima, serve uno scatto in avanti, che sappia regalare un nuovo volto a questo Paese. Ripartendo da zero forse ce la potremo fare, ma solo se sapremo essere, per una volta, davvero uniti e risoluti.

Chissà se saremo così intelligenti da capirlo.


Ecco i numeri quotidiani, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti:

Italia 
  • contagi totali: 201.505 (+2.091) / 199.414 (+1.739) / 197.675 (+2.324) / 195.351 (+2.357)
  • decessi totali: 27.359 (+382) / 26.977 (+333) / 26.644 (+260) / 26.384 (+415)
  • guariti totali: 68.941 (+2.317) / 66.624 (+1.696) / 64.928 (+1.808) / 63.120 (+2.622)
Lombardia
  • contagi totali: 74.348 (+869) / 73.479 (+590) / 72.889 (+920) / 71.969 (+713)
  • decessi totali: 13.575 (+126) / 13.449 (+124) / 13.325 (+56) / 13.269 (+163)
  • guariti totali: 25.029 (+440) / 24.589 (+191) / 24.398 (+171) / 24.227 (+445)
I tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono 52.272 (ieri erano stati 32.003), le persone in terapia intensiva ora sono 1.863 (ieri erano 1.956). Le persone in isolamento domiciliare sono 83.619 (ieri erano 83.504).

In Lombardia i ricoverati in terapia intensiva sono 655, 25 in meno rispetto a ieri. Sono stati effettuati 8.573 tamponi (ieri 5.053).

A Milano si registrano 149 nuovi contagiati, ieri erano stati 79. In provincia di Milano 278 nuovi casi, ieri l'aumento era stato di 188.

Numeri che, in generale, non fanno pensare che la fine della fase acuta dell'emergenza sia ormai prossima. È vero che gli ospedali sono meno in sofferenza rispetto a prima – e questo è l'aspetto positivo del momento – ma vi ricordate quando attorno alla metà di marzo eravamo arrivati a superare i 300 decessi in un sol giorno? Eravamo disperati e nessuno pensava certo al "liberi tutti"...



67° giorno - Lunedì 27 aprile 2020

Questa nuova settimana si apre all'insegna dell'incertezza. Le parole di ieri sera di Giuseppe Conte, il Presidente del Consiglio che ha raccontato come e quando entreremo nella Fase 2, non ci hanno rassicurati.

Non ci aspettavamo certezze, queste abbiamo capito da tanto tempo che nessuno – nemmeno gli scienziati – le può dare. Ma almeno speravamo ci venisse presentato un quadro più completo e descrittivo della vita che ci aspetterà a partire dal 4 maggio, prima data di "riapertura" e a seguire dal 18 maggio, seconda data citata da Conte.

Al di là dell'esigenza che abbiamo tutti di riprendere l'attività lavorativa a pieno regime – senza dimenticare che molte categorie di lavoratori non hanno mai smesso di lavorare e altrettante hanno addirittura visto raddoppiare se non triplicare la stessa attività – ci interessa sapere che cosa è stato fatto e che cosa verrà fatto per permetterci di vivere il più normale possibile.

Verranno fatti finalmente i tamponi a tappeto? Finora non abbiamo visto un'espansione tale da farci dormire sonni tranquilli. Né a livello nazionale né tantomeno a livello regionale. Il numero rimane più o meno sempre lo stesso e se varia è perché diminuisce. Nessuno ne parla più, se non per rispondere a domande dirette poste dai giornalisti (che sono diventate ormai una rarità anche quelle).

Le mascherine: Conte ha parlato di mascherine a 0,50 euro per tutti. Dove sono? La nostra esperienza di famiglia lombarda: non siamo mai riusciti a trovarne una (una!) di quelle di tipo chirurgico a pagamento. Quelle che abbiamo (quattro, ormai da un mese...) arrivano da un'azienda, dall'inizio dell'emergenza non abbiamo mai avuto la possibilità di acquistarne una (una!).

I test sierologici: sono validi, sono fattibili, sono risolutivi? Ancora si discute di questi aspetti e intanto se ne sente parlare sempre meno, quasi fossero marginali all'attuazione della ripresa.

Siamo nel momento probabilmente più difficile, dall'inizio dell'emergenza per Covid-19, soprattutto dal punto di vista mentale. Dopo due mesi abbondanti di emergenza e quasi due mesi di reclusione forzata non vediamo l'ora di poter tornare a uscire dalle nostre case, abbiamo voglia di rimetterci in pista, di far tornare in movimento gambe e testa.

Ma da una parte vediamo che i numeri di contagi e di decessi faticano a scendere, soprattutto in Lombardia, e quindi ci chiediamo che cosa stiano facendo veramente, al di là delle parole, i nostri governanti per farli tornare prossimi allo zero.

Dall'altra non ci sentiamo garantiti da un governo centrale che sembra rimanere sulla superficie delle questioni senza entrare nel dettaglio delle problematiche (la scuola, i giovani, le famiglie – anche quelle di fatto – spaccate dai confini regionali, le messe ancora negate, il turismo, il commercio, l'app "immuni" che sembra essere scomparsa nel nulla, il rischio di un ritorno dell'epidemia...) e da un governo regionale che, dopo settimane di vuoti proclami, sembra essere sparito dai radar, come se stesse aspettando che altri si vadano a schiantare prima di intervenire con il ruolo (che fatichiamo a riconoscergli) di salvatore della patria.

In tutto questo la nostra unica ancòra di salvezza, in questo momento, sembra essere rappresentata dalla forza che da sempre è in grado di mettere in campo la nostra città. Il Comune di Milano con il documento "Milano 2020. Strategia di adattamento" ha dimostrato di essere pronto a fare la sua parte, per quello che lo riguarda, ridisegnando la città in base alle nuove esigenze.

Non è poco, in questo momento complicato. La nostra speranza è che il Comune e il sindaco Sala riescano a fare sì che la nostra città torni a essere bella, efficiente e funzionale come prima. Anzi – perché no? – ancor più di prima.


Ecco i numeri di oggi, confrontati, come sempre, con quelli dei tre giorni precedenti:

Italia 
  • contagi totali: 199.414 (+1.739) / 197.675 (+2.324) / 195.351 (+2.357) / 192.994 (+3.021)
  • decessi totali: 26.977 (+333) / 26.644 (+260) / 26.384 (+415) / 25.969 (+420)
  • guariti totali: 66.624 (+1.696) / 64.928 (+1.808) / 63.120 (+2.622) / 60.498 (+2.922)
Lombardia
  • contagi totali: 73.479 (+590) / 72.889 (+920) / 71.969 (+713) / 71.256 (+1.092)
  • decessi totali: 13.449 (+124) / 13.325 (+56) / 13.269 (+163) / 13.106 (+166)
  • guariti totali: 24.589 (+191) / 24.398 (+171) / 24.227 (+445) / 23.782 (+430)
In tutta Italia: tamponi effettuati 32.003 (ieri erano 49.916, l'altro ieri 65.387), persone ricoverate in terapia intensiva 1.956 (ieri erano 2.009), non scendevamo sotto le 2mila dal 16 marzo.

In Lombardia: tamponi effettuati 5.053 (ieri 10.857), persone ricoverate in terapia intensiva 680 (ieri erano 706). Anche qui calano i contagi ma tornano a salire i decessi.

In provincia di Milano si sono registrati 188 contagi in più, a Milano sono stati 79 in più.



66° giorno - Domenica 26 aprile 2020

"Questo documento ha lo scopo di elaborare una strategia per la cosiddetta "Fase 2", che sarà caratterizzata da una radicale modifica degli stili di vita dei cittadini e dell'organizzazione delle città, dovuti a distanziamenti e precauzioni necessari per il coronavirus".

Finalmente un documento che, dopo tanto parlare e parlare (spesso a vanvera), presenta fondamentali proposte operative legate a quella che sarà la nostra vita quotidiana nella prima fase di ripresa delle attività quotidiane.

Si tratta di "Milano 2020. Strategia di adattamento. Documento aperto al contributo della città" (scaricalo qui), elaborato dal Comune di Milano nella consapevolezza che "la strategia della ripartenza della città debba essere in linea e inserita nel quadro generale", ben sapendo che "il contesto milanese ha caratteristiche specifiche".

Il tutto per applicare ciò che ha detto di recente il sindaco di Milano Beppe Sala: «In questa fase non possiamo permetterci di sbagliare: non vogliamo portare in maniera affrettata la città a riaprirsi se non ci sono le condizioni per farlo».

Nelle 17 pagine del documento abbiamo trovato tante proposte di azione immediata che ci hanno incuriosito, alcune ci piacciono davvero tanto, e che qui vogliamo riassumere.

Flessibilità
    • concordare con le grandi e medie imprese, pubbliche e private, politiche del lavoro che promuovano l'attività a distanza e la diversificazione degli orari di entrata e di uscita del personale al fine di agevolare gli spostamenti facilitando, se possibile, l'udo dei mezzi di mobilità dolce
    • favorire l'estensione o lo slittamento degli orari di apertura delle realtà commerciali, in accordo con le associazioni di categoria e nel rispetto del CCNL
    • Promuovere l'uso di biciclette, scooter, monopattini, sharing e trasporto pubblico individuale
    • richiedere modifiche normative al codice della strada perpromuvere la pedonalità e favorire la ciclabilità
    • contingentare le presenze sui mezzi di trasporto pubblico e alle fermate e alle stazioni attraverso mezzi di sgenaletica che garantiscano la distanza di sicurezza
     Mobilità
    • Sui mezzi pubblici, nelle fermate in superficie e nelle stazioni della metropolitana predisporre sistemi di segnaletica per garantire la distanza di sicurezza 
    • aggiornare delle politiche sull'uso dell'auto (Area C, Area B e sosta) tenendo conto degli effettivi flussi di traffico e agli orari di spostamento, privilegiando chi ha inderogabili necessità e garantendo l'attenzione agli inderogabili aspetti ambientali («Credo molto alla mobilità elettrica – ha detto il sindaco Sala – auto, ma anche scooter e biciclette»)
    • realizzare rete di percorsi pedonali e ciclabili in sola segnaletica, cominciando da assi portanti come ad esempio l'asse piazza San Babila - corso Buenos Aires - viale Monza - Sesto Marelli.
    Spazio pubblico e benessere
    • adeguamento dei marciapiedi alle misure di stanziamento fisico, con individuazione di percorsi "protetti" per le persone più fragili
    • riapertura di parchi e giardini pubblici con sistemi di monitoraggio agli accessi
    • accordi con società sportiva per riapertura impianti sportivi almeno per gli allenamenti e ripresa attività sportiva in spazi aperti, senza che vi sia uso di spogliatoi
    • riapertura di piscine e impianti estivi nei mesi di luglio e agosto, se consentito
    • pedonalizzazione in prossimità di scuole e servizi e nei quartieri con minore presenza di verde, con il fine di agevolare l'attività fisica e il gioco dei bambini
    • introduzione del limite di velocità a 30 all'ora in maniera diffusa in città (qui una vecchia ma sempre attuale proposta di Milanau)
    • facilitare la possibilità di posare tavolini di bar e ristoranti sulle aree di sosta ai fini di recuperare parte della capienza persa all'interno con il distanziamento
    • favorire l'uso dello spazio pubblico all'aperto per eventi culturali e sportivi nel rispetto dei criteri di distanziamento e contingentamento del pubblico
    • incentivare i condomini a consentire il gioco negli spazi comuni (come peraltro già previsto dalle norme comunali)
    Servizi digitali
    • Ampliare la connettività sul territorio del Comune
    • potenziare l'app del cittadino, con migrazione su questa di servizi web del Comune già attivi e da potenziare
    • divulgare attività di educazione digitale attraverso modalità telematiche
    Servizi e quartieri
    • Rafforzare i servizi pubblici in ottica di prossimità, garantendone l'accesso nel raggio di 15 minuti a piedi ed equilibrabdo le differenze tra quartieri
    • cooperare con regione Lombardia per creare servizi di medicina di territorio, a partire dai quartieri popolari, ad alta densità abitativa e caratterizzati dalla presenza di popolazione più anziana
    • favorire la consegna di acquisti a domicilio, con priorità agli anziani, e sostenendo il commercio locale
    • sostenere l'apertura estiva del commercio locale e incrementare l'assistenza contro il rischio di solitudine
    Cultura
    • potenziare i servizi culturali di prossimità, come biblioteche, centri culturali, cinema, piccoli teatri, librerie
    • favorire una cultura sempre più diffusa, non concentrata e assembrata, fatta di eventi con capienza contingentata, replicati in diversi quartieri della città
    • riapertura di musei e bilblioteche nel rispetto delle regole di distanziamento e contingentamento
    • fare della rassegna estiva "Estate sforzesca" un piattaforma di sperimentazione per nuovi processi produttivi e nuove forme di accesso all'aperto.
    Attività economiche
    • indirizzare le richieste al Governo e a Regione Lombardia per il supporto al sistema produttivo della città e dell'area metropolitana
    • facilitare la collaborazione tra designer e commercianti per la riorganizzazione degli spazi commerciali e dei negozi
    • predisporre un piano per la riapertura in sicurezza dei mercati comunali scoperti
    • fare sistema con la filiera turistica e commerciale per promuovere Milano come "Città sicura"
    Infrastrutture, edilizia e opere pubbliche
    • Incentivare la ripresa del settore edilizio, promuovendo lo sviluppo del piano cantieri della città
    • destinare gli edifici scolastici e le aree verdi prossime a questi, nei mesi estivi, a luoghi di accoglienza e le aree verdi 
    • utilizzare strutture ricettive o altre strutture pubbliche e private per la gestione delle emergenze (es. Hotel Michelangelo, messo a disposizione per svolgimento quarantene).
    Collaborazione e inclusione
    • Supportare sistemi di economia collaborativa realizzati dal basso
    • potenziare gli strumenti di aiuto alimentare per assicurare alle fasce deboli il ditirro al cibo e favorire una redistribuzione delle eccedenze per un sistema alimentare equo, circolare e inclusivo
    • mantenere e arafforzare i servizi lanciati con Milano Aiuta, in particolare quelli legati all'assitenza, ai servizi collaborativi e alla spesa a domicilio.
    La città dei bambini
    •  Aprire gli spazi della città a bambini e ragazzi: piazze, giardini, parchi, spazi sportivi e culturali, privilegiando quelli verdi e attrezzati, oltre alle sedi scolastiche
    • mappare le situazioni di disagio e povertà educativa per intervenire con forme di sostegno ai bambini
    • garantire a tutti l'accesso a device
    • sfruttare questo periodo per incrementare i cantieri nelle scuole
    • organizzare servizi complementari per gli studenti nel periodo estivo, sia di carattere ludico sia di possibile sostegno didattico (Summer school)

    Vediamo i numeri quotidiani, con il confronto, come sempre, con quelli dei tre giorni precedenti:

    Italia 
    • contagi totali: 197.675 (+2.324) / 195.351 (+2.357) / 192.994 (+3.021) / 189.973 (+2.646)
    • decessi totali: 26.644 (+260) / 26.384 (+415) / 25.969 (+420) / 25.549 (+464)
    • guariti totali: 64.928 (+1.808) / 63.120 (+2.622) / 60.498 (+2.922) / 57.576 (+3.033)
    Lombardia
    • contagi totali: 72.889 (+920) / 71.969 (+713) / 71.256 (+1.092) / 70.164 (+1.072)
    • decessi totali: 13.325 (+56) / 13.269 (+163) / 13.106 (+166) / 12.940 (+200)
    • guariti totali: 24.398 (+171) / 24.227 (+445) / 23.782 (+430) / 23.352 (+1.242)
    Tamponi effettuati: 49.916 (ieri erano 65.387!). Persone ricoverate in terapia intensiva: 2.009 (ieri erano 2.102). Il dato di morti di oggi, 260, è il più basso dal 15 marzo.

    In Lombardia ci sono 706 persone ricoverate in terapia intensiva (ieri erano 724) e sono stati eseguiti 10.857 tamponi. I 56 decessi sono il dato più basso dal 7 marzo a oggi.

    A Milano 463 nuovi contagi (ieri erano 219, meno della metà). A Roma sono 48 ore che non si registrano decessi.



    65° giorno - Sabato 25 aprile 2020

    Oggi è il 65° giorno di emergenza Covid_19, è una bellissima giornata di sole, è sabato ed è il 25 aprile, festa della Liberazione.

    La retorica di questi giorni, anche agevolata dal gran tempo libero a disposizione di molti, ha affiancato la Liberazione dal nazifascismo al nostro desiderio attuale di liberazione dal Coronavirus.

    In fondo anche oggi siamo in guerra, si dice, contro un nemico senza pietà e letale. In fondo siamo tutti eroi a resistere in questa condizione, si aggiunge, siamo tutti o quasi in trincea a combattere – con la nostra presenza o anche semplicemente con la nostra assenza – contro questo virus, che come un invasore straniero si insinua tra le nostre case e vuole impossessarsi delle nostre vite.

    Senza nulla togliere a chi in tutte queste settimane in trincea ci è stato davvero – medici, infermieri, personale sanitario e tutti coloro che ogni giorno operano per noi che siamo in clausura forzata, seppur lavorativa –, non è possibile e non è giusto fare un paragone del genere.

    75 anni fa tutto era molto più difficile, molto più tremendo. Si combatteva contro un nemico straniero, certo, ma anche contro il proprio vicino di casa, il vecchio compagno di scuola, l'amico con cui si era cresciuti, spesso anche componenti della propria famiglia. La guerra è la cosa più brutta che ci sia, in tutti i casi, ma non c'è niente di più tremendo di una guerra civile, di una guerra che entra in un paese e lo spacca in due, la metà di qua e la metà di là.

    I partigiani e tutti coloro che hanno combattuto per la libertà, erano minacciati per le loro idee. Per i loro ideali erano disposti a dare la vita, e molti l'hanno davvero data.

    Oggi combattiamo tutti nella stessa direzione, contro un nemico trasparente e non umano. E l'unica nostra speranza è quella di sopravvivere, vivere e non veder morire i nostri cari. Nessuno ci ammazza o cerca di annientarci per la nostra pelle, per la nostra religione, per la nostra sessualità, per le nostre idee politiche.

    Il presidente Sergio Mattarella all'Altare della Patria.
    Detto questo, oggi è giusto che sia, come tutti gli anni, un giorno di festa. Siamo chiusi in casa, certo, ma la nostra personale manifestazione la faremo da qui. Ascoltando e cantando una delle centinaia versioni di "Bella ciao" che sono in rete, ma anche esponendo il nostro tricolore sulle finestre di casa.

    E, alle 15, ritrovandoci tutti sui balconi a cantare insieme e a battere le mani nel ricordo di chi, 75 anni fa, permise che anche in Italia nascesse una democrazia che, seppur un po' claudicante e arrugginita, è arrivata fino ai nostri giorni e ci permette di sentirci liberi di dire e fare quello che ci pare (nel rispetto delle leggi e degli altrui diritti, ovviamente).


    Vediamo, come ogni sabato, la diffusione del coronavirus nel mondo, con il raffronto con i dati di sabato scorso, 18 aprile.


    1. USA (=)                       907.096 contagiati          erano 706.779           + 200.317
    2. Spagna (=)                 223.759 contagiati          erano 190.839             + 32.920
    3. Italia (=)                192.994 contagiati       erano 172.434          + 20.560
    4. Francia (=)                  159.952 contagiati          erano 149.130            + 10.822
    5. Germania (=)              155.418 contagiati          erano 141.397            + 14.021
    6. Regno Unito (=)         149.554 contagiati           erano 109.769            + 39.785
    7. Turchia (+2)                 104.912 contagiati            erano 78.546            + 26.366
    8. Iran (+1)                         89.328 contagiati            erano 80.868              + 8.460
    9. Cina (-2)                         83.901 contagiati            erano 83.784                  + 117
    10. Russia (+1)                     79.588 contagiati            erano 36.793            + 42.795
    Seguono in classifica: Brasile (54.043), Belgio (45.325, uscito dai 10), Canada (44.127), Olanda (37.384), Svizzera (28.894), India, Portogallo, Ecuador, Perù.

    USA sempre fuori quota, la settimana registra il boom di contagi in Russia, che entra nei 10. L'italia è sesta al mondo come crescita parziale, dopo USA, Russia, Regno Unito, Turchia e Spagna


    Restiamo nei numeri e vediamo quelli quotidiani, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti:

    Italia 
    • contagi totali: 195.351 (+2.357) / 192.994 (+3.021) / 189.973 (+2.646) / 187.327 (+3.370)
    • decessi totali: 26.384 (+415) / 25.969 (+420) / 25.549 (+464) / 25.085 (+437)
    • guariti totali: 63.120 (+2.622) / 60.498 (+2.922) / 57.576 (+3.033) / 54.543 (+2.943)
    Lombardia
    • contagi totali: 71.969 (+713) / 71.256 (+1.092) / 70.164 (+1.072) / 69.092 (+1.161)
    • decessi totali: 13.269 (+163) / 13.106 (+166) / 12.940 (+200) / 12.740 (+161)
    • guariti totali: 24.227 (+445) / 23.782 (+430) / 23.352 (+1.242) / 22.110 (+763)
    I tamponi effettuati sono stati 65.387 (ieri 62.447), le persone in terapia intensiva sono 2.102 (ieri erano 2.173)

    Tra le regioni il Piemonte ha superato l'Emilia Romagna come numero di contagi ed è ora al secondo posto dopo la Lombardia. Nella nostra regione i ricoverati in terapia intensiva sono 724, 32 in meno rispetto a ieri.

    I nuovi positivi a Milano sono 219 (ieri erano stati 246).



    64° giorno - Venerdì 24 aprile 2020

    Come sarà la notra vita nella prima parte della Fase 2, cioè dopo il 4 maggio, data che sembra ormai essere quella del nostro parziale ritorno alla vita normale? Le voci su giornali online e alla televisione si rincorrono senza sosta, raccontandoci di un futuro finalmente al di fuori delle nostre mura di casa, sì, ma anche – com'è ovvio – pieno di regole e limitazioni.


    Si potra uscire di casa a patto di indossare una mascherina. Una frase tanto semplice da dire quanto difficile da realizzare. Avremo tutti mascherine a disposizione? Che vuol dire: «riusciremo ad avere costantemente un cambio di mascherine?». Queste sono infatti usa e getta, non possono essere usate all'infinito. Sarà possibile acquistarle senza dover fare code chilometriche e senza dover spendere cifre da capogiro?

    Insieme alle mascherine probabilmente dovranno anche essere indossati guanti di gomma , anche questi usa e getta, soprattutto nel caso in cui si debba entrare in locali pubblici – uffici, negozi, bar, ecc – o si faccia uso di mezzi pubblici.

    Sarà molto difficile camminare sui marciapiedi, che saranno strapieni di persone in coda per accedere ovunque. Di camminare sulle strade non se ne parlerà nemmeno, piene come saranno di auto, moto, bici, monopattini, con un traffico che sarà, se possibile, anche più intenso di quello di prima. Soprattutto nei primi tempi, la libertà riconquistata sarà uno stimolo a uscire sempre e comunque, anche quando se ne potrebbe fare a meno.

    Chi dovrà andare in ufficio lavorerà in stanze non più affollate come prima, due scrivanie e niente più. Siccome lo spazio a disposizione diminuirà di molto, tante persone, quelle che svolgono un lavoro che lo permette, lavoreranno da casa. Dura stare a casa tutto il giorno, ormai lo si è capito, ma bello sapere che se vuoi, da quella porta, puoi uscire senza che nessuno ti dia dell'untore.
    Le aziende di servizi che avevano adottato la rotazione delle scrivanie (chi arriva prima ci si mette, con il suo portatile e le poche carte che servono in quel preciso momento) avranno qualche problema in più: le postazioni dovranno essere volta per volta sanificate.

    Un problema sorgerà anche per i coworking, ammesso che siano tra le attività per cui è prevista la riapertura: ci si può fidare a stare tutto il giorno seduti su una sedia e a un tavolo usato da altri? La sanificazione costante sarà inevitabile.

    Si potrà tornare a correre, a passeggiare nel parco, ad andare in bicicletta. Sarà possibile spostarsi da un posto all'altro, da una città all'altra, purché non si esca dalla propria regione. Si potranno tornare a praticare alcuni sport, quelli che non prevedono un contatto diretto tra persone e possono essere svolti all'aperto.

    Lo scenario prefigurato dai media dice che saremo tutti – tutti quelli che lo vorranno – tenuti sotto controllo dall'app del Governo. Se entreremo in contatto con persone contagiate verremo avvisati e avremo la possibilità di verificare se siamo positivi al Coronavirus. L'app permetterà di capire il percorso del virus evitandone così la diffusione. Un risultato ottenuto grazie alla messa in campo di un'organizzazione articolata e perfetta, che coinvolgerà politici, amministratori, forze dell'ordine, realtà ospedaliere, operatori sanitari, forse anche volontari di associazioni e fondazioni...

    Un meccanismo perfetto, per cui tutte le persone contagiate – con contagio ovviamente verificato attraverso l'esecuzione di tamponi e test sierologici – saranno messe in quarantena in luoghi isolati, probabilmente stanze d'albergo, e il loro stato di salute sarà verificato costantemente fino a quando non vi sarà la certezza della loro guarigione.

    La scuola non riaprirà, al momento. Lo farà dopo l'estate, anche lì con molti cambiamenti. Nelle classi i banchi saranno più distanziati, dove ce n'erano 30 dovranno essercene 15 (e la domanda è: e gli altri 15 dove li mettiamo? Abbiamo 4 mesi per trovare una risposta).

    Sarà una vita di sicuro un po' complicata, soprattutto all'inizio, che richiederà elasticità mentale e collaborazione da parte di tutti i cittadini. Poi il resto lo farà l'efficiente organizzazione che verrà messa in campo da chi ci governa, a tutti i livelli: più tutto sarà codificato e previsto, meglio sarà per tutti noi.

    Vediamo i dati di oggi, con il confronto con quelli dei tre giorni precedenti:


    Italia 
    • contagi totali: 192.994 (+3.021) / 189.973 (+2.646) / 187.327 (+3.370) / 183.957 (+2.729)
    • decessi totali: 25.969 (+420) / 25.549 (+464) / 25.085 (+437) / 24.648 (+534)
    • guariti totali: 60.498 (+2.922) / 57.576 (+3.033) / 54.543 (+2.943) / 51.600 (+2.723)
    Lombardia
    • contagi totali: 71.256 (+1.092) / 70.164 (+1.072) / 69.092 (+1.161) / 67.931 (+960)
    • decessi totali: 13.106 (+166) / 12.940 (+200) / 12.740 (+161) / 12.579 (+203)
    • guariti totali: 23.782 (+430) / 23.352 (+1.242) / 22.110 (+763) / 21.347 (+1.339)
    Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 62.447 tamponi (ieri erano stati 66.658). I malati in terapia intensiva sono 2.173, ieri erano quasi cento in più, 2.267.

    I ricoverati in terapia intensiva Lombardia sono 34 in meno rispetto a ieri e sono quindi diventati 756. A Milano crescono ancora i contagi quotidiani, oggi 277 (ieri erano 105). La provincia di Milano continua a essere quella più colpita d'Italia con 17.689 casi, +412 la crescita rispetto a ieri.
    I tamponi effettuati in Lombardia sono stati 11.583 (ieri erano stati 12.016, l'altro ieri 13.502).

    Un aggiornamento sull'attività dell'Ospedale Fiera Milano – che secondo quanto proclamato da Regione Lombardia doveva rappresentare il punto di riferimento per tutta Italia nella lotta contro il Coronavirus (ricordiamo che è stato allestito in poche settimane, che inizialmente il presidente Attilio Fontana lo aveva accreditato di 600 postazioni di terapia intensiva e che è costato 21 milioni di euro) –: in questo momento nei 53 posti di terapia intensiva a disposizione sono ricoverati 8 pazienti. Da quattro giorni, in questo ospedale, non entra alcun paziente.




    63° giorno - Giovedì 23 aprile 2020

    La mattina, quando mi metto al computer, mi chiedo come prima cosa che cosa scriverò in questo mio diario quotidiano. Mi sembra, a volte, di avere già detto tutto e anche di più.

    Poi comincio a navigare tra i siti di news e come per incanto le notizie nuove e degne di essere raccontate vengono a me come un fiume in piena, destando in me i pensieri e le riflessioni che cerco di riportare su queste pagine.

    Anche oggi ci sarebbero molti aspetti di questo periodo così strano da raccontare, analizzare, commentare. Ma non ci riesco. La prima cosa che ho letto, questa mattina, è una lettera, una lettera che un nonno ha scritto alla figlia e ai nipoti, che mi si è piazzata nel cuore (ma anche nel cervello) e non se ne vuole più andare.

    Si tratta dell'ultimo scritto di un signore anziano morto nei giorni scorsi di Coronavirus in una casa di riposo, consegnato nelle mani di una suora perché lo portasse alla figlia, e in seguito pubblicato sul sito del giornale online InTerris.

    Un saluto commovente ma, anche, una dura denuncia di un sistema che troppo spesso si basa sulla "cultura dello scarto" cui spesso fa riferimento, denunciandola, Papa Francesco.

    Non riesco a fare altro che riprodurla qui, sperando di contribuire, nel mio piccolo, a far cambiare un po' le cose, se non altro a fare sì che cambino all'interno di quei luoghi che il nostro povero nonno, nella sua straziante ma lucida lettera, definisce "prigione dorate".

    Da questo letto senza cuore scelgo di scrivervi cari miei figli e nipoti. (L’ho consegnata di nascosto a Suor Chiara nella speranza che dopo la mia morte possiate leggerla). Comprendo di non avere più tanti giorni, dal mio respiro sento che mi resta solo questa esile mano a stringere una penna ricevuta per grazia da una giovane donna che ha la tua età Elisa mia cara. E’ l’unica persona che in questo ospizio mi ha regalato qualche sorriso ma da quando porta anche lei la mascherina riesco solo a intravedere un po’ di luce dai suoi occhi; uno sguardo diverso da quello delle altre assistenti che neanche ti salutano. Non volevo dirvelo per non recarvi dispiacere su dispiacere sapendo quanto avrete sofferto nel lasciarmi dentro questa bella “prigione”.

    Si, così l’ho pensata ricordando un testo scritto da quel prete romagnolo, don Oreste Benzi che parlava di questi posti come di “prigioni dorate”. Allora mi sembrava esagerato e invece mi sono proprio ricreduto. Sembra infatti che non manchi niente ma non è così… manca la cosa più importante, la vostra carezza, il sentirmi chiedere tante volte al giorno “come stai nonno?”, gli abbracci e i tanti baci, le urla della mamma che fate dannare e poi quel mio finto dolore per spostare l’attenzione e far dimenticare tutto. In questi mesi mi è mancato l’odore della mia casa, il vostro profumo, i sorrisi, raccontarvi le mie storie e persino le tante discussioni. Questo è vivere, è stare in famiglia, con le persone che si amano e sentirsi voluti bene e voi me ne avete voluto così tanto non facendomi sentire solo dopo la morte di quella donna con la quale ho vissuto per 60 anni insieme, sempre insieme.

    In 85 anni ne ho viste così tante e come dimenticare la miseria dell’infanzia, le lotte di mio padre per farsi valere, mamma sempre attenta ad ogni respiro e poi il fascino di quella scuola che era come un sogno poterci andare, una gioia, un onore. La maestra era una seconda mamma e conquistare un bel voto era festa per tutta la casa. E poi, il giorno della laurea e della mia prima arringa in tribunale. Quanti “grazie” dovrei dire, un’infinità a mia moglie per avermi sopportato, a voi figli per avermi sempre perdonato, ai miei nipoti per il vostro amore incondizionato. Gli amici, pochi quelli veri, si possono veramente contare solo in una mano come dice la Bibbia e che dire, anche il parroco, lo devo ringraziare per avermi dato l’assoluzione dei miei peccati e per le belle parole espresse al funerale di mia moglie.

    Ora non ce la faccio più a scrivere e quindi devo almeno dire una cosa ai miei nipoti…  e magari a tutti quelli del mondo. Non è stata vostra madre a portarmi qui ma sono stato io a convincere i miei figli, i vostri genitori, per non dare fastidio a nessuno. Nella mia vita non ho mai voluto essere di peso a nessuno, forse sarà stato anche per orgoglio e quando ho visto di non essere più autonomo non potevo lasciarvi questo brutto ricordo di me, di un uomo del tutto inerme, incapace di svolgere qualunque funzione.

    Certo, non potevo mai immaginare di finire in un luogo del genere. Apparentemente tutto pulito e in ordine, ci sono anche alcune persone educate ma poi di fatto noi siamo solo dei numeri, per me è stato come entrare già in una cella frigorifera. In questi mesi mi sono anche chiesto più volte: ma quelli perché hanno scelto questo lavoro se poi sono sempre nervosi, scorbutici, cattivi? Una volta quell’uomo delle pulizie mi disse all’orecchio: “sai perché quella quando parla ti urla? Perché racconta sempre di quanto era violento suo padre, una così con quali occhi può guardare un uomo?”. Che Dio abbia pietà di lei. Ma allora perché fa questo lavoro? Tutta questa grande psicologia, che ho visto tanto esaltare in questi ultimi decenni, è servita solo a fare del male ai più deboli? A manipolare le coscienze e i tribunali? Non voglio aggiungere altro perché non cerco vendetta. Ma vorrei che sappiate tutti che per me non dovrebbero esistere le case di riposo, le rsa, le “prigioni” dorate e quindi, si, ora che sto morendo lo posso dire: mi sono pentito. Se potessi tornare indietro supplicherei mia figlia di farmi restare con voi fino all’ultimo respiro, almeno il dolore delle vostre lacrime unite alle mie avrebbero avuto più senso di quelle di un povero vecchio, qui dentro anonimo, isolato e trattato come un oggetto arrugginito e quindi anche pericoloso.

    Questo coronavirus ci porterà al patibolo ma io già mi ci sentivo dalle grida e modi sgarbati che ormai dovrò sopportare ancora per poco… l’altro giorno l’infermiera mi ha già preannunciato che se peggioro forse mi intuberanno o forse no. La mia dignità di uomo, di persona perbene e sempre gentile ed educata è stata già uccisa. Sai Michelina, la barba me la tagliavano solo quando sapevano che stavate arrivando e così il cambio. Ma non fate nulla vi prego… non cerco la giustizia terrena, spesso anche questa è stata così deludente e infelice. Fate sapere però ai miei nipoti (e ai tanti figli e nipoti) che prima del coronavirus c’è un’altra cosa ancora più grave che uccide: l’assenza del più minimo rispetto per l’altro, l’incoscienza più totale. E noi, i vecchi, chiamati con un numeretto, quando non ci saremo più, continueremo da lassù a bussare dal cielo a quelle coscienze che ci hanno gravemente offeso affinché si risveglino, cambino rotta, prima che venga fatto a loro ciò che è stato fatto a noi.


    I dati di oggi, con il confronto con quelli dei tre giorni precedenti.

    Italia 
    • contagi totali: 189.973 (+2.646) / 187.327 (+3.370) / 183.957 (+2.729) / 181.228 (+2.256)
    • decessi totali: 25.549 (+464) / 25.085 (+437) / 24.648 (+534) / 24.114 (+454)
    • guariti totali: 57.576 (+3.033) / 54.543 (+2.943) / 51.600 (+2.723) / 48.877 (+1.822)
    Lombardia
    • contagi totali: 70.164 (+1.072) / 69.092 (+1.161) / 67.931 (+960) / 66.971 (+735)
    • decessi totali: 12.940 (+200) / 12.740 (+161) / 12.579 (+203) / 12.376 (+163)
    • guariti totali: 23.352 (+1.242) / 22.110 (+763) / 21.347 (+1.339) / 20.008 (+752)
    Le persone attualmente positive sono 106.848, 851 meno di ieri. Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 66.658 tamponi, circa 3.500 in più di ieri. Le persone in terapia intensiva sono 2.267 (ieri erano 2.384), quelle in isolamento domiciliare sono invece 81.710. Nuovo record per il numero di guariti, oltre 3mila, non era mai accaduto dall'inizio dell'emergenza.

    In Lombardia le persone in terapia intensiva sono ora 817, 27 in meno rispetto a ieri. I tamponi effettuati sono stati 12.016 (ieri 13.502). A Milano i nuovi contagi sono stati 105 (ieri 161).


    62° giorno - Mercoledì 22 aprile 2020

    Come si diffonde e, soprattutto, come si ferma un virus? Sembra incredibile che noi si sia qui rinchiusi in casa da settimane – mentre medici e infermieri combattono senza sosta negli ospedali e chi ci amministra svolge riunioni su riunioni per trovare soluzioni che possano essere comunicate in conferenza stampa – e fuori, come se niente fosse, il Covid-19 prosegue la sua corsa.

    Ma è così: basta che ci sia in giro una persona infetta, cui magari non è stato fatto il tampone nonostante abbia la febbre da settimane, perché giorni e giorni di lavoro vadano in fumo nonostante la buona volontà di tutti noi. Un meccanismo cui se non si pone rimedio quanto prima, sarà ancor più micidiale quando riprenderemo piano piano i ritmi e le modalità della nostra vita.

    Un meccanismo che mi ricorda un episodio che mi ha visto protagonista passivo tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio e che qui voglio raccontare.

    Un gruppo di giornalisti che invia ogni mese una newsletter informativa delle sue attività ha spedito via email un invito "elettorale" (erano in vista le elezioni dell'INPGI, l'ente che cura la previdenza dei giornalisti) con annessa possibilità di partecipare a una cena.

    Non si sa se per errore di chi ha lanciato l'invio o se per un baco del sistema, fatto sta che questa email è arrivata con ben visibile l'elenco degli indirizzi di tutti gli iscritti alla newsletter. Per cui alla prima risposta in modalità "rispondi a tutti" si è aperta una serie di email di protesta di alcuni iscritti che hanno pensato bene di ammonire "non mandate a tutti le risposte!", naturalmente inviando l'email a tutti.

    Da questo momento tutti (quasi tutti) gli altri, spazientiti per le numerose email arrivate nella loro casella di posta, hanno cominciato a scrivere: "Mi cancellate dalla vostra newsletter? Ho la posta intasata", sempre mandando le email a tutti gli altri, che super arrabbiati, hanno risposto a tutti che adesso la dovevano finire, che l'email per loro era uno strumento di lavoro e che erano stufi di dover cancellare email inutili, ovviamente sempre scrivendo a tutti.

    Per fortuna a un certo punto qualcuno un po' più sveglio degli altri, ha scritto: "Scusate per farvi cancellare potete evitare di scrivere a tutti. Grazie" oppure "Ma perché scrivete con "rispondi a tutti"!!! Vi prego un minimo di lucidità". La sfortuna è che anche questi lo hanno detto a tutti...

    Insomma, per farla breve, in due giorni ho ricevuto più o meno 150 email, tutte di protesta e con richieste, anche minacciose, di smetterla...

    Tra queste email ne segnalo tre, che mi hanno particolarmente colpito.

    La prima è questa: "Non ho capito che cosa sta succedendo, ma complimenti al furbone che ha iniziato la catena: ha regalato al mondo intero un tesoretto di indirizzi email".

    La seconda è questa: "Visto che non si può uscirne, ecco una bella ricetta per la domenica! https://www.risotto.us/il-pane-dei-poveri-scalda-con-gusto/"

    La terza, e qui veniamo a noi, è questa (inviata il 31 gennaio alle ore 21.34 da un giornalista dell'Ansa): "È  il Coronavirus...".

    I numeri di oggi, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

    Italia 
    • contagi totali: 187.327 (+3.370) / 183.957 (+2.729) / 181.228 (+2.256) / 178.972 (+3.407)
    • decessi totali: 25.085 (+437) / 24.648 (+534) / 24.114 (+454) / 23.660 (+433)
    • guariti totali: 54.543 (+2.943) / 51.600 (+2.723) / 48.877 (+1.822) / 47.055 (+2.128)
    Lombardia
    • contagi totali: 69.092 (+1.161) / 67.931 (+960) / 66.971 (+735) / 66.236 (+855)
    • decessi totali: 12.740 (+161) / 12.579 (+203) / 12.376 (+163) / 12.213 (+163)
    • guariti totali: 22.110 (+763) / 21.347 (+1.339) / 20.008 (+752) / 19.526 (+390)
    Le persone ancora in terapia intensiva sono 2.384, -87 rispetto a ieri. Quelle in isolamento domiciliare sono 81.510, 406 in più di ieri. I 2.943 guariti in un giorno sono il record da quando è iniziata l'emergenza. I tamponi effettuati sono stati 63.101 rispetto ai 52.126 di ieri.

    In Lombardia non c'è ancora tregua sui contagi (nella sola Milano +161), ma il numero delle vittime è in discesa. I tamponi effettuati in regione sono stati 13.502 (più del doppio rispetto a ieri, bene!). I ricoverati in terapia intensiva sono 817 (-34 rispetto a ieri).



    61° giorno - Martedì 21 aprile 2020

    Oggi era la data fissata per l'inizio del Salone del Mobile. È l'ultimo dei nostri problemi, ora, ma ci piace andare col pensiero a come sarà bello quando potremo tornare a passeggiare tra cubi colorati, stanze stroboscopiche, facciate di palazzi ridisegnate, tutti con la voglia di respirare l'aria della Milano più internazionale che c'è.

    Tra le parti più sacrificate della nostra vita, in queste settimane di emergenza Covid-19, ci sono anche quelle dedicate alle mostre, al cinema, al teatro, ai concerti, alle presentazione di libri... non che le frequentassimo tutti i giorni, ma quel poco (o tanto, a seconda di come la si guardi) serviva ad appagare la nostra fame di conoscenza.

    Hai un bel navigare sui siti dei musei con i percorsi online, guardare opere teatrali scaricabili, messe a disposizione dalle compagnie, assistere a concerti eseguiti da remoto e tutte queste cose bellissime e che «per fortuna che ci sono». Ma l'assistere di persona è un'altra cosa, è fin inutile stare a dirlo. Giuro che quando finalmente lo si potrà fare recupererò tutto il tempo perso. Comiciando da quei biglietti di teatro che sono rimasti lì, in sospeso...

    Fuori, intanto, è il secondo giorno consecutivo di pioggia. Fino all'altro ieri maledicevamo il tempo perché era bellissimo, si diceva fosse la primavera più asciutta degli ultimi decenni. «Maledizione, non possiamo uscire e il tempo è bellissimo. Almeno fosse brutto, avremmo meno rimpianti...». Come non era vero: con la pioggia, il cielo grigio e cupo, le strade bagnate, la nostra reclusione è ancora più triste, neanche più la consolazione di guardare fuori e vedere il sole.

    Ieri abbiamo letto che il prezzo del petrolio è ai suoi minimi storici a causa dello scarso uso che se ne fa per le ristrettezze dovute all'emergenza Coronavirus. Un litro di "oro nero" vale ora meno di un litro d'acqua. Questo non contribuirà certo a far costare meno la benzina (quando mai è successo che il prezzo della benzina sia diminuito, se non per per insignificanti spazi temporali o insignificanti cifre) – ma a me che cosa importa, la macchina non ce l'ho da luglio 2018 –, ma è un dato di fatto che il prezzo del petrolio è ora negativo, nel senso che i produttori non sanno più dove metterlo e ti pagano per portarglielo via.

    Non so se sia davvero così, se lo fosse verrebbe quasi voglia di comprare un barile di greggio e tenerlo lì in soggiorno in attesa di momenti migliori... Scherzi a parte, sui giornali si dice che questo non sia un fatto positivo perché avrà sicuri influssi nefasti sull'economia mondiale. Quando il prezzo del petrolio aumenta non va per niente bene, quando diminuisce non va per niente bene... che vita grama, la nostra.


    I numeri di oggi, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

    Italia 
    • contagi totali: 183.957 (+2.729) / 181.228 (+2.256) / 178.972 (+3.407) / 175.925 (+3.491)
    • decessi totali: 24.648 (+534) / 24.114 (+454) / 23.660 (+433) / 23.227 (+482)
    • guariti totali: 51.600 (+2.723) / 48.877 (+1.822) / 47.055 (+2.128) / 44.927 (+2.200)
    Lombardia
    • contagi totali: 67.931 (+960) / 66.971 (+735) / 66.236 (+855) / 65.381 (+1.246)
    • decessi totali: 12.579 (+203) / 12.376 (+163) / 12.213 (+163) / 12.050 (+199)
    • guariti totali: 21.347 (+1.339) / 20.008 (+752) / 19.526 (+390) / 19.136 (+286)
    I positivi sull'intero territorio nazionale calano per il secondo giorno consecutivo: oggi sono 107.709, 528 in meno rispetto a ieri. Salgono decisamente, invece, le vittime. I tamponi effettuati sono stati 52.126.

    Nella sola Lombardia i contagi salgono: nelle ultime 24 ore se ne sono registrati 960 (ieri erano 735). I tamponi fatti, 6.711, sono di poco superiori a quelli di ieri (6.331). I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono calati anche oggi, -50 rispetto a ieri, e ora sono 851.

    A Milano ci sono stati 246 nuovi contagiati per un totale ufficiale che è di 6.955 persone che in città hanno contratto il coronavirus.




    Clicca qui per andare al diario da Milano del Coronavirus dall'11 al 20 aprile 2020


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