domenica 23 febbraio 2020

Coronavirus, il diario da Milano/febbraio 2020

Diario giornaliero di una cosa che non era capitata mai, dalle nostre parti.


La storia del Coronavirus in Italia e in particolare a Milano, a partire dal Giorno 1, quello che ha fatto registrare la prima vittima dovuta a questa epidemia (era il 21 febbraio 2020).

 

 

Clicca qui per andare al diario da Milano del Coronavirus dall'1 all'11 marzo 2020


9° giorno - Sabato 29 febbraio 2020

Secondo sabato nella bolla, per Milano. Ma oggi, sabato di carnevale, sarebbe stato così anche senza coronavirus.

Aprendo i giornali leggiamo che negli USA dicono che è meglio evitare i viaggi in Italia, se non necessari. Chi glielo spiega al lattaio dell'Ohio che qui da noi si può anche vivere normalmente, se lo si vuole, e che non siamo un Paese appestato, da evitare? Le ripercussioni sul turismo, nei prossimi mesi saranno purtroppo devastanti.

Lo stesso Bill Gates si è sbilancato dicendo: "Può essere l'agente patogeno del secolo che temevamo". E se lo dice lui, che con i virus ha a che fare quotidianamente...

La news che arriva dalla Cina e che ci incurioscisce è invece il fatto che a Shenzhen è stato emanato un regolamento per cui è diventato fuori legge cibarsi di carne di cane e di gatto. Chissà se Zaia si accontenta.

Ormai è quasi impossibile trovare nei titoli dei giornali l'aggiornamento sul numero delle vittime del virus. Non si capisce se è per una nuova strategia comunicativa – meno lo si sottolinea e meglio è – o se è proprio perché si è capito che delle morti a nessuno interessa più un granché. "In fondo sono quattro anziani che già non stavano bene...", è la tendenza a tagliare corto sull'argomento.

Il quinto giorno avevamo pubblicato la top ten del contagio mondiale, vediamo come siamo messi oggi : Cina 79.251 (erano 77.660), Sud Korea 3.150 (erano 977), Italia 889 (erano 322), Iran 388 (erano 95), Giappone 234 (erano 170), Singapore 96 (erano 91), Hong Kong 94 (erano 84), USA 64 (erano 53),  Francia 57 (erano 12). Altre europee sono la Germania 48 (erano 16) e la Spagna 32.

I contagiati crescono dappertutto, ma in alcuni Paesi in modo meno evidente. Se da una parte c'è l'exploit, in negativo, della Sud Corea, spicca il fatto che l'Italia ha rafforzato il suo terzo posto mondiale, mentre Paesi come il Giappone, Singapore, Hong Hong e USA sono riusciti a contenere i numeri. La Francia entra nella top ten, la Germania segue all'11 posto.

Lo studio di questi dati può aiutarci a capire se il contagio si sta affievolendo o se dobbiamo ancora raggiungere il picco e dobbiamo mantenere lo stato di allerta. Questo è il dubbio che attanaglia tutti: da una parte la voglia di tornare in fretta alla normalità, quella vera, dall'altra il dubbio che sia ancora presto, che il rischio di epidemia allargata non sia ancora debellato.

In tutto ciò, quelli che non hanno fretta, chissà come mai, sono i nostri ragazzi. Messa da parte la tipica baldanza e  voglia di affrontare con sfrontatezza e anche un filo di imprudenza ogni avversità, sono divenuti quanto mai prudenti e dichiarano appena ne hanno l'occasione di non essere tristi se le scuole resteranno chiuse un'altra settimana. Che altruismo, queste nuove generazioni!

Questa mattina erano 889, in giornata i contagiati italiani hanno superato i 1.000. E dall'inizio della crisi questo è il giorno peggiore dal punto di vista dei decessi, che ha fatto registrare in un sol colpo 8 morti. E siamo a 29, ma oggi si parla per lo più delle partite di calcio che sono state rinviate, questo per molti è il vero disastro.

 

   

8° giorno - Venerdì 28 febbraio 2020

Stiamo entrando nella normalità dell'eccezionalità. Aumento dei contagi, aumento delle guarigioni, voglia di riprendere la vita normale, di riaprire le scuole, i musei, le chiese, di tornare a lavorare in ufficio. Da un paio di giorni le notizie si ripetono ormai quasi stancamente, i giornali non sanno più che cosa dire di nuovo.

In tutto questo la notizia che più di ogni altra oggi attira la nostra attenzione è che il caso di coronavirus registrato in Algeria (il secondo in tutta l'Africa) riguarda un italiano, per essere precisi un milanese. Credo non sia necessario alcun commento.



Aggiungo un pensiero originato dall'analisi della cartina del mondo che riporta in tempo reale i contagi di coronavirus nei vari Paesi.

Avete notato che il contagio è diffuso solo – a parte rare eccezioni – in una fascia mediana del continente?

Vuol dire qualcosa questo? Forse è una questione di temperature, il caldo e il freddo ammazzano il virus?

E intanto, mentre da noi le vittime salgono a 21 e si pensa alla riapertura dell'acquario di Genova e del Duomo di Milano, nella vicina Svizzera viene annullato (annullato!) il Salone dell'auto di Ginevra.

E Luca Zaia, governatore leghista del Veneto, dice che è normale che in Cina si sia diffuso il virus, più che da noi, perché noi siamo più attenti alla pulizia, all'igiene, mentre i cinesi, insomma, "li abbiamo visti tutti mangiare topi vivi". I topi vivi. I cinesi mangiano i topi vivi (ma perché vivi, poi?)

 

 

7° giorno - Giovedì 27 febbraio 2020

Ormai è una settimana che viviamo nella bolla. A Milano non si vede l'ora di voltare pagina, l'emergenza, soprattutto quella a livello psicologico, sembra essere finita. Ed è tanta la voglia di tornare alla normalità, alla vita e alle relazioni di prima del coronavirus.

Ci arriva un messaggio dai parenti del Canada: «Abbiamo letto e sentito del momento difficile che state attraversando. Se la situazione è terribile o peggiorerà non esitate a trasferirvi qui da noi!". Messaggio letto ieri sera, mentre stavamo guardando un film e sorseggiando una birra. Trasferirci in Canada, potrebbe essere una magnifica idea, ma questo indipendentemente da virus o altre amenità...

Ma proprio mentre in noi si sta facendo strada la sensazione che tutto stia davvero tornando come prima, dopo avere letto che i locali pubblici a Milano potranno tornare a essere aperti anche dopo le 18, ecco che arriva sui social il video del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che comunica che nel suo staff si è registrato un caso di contagio. E che quindi anche lui si metterà in auto-isolamento (cioè, per lui è auto-quarantena, è diverso da tutti noi che in isolamento siamo messi dai medici...). Il tutto detto mentre cerca maldestramente di infilarsi una mascherina (di quelle che non servono a niente, pare). Un video che sta facendo il giro del mondo, ovviamente, alla faccia del voler abbassare i toni per non creare panico.

No, non è il panico locale, quello che fa più male. Al di là degli assalti ai supermercati del primo giorno, qui a Milano tutto scorre con grande tranquillità, finora. Quella che preoccupa è l'immagine che sta uscendo all'esterno, quella di una città – oltre che di un'intera porzione di Italia – che è falcidiata da un'epidemia senza precedenti. Per noi che viviamo qui, questo è davvero assurdo. Per quelli che vivono al di là del confine, questo è un valido motivo per pensare che l'Italia sia un Paese da evitare.

Una botta al comparto del turismo che non sarà facile riassorbire in poco tempo, questo è il vero male che ci sta assediando. E bene lo ha capito il sindaco di Milano, Beppe Sala, che sempre più si sta ergendo a paladino del ritorno alla normalità, anche perché, sono le sue parole "ci sono persone che se non lavorano non arrivano a fine mese ed è a queste che deve pensare il sindaco di una città, se la vuole solida, attiva e internazionale com'è la nostra".

L'invito per i milanesi (ma non solo), promosso anche attraverso un video che sta facendo il giro del web,  è quello di non cedere alla paura

È incredibile come i decessi siano passati in secondo piano, in alcuni siti di testate giornalistiche nazionali. Oggi siamo arrivati a 14, in Italia, ma è difficile, quasi impossibile capire dove abitavano e dov'erano ricoverate queste persone morte. È una nuova strategia di comunicazione o più semplicemente è il fatto che ormai i decessi non fanno più notizia, non fanno più vendere o fare click?

A serata inoltrata altre tre vittime, e siamo a 17. Ma anche la notizia che molte persone, si dice ben 40, sono guarite dal virus e anche la bella news che all'ospedale Sacco di Milano è stato isolato il ceppo italiano del coronavirus, primo importante passo per studiare lo sviluppo di anticorpi e quindi di un ipotetico vaccino.

 

6° giorno - Mercoledì 26 febbraio 2020

Il sesto giorno di "Italia del nord bloccata causa virus" è quello che comincia a portarsi dietro cattivi pensieri per quanto riguarda la tenuta del nostro tessuto sociale.

Da una parte la paura di essere contagiati si sta psicologicamente affievolendo, perché le possibilità di avere contatti con persone sconosciute e a rischio di coronavirus si sono ridotte al lumicino. Dall'altra la mancanza di contatti, di confronti, di scambi diretti sta creando mondi che procedono in parallelo ma che non si toccano con la frequenza di prima, se non attraverso il filtro dei mezzi elettronici. Siamo preparati a tutto ciò?

Ma oltre all'aspetto sociale, quello che oggi fa spavento, soprattutto, è lo stallo economico in cui siamo entrati. C'è chi fa lavori che non dovrebbero essere intaccati da una situazione come questa, vero, ma c'è anche chi ogni giorno che passa vede aumentare la possibilità che la sua attività vada a gambe all'aria.

Basti pensare ai negozi, ai bar, ai ristoranti, agli uffici di servizi aperti al pubblico, a mille altre situazioni che rischiano davvero di essere le vittime silenziose della diffusione del virus.

Una condizione che non si risolve, né oggi né domani, con gli slogan o con le trovate enfatiche a fini elettorali. È l'ora, questa, del "silenzio e lavorare", quella in cui contiamo di vedere i politici – di governo e di opposizione – il meno possibile esposti sui media e sui social.

Pensino a tenere in piedi questo Paese con tenacia e con senso di responsabilità, si limitino a questo.

E intanto il pensiero corre a ieri sera, quando alla televisione abbiamo guardato la partita di calcio Napoli-Barcellona, giocata al San Paolo di Napoli. Che fortuna hanno, al sud, dove tutto scorre come prima, per noi del nord uno stadio pieno di gente festante è solo uno sbiadito ricordo di tempi passati...

Oggi è un giorno storico, per la diffusione del contagio: è il primo in cui i contagiati in Cina sono meno di quelli presenti nel resto del mondo. E sempre in Cina, il numero dei decessi di questo giorno, 52, è il più basso tra quelli registrati nelle ultime tre settimane. Potrebbe essere una buona notizia anche per noi.

Tra le curiosità, si registrano i primi contagiati in Grecia, Austria, Svizzera e Croazia il primo in America Latina (in Brasile) e il secondo in Africa (in Algeria). E c'è anche una nave da crociera piena di turisti italiani respinta da due porti nei Caraibi (in Giamaica e nelle Isole Cayman). Quando si dice porti chiusi...

I contagiati in Italia, sono così suddivisi: Lombardia 261 casi, Veneto 71, Emilia Romagna 37, Liguria 6, Lazio 3, Sicilia 3, Toscana 2, Piemonte 1, Alto Adige 1, Marche 1. Con la Sicilia per la prima volta viene coinvolto anche il sud.

Da aggiungere, purtroppo, anche i primi due morti in Francia e il dodicesimo qui da noi: si tratta di un uomo di 70 anni, morto in Emilia Romagna ma abitante a Lodi.

Il sindaco di Milano Beppe Sala ha mandato questo messaggio via Twitter: "Come passa queste giornate il Sindaco di Milano? Testimoniando la solidarietà della città ai più deboli e lavorando perché ognuno, a partire dalle Istituzioni, faccia la sua parte. #forzamilano #Coronavirus"


 

5° giorno - Martedì 25 febbraio 2020

Eccoci qui, nel primo vero giorno del post "chiusura del mondo" causa coronavirus. Se domenica tutto sembrava normale e ieri la città viaggiava quasi a pieno regime – non dimentichiamo che molti essercizi commerciali e locali pubblici al lunedì sono normalmente chiusi –, oggi si avverte che fuori casa sta succedendo qualcosa di anomalo.

Il rumore delle automobili che sale dalla via sottostante è davvero molto diminuito rispetto al solito e, sorpresa, quando questa mattina abbiamo aperto le imposte abbiamo scoperto molti "buchi" nel parcheggio sotto casa.

I milanesi, quelli che possono, se ne sono andati. Ieri sera mia figlia era al telefono con una sua amica. "È già in montagna, scierà tutta la settimana", mi ha spiegato.

Intanto la scuola media che frequenta ha fatto sapere che a momenti arriveranno le indicazioni per i compiti da svolgere nei prossimi giorni. Non si è parlato di interrogazioni via skype, questo no, ma di programmi da seguire con attenzione e responsabilità.

Qui in casa si respira un'aria strana. Siamo tutti riuniti sotto lo stesso tetto, chi a scrivere al solito computer, chi in conference-call con i colleghi, chi sui libri di studio. Sembra di stare durante le vacanze di Natale. Prove di lavoro da remoto, chissà se il futuro sarà davvero così.

Fuori però il virus continua a procedere nel suo cammino. Se nella mattinata la buona notizia è che nella notte non ci sono state nuove vittime, resta il fatto che il numero delle persone contagiate, in Italia, è salito ancora, ora siamo a 237 (172 nella sola Lombardia).

E il quinto giorno verrà ricordato come quello in cui si è interrotta la tregua politica messa in campo (anche se non proprio da tutti) per affrontare la situazione in modo compatto. Oggi la sensazione è che sia già cominciato lo scaricabarile, forse sarebbe il caso di rimandare la resa dei conti al dopo-virus, vedremo se si tratta solo di uno screzio momentaneo.

Anche oggi è stato pagato il tributo di vite: nel tardo pomeriggio è arrivata la notizia che si sono aggiunti 4 nuovi decessi. Sono tutte persone anziane, dicono i giornali online e le televisioni, senza più entrare minuziosamente come nei giorni scorsi nei dettagli del nome, dell'età, del posto in cui erano ricoverate, della situazione sanitaria che avevano al momento del ricovero (l'unico dato sottolineato è che 3 vivevano in Lombardia e una in Veneto). È come se ci stessimo abituando ai decessi. Come se queste nuove morti fossero ormai interessanti solo dal punto di vista statistico.

In 5 giorni 11 persone (9 in Lombardia e 2 nel Veneto), dunque, nel giorno in cui si comincia a sottolineare che dall'attacco del coronavirus si può guarire e che in Italia ci sono più casi rispetto ad altri Paesi solo perché qui da noi i controlli sono più seri.

Un riassunto sulla diffusione del Coronavirus nel mondo: i contagiati confermati totali sarebbero più di 80mila, così suddivisi: Cina 77.660, Sud Korea 977, Italia 322, Giappone 170, Iran 95, Singapore 91, Hong Kong 84, USA 53, Tailandia 37 e Taiwan 31 (per citare i soli primi 10 Paesi). La prima europea dopo l'Italia è la Germania, con 16 casi verificati, seguono Uk con 13 e Francia con 12.

Da registrare che in tutta l'Africa finora si è registrato un unico caso in Egitto, 22 in Australia, 2 in Russia e nessun caso (nessuno!) in America Centrale e in tutta l'America del Sud.

Ma la notizia che più impressiona noi milanesi arriva nella sera, improvvisa come un meteorite: il Salone del Mobile è stato rinviato: anziché dal 21 al 26 aprile si svolgerà dal 16 al 21 giugno. Allora qui si fa davvero sul serio...




4° giorno - Lunedì 24 febbraio 2020

Eccola qui, la quarta vittima. Andiamo avanti così, una al giorno. Il malcapitato di oggi è un signore di 84 anni, morto nella notte all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo (è il terzo decesso in Lombardia).

Mentre anche la Basilicata emana un'ordinanza per cui chi viene dal nord deve osservare un periodo di quarantena prima di calpestare il suo suolo, scopriamo di essere il terzo Paese al mondo per diffusione del virus.
Al primo posto c'è ovviamente la Cina (oltre 77mila casi), al secondo la Corea del Sud (763 casi) e al terzo noi, con 165 casi accertati.

In città, a Milano, tutto sembra procedere con apparente calma. Le metropolitane e i mezzi di superficie sono quasi deserti, vero, ma succede sempre così quando sono chiuse le scuole e la maggior parte degli uffici non è operativa (oggi tutti quelli che lo possono fare stanno lavorando da casa). Sembra quasi di essere in agosto – mancano solo i turisti – e questa è una cosa che proprio dispiacere non fa.

Sulle strade, invece, il traffico è quello solito. Con la nostra bicicletta abbiamo dovuto prestare la solita attenzione per non essere investiti da automobilisti che cercano di imporre la loro legge sui più deboli fruitori delle vie cittadine.

Una vittima al giorno? Purtroppo siamo stati smentiti durante la giornata. Siamo arrivati a sei decessi, si sono aggiunti un 80enne di Milano – ci siamo, prima o poi doveva arrivare anche qui – e un 88enne di Caselle Landi, paese in provincia di Lodi. E i contagiati sono saliti a oltre 200.

Qualcuno fa notare, quasi a voler diminuire la portata della faccenda, che tutte le persone decedute in Italia a causa del Coronavirus, finora, hanno un'età superiore agli 80 anni e tutte presentavano problemi di salute di una certa gravità. Comincia a crescere anche una certa corrente negazionista: "non c'è niente di diverso dal solito – dicono alcuni mostrando di saperla lunga – è solo un sistema per costringerci, tra pochi giorni, a comprare il vaccino che come per miracolo comparirà sui banconi delle nostra farmacie".

Difficile capire dove stia la verità, se si dà ascolto a ogni voce. La cosa certa è che la Borsa di Milano ha perso in un sol giorno quasi il 6% e che lo spread è ricominciato a salire.

All'ora di cena la notizia della settima vittima, una donna di Castiglione d’Adda, di 62 anni (ecco, neanche il discorso sull'età avanzata vale più...), morta all’ospedale di Como.

Così, oggi sono state 4.



3° giorno - Domenica 23 febbraio 2020

Il numero di vittime sale a 3 e cominciano a essere tante. Questa volta il decesso riguarda una donna di 68 anni che era ricoverata in un ospedale di Crema.

Oggi è domenica, una domenica milanese strana, senza partita di calcio a San Siro. Tutte le manifestazioni sportive in Lombardia del resto, sono state sospese. Se non fosse per questo potrebbe però sembrare una domenica come tante altre.

Ma man mano che passano le ore la sensazione di normalità si assottiglia sempre più, a causa di quanto ascoltato in TV o letto sui siti delle testate giornalistiche.

A un certo punto arriva la news del divieto di sbarco su Ischia per cinesi, lombardi e veneti a seguito di un'ordinanza dei sindaci dell'isola. Ordinanza bloccata però dopo poche ore dal Prefetto di Napoli. Altre notizie sono che la Romania ha disposto la quarantena per tutti i viaggiatori provenienti dall'Italia e l'Austria ha bloccato tutti i treni in entrata e in uscita per il nostro Paese. A Venezia si è deciso di annullare il Carnevale. A Milano è stato chiuso ai turisti il Duomo, è stata chiusa la Scala (era successo solo altre 6 volte in più di due secoli) ed è stato fissata la chiusura obbligatoria, a partire dalle ore 18, per locali pubblici, pub, musei (ma non, suona strano, per i ristoranti). Siamo già al coprifuoco, dunque?

Verso sera si viene a sapere che il numero di persone ufficialmente colpite dal virus è salito a 152. Ed è anche arrivata la notizia del primo contagiato a Milano: si tratta di un medico del Policlinico che è stato ricoverato al Sacco.

Nel frattempo sono state diffuse foto scattate nei supermercati lombardi: code di clienti lunghe centinaia di metri nel piazzale antistante, scaffali vuoti, persone con mascherine. La paura si sta lentamente, ma forse neanche tanto, diffondendo. O forse il tutto sembra ancora un immenso gioco e nessuno vuole perdersi l'occasione di partecipare.

Per l'immediato futuro le indicazioni del Governo e delle Regioni interessate parlano chiaro, in Lombardia e Veneto, ma la cosa si è presto diffusa in altre Regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Liguria e Friuli Venezia Giulia), saranno chiuse le scuole e le università e saranno vietate tutte le situazioni che prevedano adunanze o riunioni di persone, almeno per tutta la prossima settimana. 

A parte queste informazioni generali si va a dormire senza sapere che cosa succederà domani.



2° giorno -  Sabato 22 febbraio 2020

Il risveglio porta la notizia del secondo decesso, una donna di 75 anni di Casalpusterlengo. Già due... vabbè, non è il caso di preoccuparsi.

Nell'arco della giornata, però, i numeri relativi ai contagiati sono aumentati. Ci dicono che non è preoccupante, questo dato, che è dovuto solo al fatto che aumentando i controlli è logico che aumentino anche i risultati in questa direzione.

In serata la tanto attesa comunicazione del Governo: «Abbiamo adottato un decreto legge con misure per il contenimento e la gestione dell'emergenza epidemiologica - ha detto il premier Giuseppe Conte in una affollatissima e seguitissima conferenza stampa -. Il bene della salute degli italiani è quello che ci sta più a cuore, è quello che nella gerarchia dei valori costituzionali è al primo posto. Nelle aree focolaio non sarà consentito l'ingresso e l'allontanamento, salvo specifiche deroghe da valutare di volta in volta. In quelle aree è già stata disposta la sospensione delle attività lavorative e delle manifestazioni».

Insomma, la "zona rossa", quella di Codogno e dintorni, nel lodigiano è dunque da considerarsi una zona chiusa, non si può entrare e non si può uscire.  



1° giorno - Venerdì 21 febbraio 2020

Il coronavirus riempie le cronache già da due mesi. Ma in Italia per noi questo è il giorno 1, quello in cui si è registrata la prima vittima. È successo in Veneto, un signore di 77 anni di Vo' Euganeo (non avevo mai sentito parlare di questo paese, chissà dov'è...).

Si parla inoltre di un manager lombardo che è ricoverato ed è grave e che avrebbe contagiato 14 persone. Ma considerata la sua quanto mai attiva vita sociale nei giorni precedenti al ricovero – è andato al lavoro, ha giocato a calcetto, ha partecipato a due corse podistiche... – si teme possa avere diffuso ancora più il virus.

I titoli dei giornali che parlano della presenza del virus in Italia sono naturalmente già sparati a nove colonne, ma la preoccupazione non è tanta. È venerdì e tutti si preparano a trascorrere un tranquillo week end di fine inverno senza particolari patemi d'animo. Del resto si sa che i giornali esagerano sempre nella speranza di vendere qualche copia in più...

Votami

migliori