venerdì 13 gennaio 2012

Suv e rom, connubio di "mostri"

Grande tristezza e cordoglio per quel povero vigile urbano ammazzato brutalmente mentre svolgeva il suo lavoro. Il dramma che si è svolto in quel parcheggio della Bovisa colpisce tutti noi, non solo i familiari e i colleghi dell'agente Nicolò Savarino, questo il nome della vittima. Ben ha detto il sindaco Pisapia: «Chi ha compiuto questo atto di una gravità inaudita non può certamente pensare di rimanere impunito».

Non si sa ancora chi sia stato a compiere un atto così violento e vile. Ma in relazione ai colpevoli, quello che si profila è un connubio di "simboli negativi" che non può non far riflettere. Da una parte il suv, il mezzo demonizzato da ecologisti, verdi, progressisti, comunisti, rivoluzionari di ogni genere che ogni volta che uno di questi "mostri a quattro ruote" viene coinvolto in un incidente gridano allo scandalo e ne chiedono l'abolizione dalle strade delle città. Dall'altra i rom, gli spauracchi di reazionari, neofascisti, nazionalisti, leghisti, anche di molti che si considerano moderati ma poi vedono con astio tutto ciò che non è italiano e, soprattutto, che ha la pelle un po' più scura "del dovuto".

Ecco, in queste ore si sussurra che a travolgere Nicolò Savarino – non dimentichiamoci più il suo nome – sarebbero stati due rom di etnia sinti (bloccati prima che riuscissero a scappare in Francia, pare) che guidavano un suv. Non un suv rubato, si badi bene, il suv di proprietà di uno dei due.

Dei rom su un suv: un connubio tra "mostri" – veri o presunti che siano – per compiere l'atto più abbietto che si possa immaginare: uccidere a sangue freddo un uomo indifeso, stroncare una vita e poi andarsene, così, come se nulla fosse.

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1 commento:

  1. Solo una precisazione, per onestà dei fatti: il Suv non era rubato, ma probabilmente era di provenienza illecita il denaro con cui è stato comprato (visto l'uso di un prestanome, che mi auguro paghi anch'esso per le sue responsabilità, ed i precedenti penali dei guidatori).
    A parte ciò, condivido nella sua sostanza l'analisi. Il punto dovrebbe essere semplice: tutti i delinquenti, Italiani o meno che siano, dovrebbero stare in prigione per la tutela della collettività, mentre i poveracci fuori per eliminare il sovraffollamento delle carceri. In Italia pare avvenga sempre il contrario: coltivi una pianta di marjuana e ti schiaffano dentro come il peggiore dei delinquenti, rubi stupri ammazzi e collabori con le mafie e c'è sempre chi fa in modo di farti uscire.
    E'un concetto semplice e pure banale, ma probabilmente sproloquiare su Suv e Zingari lo è ancora di più...

    www.marcofortino.com

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