Tutto normale, quindi. Se non fosse che, ancora una volta, il centrodestra si è messo di traverso, contestando apertamente la scelta fatta dalla maggioranza del sindaco Pisapia. La Lega Nord se n'è addirittura andata, è uscita dall'aula e non ha ritenuto nemmeno di discutere (pro o contro) l'istituzione della Commissione. Il Pdl, invece, è rimasto in aula ma ha contestato duramente il nuovo organo consultivo, prima di astenersi dal voto (così come ha fatto, partendo da altra posizione politica, il Movimento 5 Stelle).
Per De Corato la malavita organizzata a Milano non c'è
Il più risoluto contestatore della Commissione è stato l'ex vice sindaco Riccardo De Corato, colui che da sempre viene descritto dai suoi alleati e dai suoi elettori come il paladino della sicurezza cittadina. Nel suo intervento De Corato ha cercato di minimizzare la presenza della malavita organizzata nella nostra città. In fondo, ha detto, qui la mafia non ha mai ucciso nessuno, forse dimenticando che il vigile urbano e le altre quattro persone morte nell'esplosione del Pac di via Palestro, quella del 27 luglio 1993, sono vittime da ascrivere alla violenza mafiosa.E' facile controbattere – ma questo lo sa bene anche De Corato – che i danni, la mafia li può fare anche senza uccidere. Gli appalti vinti in modo illegale, i rifiuti tossici nascosti sotto le strade, i pizzi richiesti ai negozianti, gli incendi dolosi di locali e negozi, e tutto quello che riempie ogni giorno le nostre cronache cittadine dimostrano che una Commissione antimafia, qui come altrove, non può mancare. Anche e soprattutto in vista dei lavori di Expo 2015, vera tentazione per chi vuole impiegare denari "sporchi" in attività, diciamo così, pulite.
Il Pdl, la Lega Nord e quelle strane coincidenze
Una scelta strana, quella di Pdl e Lega, che risponde però a una tendenza che, negli ultimi tempi, sembra andare sempre più delineandosi. Perché questa decisione viene dopo quelle di votare alla Camera il no all'arresto di Nicola Cosentino, il deputato accusato dai giudici di essere uno dei terminali politici della mafia, e dopo quella di "rifiutare" la cittadinanza onoraria milanese a Roberto Saviano, simbolo internazionale della lotta italiana contro le mafie.Solo coincidenze? Siamo certi di sì. Ma siamo anche sicuri che, proprio per fugare ogni dubbio, gli esponenti di questi due partiti (che hanno governato l'Italia negli ultimi anni e che continuano a governare, oggi, la Lombardia) dovrebbero spiegare meglio la natura di queste scelte. Dovrebbero farlo ai propri elettori, sì, ma anche al resto degli italiani. Perché con la mafia, con le mafie, lo sappiamo bene tutti, non è il caso di scherzare.
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