domenica 22 marzo 2020

Coronavirus, il diario da Milano/marzo 2020_3

Diario giornaliero di una cosa che non era capitata mai, dalle nostre parti.



La storia del Coronavirus in Italia e in particolare a Milano, a partire dal Giorno 1, quello che ha fatto registrare la prima vittima dovuta a questa epidemia (era il 21 febbraio 2020).



Clicca qui per andare al diario da Milano del Coronavirus dal 1° aprile 2020


40° giorno - Martedì 31 marzo 2020

Il quarantesimo giorno di emergenza Covid-19 coincide con la fine di marzo, un mese vissuto interamente all'insegna della clausura forzata.

Un mese che si chiude con qualche barlume di speranza: sempre più si comincia a parlare di seconda fase dell'emergenza, sempre più si comincia a pensare al dopo.

La seconda fase dell'emergenza, se è vero che è ormai vicino il picco di contagi dopo di che si comincerà a scendere, dovrebbe essere quella delle prime parziali riaperture alla vita sociale. Le ipotesi per ora sono le più disparate, ognuno dice la sua e anche in questo caso è difficile riuscire a capire come sarà la situazione anche solo tra una decina di giorni.

Di sicuro c'è che l'obiettivo principale, in questo momento, è riuscire a contenere il contagio, se proprio non ad annullarlo del tutto, consentendo però di riprendere il proprio lavoro a buona parte dei cittadini che in questo momento sono del tutto fermi. Esistono categorie, che dovranno essere individuate con attenzione, che possono tornare in campo gradatamente senza pregiudicare tutto ciò che, con grandi sacrifici, è stato fatto fino a oggi.

Si ipotizza che le prime a riprendere l'attività possano essere le donne, che secondo le statistiche sono le meno colpite dal virus. Girano voci, non si sa quanto affidabili, che c'è la speranza di riaprire le scuole nel mese di maggio, cosa che consentirebbe di mettere una pezza a un anno scolastico rimasto in sospeso nonostante i tentativi – in molti casi andati in fumo, soprattutto a livello di scuole primarie – di mettere in piedi un efficace sistema di lezioni online.

Sono solo alcune delle idee sentite in questi giorni, volte a far riprendere la giusta marcia al nostro Paese. Doveroso che se ne parli ora, per non trovarsi impreparati quando sarà il momento, purché non ci si dimentichi – tutti, dai politici ai semplici cittadini – che siamo ancora in piena emergenza sanitaria.

Sul sito del Ministero della Salute ogni due settimane vengono pubblicati i dati aggiornati relativi al coronavirus. Ecco quelli del 26 marzo:
  • età media persone contagiate: 63 anni
  • eta media persone decedute: 78 anni
  • sesso delle persone contagiate: uomini 70,4%, donne 29,6%
Patologie pregresse al momento del ricovero:
  • pazienti con 0 patologie pre-esistenti: 2,1%
  • pazienti con 1 patologia pre-esistente: 21,3%
  • pazienti con 2 patologie pre-esistenti: 25,9%
  • pazienti con 3 o più patologie pre-esistenti: 50,7% 
 Aree geografiche con la percentuale maggiore di deceduti:
  • Lombardia: 65,9%
  • Emilia Romagna: 15,7%
  • Veneto: 4,4%
  • Piemonte: 2,9%. 
Sintomi più comunemente osservati prima del ricovero nelle persone decedute:
  • febbre: 75%
  • dispnea (mancanza di fiato): 71%
  • tosse: 40%
  • diarrea: 6%
  • emottisi (emissione di sangue con colpo di tosse): 1%.

La notizia di ieri più eclatante – e più preoccupante – viene dall'Ungheria dove il primo ministro Viktor Orbán ha fatto votare in Parlamento nuove misure che di fatto sospendono le elezioni, tolgono potere al Parlamento stesso, offrono al Governo la possibilità di violare leggi in vigore e dispongono l'arresto per chi diffonde notizie che critichino l'operato del governo nella lotta alla diffusione del virus. Una deriva verso un regime dittatoriale, già peraltro iniziata da tempo in Ungheria, che preoccupa l'Europa ma al tempo stesso trova l'appoggio di alcuni politici dell'opposizione nostrana.

Meglio pensare alle cose belle. La migliore che abbiamo visto, in questi giorni, riguarda Napoli, città che riesce sempre a sorprenderci.

Nei vicoli del centro storico è nata una gara di solidarietà verso le persone più bisognose – senzatetto, poveri, famiglie in difficoltà, disoccupati – che prevede l'esposizione di cestini in vimini penzolanti dai balconi in cui è riportata la frase di San Giuseppe Moscati, il medico ortopedico divenuto santo:
"Chi può metta, chi non può prenda".
Chi vuole può lasciare generi alimentari nel cestino, chi ne ha bisogno può prenderli.

Quanta civiltà c'è in questo piccolo, grande gesto?


Diamo un'occhiata ai dati delle ore 18.

Italia
  • contagi totali: 105.792 (+4.053) / 101.739 (+4.050) / 97.689 (+5.217) / 92.472 (+5.974)
  • decessi totali: 12.428 (+837) / 11.591 (+812) / 10.779 (+756) / 10.023 (+889)
  • guariti totali: 15.729 (+1.109) / 14.620 (+1.590) / 13.030 (+646) / 12.384 (+1.434)
Lombardia
  • contagi totali: 43.208 (+1.047) / 42.161 (+1.154) / 41.007 (+1.592) / 39.415 (+2.117) 
  • decessi totali: 7.199 (+381) / 6.818 (+458) / 6.360 (+416) / 5.944 (+542)
  • guariti totali: 10.885 (+548) / 10.337 (+1.082) / 9.255 (+293) / 8.962 (+96)
L'impressione è che in Lombardia la situazione stia lentamente, costantemente migliorando. Per quanto riguarda la crescita dei decessi siamo tornati ai livelli dello scorso 25 marzo, quasi una settimana fa. E sappiamo che settimana è stata, questa.

Si discosta di poco il discorso che riguarda l'Italia in generale, con i numeri che in linea di massima sono sul livello di quelli di ieri. Non si registrano peggioramenti sensibili, insomma, e già questo è da considerarsi positivo.



39° giorno - Lunedì 30 marzo 2020

Il mio amore per la Spagna è anche "colpa" di Hemingway. Le mie letture giovanili – "Per chi suona la campana", "Fiesta", "Morte nel pomeriggio" – mi hanno fatto amare questo Paese ancor prima di metterci piede. Ci sono andato molte volte, dopo, e sempre ho pensato che se non vivessi in Italia è lì – soprattutto a Barcellona o a Siviglia – che vorrei vivere.

Per questo mi fanno davvero male le notizie e le immagini che arrivano da Madrid e dintorni: la crescita dei contagi e il numero delle morti in questo momento cresce in modo esponenziale, anche più che da noi, e per il momento non sembra esserci una soluzione per frenare la diffusione del virus.

Italia e Spagna hanno spesso condiviso il loro destino e già li sentiamo gli amici dei Paesi del Nord Europa, nelle loro segrete stanze, dire: «Quelli lì del Sud sono sempre gli stessi...!».

Difficile dire perché qui da noi il Covid-19 abbia attecchito più che da altre parti, per ora nemmeno gli scienziati e gli esperti di epidemie hanno risposte precise. Ma è certo che quando usciremo da questa difficile prova che ci troviamo ad affrontare tutti quanti, nessuno escluso – Francia, Germania, Olanda, Regno Unito non ne sono certo esenti –, ogni Paese potrà tirare le somme e capire chi lo ha aiutato nel momento del bisogno e chi invece ha girato la testa dall'altra parte.

È notizia di ieri l'arrivo di medici e operatori sanitari inviati dall'Albania, nei giorni scorsi sono atterrati medici e materiale sanitario provenienti da Cuba, dalla Russia, dalla Cina. Stranamente tutti da Paesi che hanno un presente o un passato legato al comunismo, probabilmente è solo un caso che sia così, ma alla fine dell'emergenza ci ricorderemo dell'aiuto che hanno voluto fornirci.

E non ci dimenticheremo dei nostri pazienti accolti dalla Germania, certo, ma nemmeno dell'atteggiamento di superiorità che i Paesi del centro e del nord Europa hanno mostrato una volta di più nei nostri confronti. Molti di questi prima ci hanno indicati come "untori" e hanno cercato di scaricare su di noi la colpa di avere portato il virus in Europa – situazione più volte smentita nel corso di queste settimane –, poi non hanno voluto seguire il percorso da noi tracciato – non sia mai che l'Italia ci insegni qualcosa –, azione che gli avrebbe fatto risparmiare tante scocciature ma soprattutto tante vittime. Infine storcono il naso quando si parla di aiuti alle nazioni più colpite dalla pandemia, tra cui in questo momento ci siamo anche noi.

Quello che sta accadendo a noi non lo auguriamo a nessuno. Siamo stati tra i primi a essere colpiti da questo flagello e forse saremo anche tra i primi a uscirne. Sono sicuro che quando ne avremo la forza e la possibilità metteremo a disposizione di Paesi vicini e lontani forze umane e strumentali e l'esperienza maturata in questa emergenza. Perché noi italiani siamo così, abbiamo il senso della solidarietà e non cercheremo certo vendette nel momento del bisogno.

Aiuteremo tutti, anche chi oggi gira la testa dall'altra parte. Con dignità, non certo per sottomissione.

Ma veniamo ai dati delle ore 18.

Italia
  • contagi totali: 101.739 (+4.050) / 97.689 (+5.217) / 92.472 (+5.974) / 86.498 (+5.959)
  • decessi totali: 11.591 (+812) / 10.779 (+756) / 10.023 (+889) / 9.134 (+969)
  • guariti totali: 14.620 (+1.590) / 13.030 (+646) / 12.384 (+1.434) / 10.950 (+589)
Lombardia
  • contagi totali: 42.161 (+1.154) / 41.007 (+1.592) / 39.415 (+2.117) / 37.298 (+2.409)
  • decessi totali: 6.818 (+458) / 6.360 (+416) / 5.944 (+542) / 5.402 (+544)
  • guariti totali: 10.337 (+1.082) / 9.255 (+293) / 8.962 (+961) / 8.001 (+162)
Cala il numero dei contagiati quotidiani mentre sale quello, sempre giornaliero, dei decessi rispetto a ieri e questo può avere un senso: i decessi di oggi riguardano i contagi dei giorni scorsi, che erano ben più numerosi di quelli attuali. Se l'incremento dei contagi continuerà a scendere non potranno che diminuire anche le morti, nei prossimi giorni.

Un gran botto per quanto riguarda i guariti, bene così!


38° giorno - Domenica 29 marzo 2020

Il giorno del cambio dall'ora solare a quella legale è, in genere, tra i miei giorni preferiti dell'anno. L'idea che alla sera sia chiaro fino a tardi mi mette gioia e voglia di vivere. Siamo nel periodo dell'anno, poi, in cui le temperature cominciano a salire, che bello uscire di casa e...

Credo che questo sia il momento più delicato da quando siamo entrati in emergenza per il Covid-19 e gli interventi di queste ultime ore di politici e amministratori sembrano confermarmi che non sono l'unico a pensarlo.

Pensiamoci bene. L'emergenza è riuscita in qualcosa che fino a poche settimane fa sarebbe sembrato del tutto impensabile. È riuscita a fare stare a casa tutti, a far rispettare la regola del #iorestoacasa alle categorie di persone più impensabili, dai manager d'assalto alle mamme tigre, dai ragazzotti della bande criminali alle ragazzine dedite allo shopping compulsivo, dai fannulloni perditempo che passano le ore al parco ai vecchietti seduti sulle panchine affiancati dalle badanti, dai ladri d'appartamento ai politici in perenne campagna elettorale.

A parte rarissime eccezioni – ma avete presente l'Italia, ve lo sareste mai aspettato che fossero così poche? – tutti a casa, responsabilmente, con un senso di partecipazione e di condivisione mai capitato in passato e che probabilmente mai più capiterà in futuro.

Ma quanto può durare questa situazione? L'attesa spasmodica di notizie positive viene spesso frustrata da numeri che vanno in tutt'altro senso. Molte persone cominciano ad avere difficoltà economiche, ormai da più di un mese per molte categorie di lavoratori le entrate sono diminuite se non annullate del tutto. Si cominciano a fare i conti, quanto potremo ancora sopravvivere in queste condizioni? Se poi si aggiunge la bella stagione e la voglia di tornare a uscire di casa, ecco che il momento diventa quanto mai delicato.

L'emergenza sanitaria continua, anzi è probabilmente al suo culmine (e questo non ci dispiacerebbe, visto che significherebbe che da qui si potrebbe solo migliorare). Ma il pericolo è che in questo momento ci sia assuefazione ai numeri dei contagi e addirittura anche a quello delle persone morte.

Mi ricordo bene i primi giorni di questa storia. Domenica 23 febbraio avevamo scritto: «Il numero di vittime sale a 3 e cominciano a essere tante». Eravamo preoccupati, turbati, tre vite umane portate via dal coronavirus in tre giorni ci sembravano davvero tante. Ieri in Italia le vittime ufficiali, e qualcuno ipotizza che potrebbero essere anche di più, sono state in un sol giorno 889 e tutti abbiamo tirato un piccolo sospiro di sollievo perché sono diminuite rispetto all'altro ieri.

Anche l'attività senza tregua degli operatori sanitari alla fine rischia di diventare "la solita solfa", sappiamo come la gente si stanchi presto delle situazioni che si ripetono in continuazione. È già successo tante altre volte, non ci sarebbe da stupirsi se, ahimè, dovesse accadere anche ora.

Ai piani alti, le persone più responsabili e che hanno a cuore le sorti del nostro Paese sembrano avere percepito questo pericolo e si stanno muovendo per cercare di tenere a freno le pulsioni che potrebbero scatenarsi se dovesse scoccare una pericolosa scintilla di ribellione.

Il Presidente del Consiglio ha varato una manovra economica di sostegno, il Presidente della Repubblica ha ancora una volta unito gli italiani attorno a sé, il sindaco di Milano, gli esponenti di vari partici politici, i virologi, gli economisti, i responsabili della Protezione Civile... tutti stanno lavorando per cercare di tenere alta l'attenzione. Anche Papa Francesco probabilmente non ha scelto a caso questo momento per la sua toccante e spettacolare preghiera in piazza San Pietro (quando ci si mette, la Chiesa non ha avversari dal punto di vista dell'efficacia della comunicazione!).

Non è il momento di lasciarsi andare, non è il momento di abbassare la guardia, non scherziamo. Cedere ora vorrebbe dire sacrificare tutto quanto di buono abbiamo fatto finora, vorrebbe dire buttare a mare tutti gli sforzi compiuti da medici, infermieri, operatori sanitari e di tutti coloro che non hanno mai smesso di lavorare per assicurarci un'esistenza quanto più possibile normale, pur nell'eccezionalità della situazione.

Che tutti remino verso questo obiettivo, questo quello che chiediamo più che mai oggi. Chi va in altra direzione ne dovrà rendere conto a tutti gli italiani quando questo incubo ce lo saremo finalmente lasciato alle spalle.

Ecco i dati delle ore 18, comparati con quelli dei tre giorni precedenti (tra parentesi la differenza rispetto al giorno prima)

Italia
  • contagi totali: 97.689 (+5.217) / 92.472 (+5.974) / 86.498 (+5.959) / 80.539 (+6.153)
  • decessi totali: 10.779 (+756) / 10.023 (+889) / 9.134 (+969) / 8.165 (+662)
  • guariti totali: 13.030 (+646) / 12.384 (+1.434) / 10.950 (+589) / 10.361 (+999)
Lombardia
  • contagi totali: 41.007 (+1.592) / 39.415 (+2.117) / 37.298 (+2.409) / 34.889 (+2.543)
  • decessi totali: 6.360 (+416) / 5.944 (+542) / 5.402 (+544) / 4.861 (+387)
  • guariti totali: 9.255 (+293) / 8.962 (+961) / 8.001 (162) / 7.839 (+558)
Che cosa dire, se non che l'impressione è che i dati stiano costantemente migliorando, sia dal punto di vista dei contagiati sia da quello dei deceduti? Questo sembra essere il trand, speriamo sia la vera discesa verso la normalità che tutti aspettiamo.

In controtendenza solo il numero dei guariti, il che fa pensare che ieri forse non avevamo tutti i torti quando avevamo ipotizzato che il grande incremento di questi dipendesse anche da questioni legate alla rilevazione dei dati.



37° giorno - Sabato 28 marzo 2020


Da 37 giorni ci svegliamo con la sensazione di vivere una vita sospesa. Per noi che facciamo il nostro dovere restando a casa è come se qualcuno avesse schiacciato il tasto della pausa. Non per tutto il film, ci sono aspetti della vita quotidiana che procedono senza sosta, ma per quanto riguarda la vita sociale, la vita che normalmente viene vissuta fuori dalle quattro mura del nostro appartamento.

Mio figlio ieri se n'è uscito con un «è quasi meglio andare a scuola» , frase che più di ogni altra è in grado di descrivere l'attuale situazione.

Ognuno, in casa, cerca di tenersi in forma come può. La moglie segue corsi di yoga online, il figlio ogni giorno svolge una lunga seduta di esercizi per potenziare e allungare i muscoli per il basket, la figlia si collega due volte alla settimana con l'allenatore e le compagne per l'allenamento di pallavolo. Io sono il più pigro, ma ho scoperto che sulla pagina Facebook di Milanosport ci sono esercizi per "tennisti casalinghi", credo che comincerò a seguirla. Certo non sarà come scattare per tutta la lunghezza del campo per recuperare una palla corta, ma questo abbiamo a disposizione, in questo momento...

Questi i fatti che ci hanno più colpiti nelle ultime ore:
  • la questione tamponi sì/tamponi no. I numeri reali dei contagiati, si dice, sono molto più estesi di quelli diffusi ufficialmente. Questo perché esiste un enorme numero di contagiati di cui non si conosce l'esistenza, dal momento che i tamponi con cui si può verificare il contagio, sono eseguiti solo a un numero ristretto di persone. Per esempio, tutti coloro che hanno i sintomi e vivono in casa – peraltro con famigliari che invece i sintomi non ce li hanno – non rientrano nel novero dei contagiati ufficiali, c'è chi dice che siano dieci volte tanti rispetto a questi. Una situazione che si ripercuote anche sui conteggi delle persone morte per Covid-19, che sarebbero molte di più di quanto rivelato nel bollettino quotidiano della Protezione Civile e nel corso delle conferenze stampa di Regione Lombardia
  • la positività al coronavirus di Boris Johnson, primo ministro del Regno Unito, quello che quando tutto il mondo cominciava a sentirsi in emergenza aveva minimizzato il problema e aveva ipotizzato di tenere tutto aperto, per non influire troppo sull'economia del Paese e per agevolare la cosiddetta immunità di gregge per cui, pur pagando il prezzo di migliaia di morti, si rafforza il sistema immunitario di chi sopravvive. Ipotesi poi presto scartata, vista la veloce diffusione del virus anche oltremanica
  • la preghiera di Papa Francesco in una piazza San Pietro deserta e flagellata dalla pioggia. Un messaggio di speranza e di preghiera rivolto a tutto il mondo, con il momento finale della benedizione "urbi et orbi", che in genere viene impartita dal Pontefice solo a Pasqua e a Natale, con l'indulgenza plenaria
  • il rinvio definitivo del "Salone del Mobile", quest'anno si salta, se ne riparlerà ad aprile 2021
  • il numero dei medici morti nella lotta contro il virus, salito finora a 51, e quello degli operatori sanitari contagiati in questi giorni di emergenza, ormai quasi 7mila, che ci danno il metro di quanto sia dura e drammatica la situazione vissuta da tutte le migliaia di persone che ogni giorno si dedicano senza sosta alla cura dei malati
  • l'annuncio che il giorno di Pasqua Andrea Bocelli in piazza  Duomo, ovviamente deserta, terrà un concerto che verrà trasmesso in diretta streaming in tutto il mondo 
  • l'intervento in Senato della ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina che ha annunciato, ma nessuno aveva dubbi in proposito, che la chiusura delle scuole proseguirà anche dopo il 3 aprile. Ha anche aggiunto: «Se la didattica a distanza funziona come sta funzionando non ci sarà alcun motivo per andare a scuola a luglio o agosto». Ma la domanda è: davvero la didattica a distanza sta funzionando? In tutte le scuole e a tutti i livelli?
  • il fuorionda messo in onda per sbaglio dal Quirinale prima del discorso televisivo del Presidente Sergio Mattarella, in cui si vede che al suggerimento di un collaboratore di aggiustarsi un "ciuffo ribelle" il Presidente, sistemandosi i capelli, risponde con questa frase: «Eh Giovanni, non vado dal barbiere neanch'io...». Il Presidente Mattarella, uno di noi. 



I dati delle 18, comparati con quelli dei tre giorni precedenti (tra parentesi la differenza rispetto al giorno prima)

Italia
  • contagi totali: 92.472 (+5.974) / 86.498 (+5.959) / 80.539 (+6.153) / 74.386 (+5.210)
  • decessi totali: 10.023 (+889) / 9.134 (+969) / 8.165 (+662) / 7.503 (+683)
  • guariti totali: 12.384 (+1.434) / 10.950 (+589) / 10.361 (+999) / 9.362 (+1.036)
Lombardia
  • contagi totali: 39.415 (+2.117) / 37.298 (+2.409) / 34.889 (+2.543) / 32.346 (+1.643)
  • decessi totali: 5.944 (+542) / 5.402 (+544) / 4.861 (+387) / 4.474 (+296)
  • guariti totali: 8.962 (+961) / 8.001 (162) / 7.839 (+558) / 7.281 (+624)

Sia in Italia in generale, sia in Lombardia in particolare, tutti i dati sono o equivalenti o positivi rispetto a quelli del giorno prima. Una combinazione che non è capitata spesso, in tutti questi giorni, non possiamo che raccogliere questa notizia con piacere.

È vero, il numero dei decessi è calato di poco (consideriamo che nel conteggio dell'Italia di ieri sono inseriti anche 50 decessi che in realtà erano dell'altro ieri), ma quello che colpisce è il numero dei guariti, in tuti e due i casi clamorosamente salito, tanto che insieme a un trend sicuramente positivo potrebbe avere contribuito anche una causa legata al sistema di rilevazione. Ma ci piace pensare che non sia così.



36° giorno - Venerdì 27 marzo 2020

Mentre si teme che a Milano si scateni da un momento all'altro un focolaio – ma c'è chi rassicura gli animi e sostiene che l'aumento del numero dei contagi è solo dovuto al fatto che sono aumentati i test e che quindi è solo una questione di maggior rilevazione – la notizia del giorno è che gli USA sono diventati la parte del mondo con il maggior numero di contagi registrati. Hanno superato in sol balzo l'Italia e la Cina e la diffusione del contagio sembra non volersi fermare, anzi.

Anche la Spagna continua a essere in grande difficoltà, entrambi i Paesi scontano un'indecisione iniziale che non ha fatto tesoro delle misure che qui in Italia avevamo già assunto. La stessa indecisione che sembrano ancora avere altri Paesi del mondo.

Come la Svezia, ad esempio, dove il Direttore della Sanità ieri ha detto "non si possono varare misure draconiane che hanno un impatto limitato sull'epidemia ma abbattono le funzioni sociali" e quindi restano aperti gli uffici, i mezzi di trasporto sono pieni e le scuole sono chiuse solo per gli studenti dai 16 anni in su.

O come il Brasile, dove il presidente Jair Bolsonaro ha dichiarato di voler riportare il Paese alla normalità, perché non si può fermare tutto per una semplice "gripezinha", un'influenza da poco.




Visti i movimenti rilevanti, anticipo di un giorno la pubblicazione della classifica aggiornata dei dieci Paesi al mondo più colpiti dal contagio del Coronavirus – che da qualche settimana qui su Milanau pubblichiamo al sabato –  con la comparazione dei dati registrati sabato scorso, 21 marzo:

  1. USA                    85.991 contagiati             erano 19.624           + 66.367
  2. Cina                   81.828 contagiati              erano 81.303                 + 525
  3. Italia              80.589 contagiati          erano 47.021         +33.568
  4. Spagna              57.786 contagiati              erano 21.571           + 36.215
  5. Germania          47.278 contagiati              erano 19.848           + 27.430
  6. Francia               29.567 contagiati             erano 12.632            + 16.935
  7. Iran                     29.406 contagiati             erano 19.644              + 9.762
  8. Regno Unito       11.813 contagiati              erano 4.014               +7.799
  9. Svizzera               11.811 contagiati               erano 5.544             + 6.267
  10. Sud Corea             9.332 contagiati               erano 8.652                + 680
Curiosamente, ma forse no, i dieci Paesi non sono cambiati, sono sempre gli stessi. È cambiata però la disposizione nella graduatoria, con gli USA che dalla settima posizione balzano in prima e la Francia che supera l'Iran, con il Regno Unito che dal decimo sale al settimo e la Corea del Sud che scivola in ultima posizione e, c'è da giurarlo, presto uscirà da questa triste classifica.

Dietro, sempre un manipolo di europee: Olanda, Austria e Belgio e a seguire il Canada.

Se si tiene conto degli aumenti dei contagiati di questi ultimi giorni, la vera classifica mondiale è:
  1. USA
  2. Spagna
  3. Italia
  4. Germania
  5. Francia.
Non siamo più il Paese con la maggior diffusione del contagio, ma il fatto che altri stiano peggio di noi non è certo una consolazione.

I dati di oggi delle 18, per la prima volta, provo a confrontarli con quelli dei tre giorni precedenti, così che sia più facile comprendere l'andamento dei numeri.

Italia
  • contagi totali: 86.498 (+5.959) / 80.539 (+6.153) / 74.386 (+5.210) / 69.176 (+5.249)
  • decessi totali: 9.134 (+969) / 8.165 (+662) / 7.503 (+683) / 6.820 (+743)
  • guariti totali: 10.950 (+589) / 10.361 (+999) / 9.362 (+1.036) / 8.326 (+894)
Lombardia
  • contagi totali: 37.298 (+2.409) / 34.889 (+2.543) / 32.346 (+1.643) / 30.703 (+1.942)
  • decessi totali: 5.402 (+544) / 4.861 (+387) / 4.474 (+296) / 4.178 (+402)
  • guariti totali: 8.001 (162) / 7.839 (+558) / 7.281 (+624) / 6.657 (+582)

Rispetto a ieri, in Italia si registrano 969 vittime in più, numero mai raggiunto finora, e poco ci consola il fatto che questa cifra comprenda anche 50 decessi che ieri non erano stati registrati. Oggi abbiamo superato la Cina nel numero dei contagiati totali (lì sono 81.897), davanti a noi gli inarrestabili USA che viaggiano ormai a una media di quasi 10mila contagi al giorno.

Anche in Lombardia il numero dei decessi è il più alto registrato finora in una sola giornata. E la cosa strana è che il numero dei guariti è diminuito sensibilmente, sia in un caso sia nell'altro.

In leggero calo, e questo è finalmente un dato positivo, l'aumento dei contagiati di tutta italia. Prendiamolo come un segnale di buon auspicio, senza però dimenticarci che ora più che mai – per noi che non esercitiamo professioni direttamente coinvolte nell'emergenza – è tempo di fare il nostro dovere uscendo di casa solo in caso di necessità.



35° giorno - Giovedì 26 marzo 2020

Oggi vado io, a fare la spesa, e questo è il mio colpo di vita di questi ultimi giorni. Non esco da sabato e comincio ad accorgermene. Non si tratta solo di respirare aria, per quello si può andare sul balcone – se c'è il sole mi siedo lì e leggo un po' – ma è proprio un'esigenza sia fisica, il fare quei quattro passi che ti sgranchiscono ossa e muscoli, sia mentale, l'idea di avere qualcosa da fare che non sia stare al computer a scrivere.

È incredibile come sia cambiata la nostra vita in questi 35 giorni, chissà quanto tempo ci impiegheremo per tornare ai ritmi e alle abitudini di prima. Chissà, magari qualche brutta abitudine non la riprenderemo. O forse per reazione faremo anche di peggio...

Ho guardato sull'App che ti segnala quanto sono lunghe le code per entrare nei supermercati. Per il mio c'è scritto 20 minuti, non male. Ora mi vesto ed esco: scarpe indossate sul pianerottolo, giacca perché la temperatura è ancora invernale, mascherina d'ordinanza e foglio con autocertificazione. Si parte...

Altro che 20 minuti: non ho fatto nemmeno un secondo di coda. Avevo due uomini davanti a me, ma ci hanno fatti entrare subito.

Dentro, tante persone ma tutte a distanza regolamentare. I dipendenti del supermercato tutti con mascherina e guanti, i clienti quasi tutti.

Tutti sembrano molto più gentili, meno frenetici, più educati. Forse perché ci si sente tutti sulla stessa barca, il virus ci rende tutti uguali e anche un po' più attenti agli altri.

Lo dimostrano del resto le centinaia di raccolte fondi, tutte di successo, nate in questi giorni: pur nella difficoltà in cui ci si trova, tutti hanno voglia di aiutare e sostenere, per quello che possono, le realtà e le persone che stanno combattendo in prima linea contro questo maledetto nemico.

Ci si sente in colpa, un po': noi nelle nostre case – costretti a starci, certo, ma pur sempre nelle nostre case – e tanti altri là fuori, negli ospedali, a lottare senza sosta contro la morte. Sono già più di 30, dicono i giornali, i medici che hanno dato la vita in questa battaglia senza confine e chissà quanti altri saranno i sacrifici che questa lotta richiederà.

Vorremmo partecipare, aiutare in modo attivo, ma il nostro compito in questo momento è solo quello di contribuire a bloccare la diffusione del virus, restando in casa ed evitando i contatti con le altre persone.

Quando l'emergenza finirà e gli operatori sanitari potranno finalmente riposarsi toccherà a noi scendere in pista per rimettere in piedi questo Paese. Dobbiamo avere pazienza, prima o poi arriverà anche il nostro turno.

I dati della sera sono stati anticipati nel pomeriggio da alcune dichiarazioni del presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, che si è detto preoccupato per l'aumento odierno dei contagi sul territorio regionale. «Dobbiamo valutare - ha sottolineato - se si tratta di un fatto eccezionale determinato da qualche episodio particolare o se è un trend in aumento, il che sarebbe un po' imbarazzante». 

Parole che hanno trasmesso una certa insicurezza nei lombardi e hanno lasciato il dubbio sul loro vero significato: Fontana proverebbe imbarazzo per quanto fatto finora dalla Regione nella lotta al Coronavirus? Sarebbe un caso più unico che raro di "mea culpa" in diretta televisiva.  

Ma vediamoli, questi dati che riguardano la Lombardia. I contagiati totali sono diventati 34.889 (+2.543 rispetto a ieri), le persone morte 4.861 (+387) e quelle guarite 7.839 (+558)

Numeri davvero impressionanti, anche se confrontati con quelli di ieri, che erano molto più contenuti sia riguardo i contagiati (+1.643 rispetto all'altro ieri) sia riguardo i decessi (+296 rispetto al giorno prima).

In Lombardia, al momento, la chiusura totale fatica a produrre effetti (ma dobbiamo pensare che se non fosse stata disposta ora ci troveremmo in una situazione ben più critica).

Vediamo i dati relativi a tutta Italia. I contagiati totali sono diventati 80.539 (+6.153 rispetto a ieri, dato in crescita), le persone morte 8.165 (+662, dato in leggera diminuzione), i guariti 10.361 (+999, dato in leggero calo)

La buona notizia è che è sceso il dato relativo ai decessi. E questa sera vogliamo andare a dormire ricordandoci solo questo.




34° giorno - Mercoledì 25 marzo 2020

Ieri sono andato un po' nel pallone per quanto riguarda il numero dei contagiati. Secondo i miei calcoli il loro dato giornaliero era aumentato rispetto a quello dell'altro ieri (+ 5.249 di ieri rispetto a +4.789 dell'altro ieri). Un numero negativo, quindi, che si era andato a sommare a quello altrettanto negativo dell'aumento delle persone morte (+743 rispetto a +601).

Poi sono andato a leggere i giornali online e ho visto i telegiornali e ho scoperto che tutti sostenevano che finalmente i contagi erano diminuiti, anche se purtroppo i morti no, che per quanto riguarda i contagiati si cominciava dunque a godere degli effetti positivi della serrata del Paese, che risale a due settimane fa, mentre per quanto riguarda i morti è ovvio non fossero diminuiti perché riguardavano persone che si sono contagiate prima del decreto di chiusura totale.

Sono andato a vedermi e rivedermi i numeri: dove ho sbagliato? E ho scoperto che in questi ultimi giorni in Italia è cambiato il modo di conteggiare i contagiati.

Politici, addetti all'emergenza e amministratori regionali – e di conseguenza giornali e televisioni – non parlano più, come si era fatto fino all'altro ieri, dei "contagiati totali", cioè di tutte le persone che dall'inizio della crisi sono risultate positive al tampone, ma dei "casi positivi" del momento, cioè del numero dei contagiati totali cui vengono sottratti il numero delle vittime e quello dei guariti (così il risultato finale è: +3.612 di ieri rispetto al +3.780 dell'altro ieri).

Visto che le vittime, purtroppo, al momento non accennano per niente a diminuire, e visto che sale, in questo caso per fortuna, il numero delle persone guarite, è chiaro che il numero dei "casi positivi" non cresce come quello dei "contagiati totali" – che, appunto, sono aumentati, non diminuiti – e l'impressione che tutto vada meglio è subito trasmessa. Ma ho dubbi che sia davvero così, mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse se la mia analisi è errata o ha qualche fondamento di verità.

Perché poi la domanda sarebbe: ma perché dovrebbero dire che qualcosa va meglio se questo non è vero? Forse perché tutti in questa settimana ci aspettavamo che si vedessero gli effetti della chiusura dell'Italia e lo scoprire che per ora non è così potrebbe far sorgere qualche dubbio sulla validità delle misure prese a livello nazionale e regionale? (che non a caso ogni due giorni vengono rese sempre più restrittive...).

Ma cambiamo discorso e non dimentichiamoci che l'emergenza coronavirus è un'emergenza mondiale. Le notizie che ci arrivano dall'estero ci danno la misura di quanto stia accadendo anche fuori dai nostri confini:
  • in Spagna si sono raggiunti i quasi 3mila morti, la zona più colpita è quella di Madrid
  • negli Stati Uniti per ora i decessi sono "solo" 680, ma i contagi hanno superato ormai le 50mila unità, con epicentro a New York
  • In Giappone si è deciso di rimandare i giochi olimpici al 2021, i giochi "ventiventi" non esistono più
  • nella notte l'India, con il suo miliardo e trecentomila abitanti, ha decretato il "coprifuoco del popolo", cioè la chiusura totale del Paese per i prossimi 21 giorni
  • in Inghilterra, notizia degli ultimi minuti, il virus ha colpito anche la famiglia reale, nello specifico il 71enne principe Carlo.

Veniamo ai dati delle 18. Riferiti, nella consueta diretta, non dal febbricitante capo delle Protezione Civile Angelo Borrelli, ma dal Direttore operativo del Dipartimento della Protezione civile, Luigi D'Angelo.

Oggi i contagiati totali in Italia sono diventati 74.386 (+5.210 rispetto a ieri), le persone morte 7.503 (+683), quelle guarite 9.362 (+1.036).

In Lombardia: contagiati 32.346 (+1.643 rispetto a ieri), persone morte 4.474 (+296), persone guarite 7.281 (+624).

Non si può gioire quando in un solo giorno muiono 683 persone, ma è indubbio che oggi tutti i dati – sia quelli relativi all'Italia intera sia quelli che riguardano la sola Lombardia – siano migliori di quelli di ieri. Quello che riguarda i contagiati è migliorato di pochissimo (5.210 oggi, 5.249 ieri) ma già vedere un numero più basso, in questi giorni, è per noi un messaggio che davvero un po' ci rincuora.



33° giorno - Martedì 24 marzo 2020

Pare che nel mondo ci siano 1,7 miliardi di persone rinchiuse in casa. Un numero che ci fa sentire un po' meno soli. Perché diciamolo, anche se dall'esterno delle nostre quattro mura continuano ad arrivarci indicazioni su come ci dobbiamo comportare, ci sentiamo tutti come se dovessimo combattere il coronavirus con le sole nostre mani.

È una sensazione che abbiamo fin dall'inizio. Non si tratta di scarsa fiducia in chi ci governa o amministra, qualcuno, nel mazzo, riteniamo sia capace e ci fidiamo di lui. Dipende piuttosto dalla consapevolezza che nessuno ha la ricetta in tasca, che una cosa del genere, come diciamo nell'incipit di questo nostro diario, non ci è mai capitata e inevitabilmente si è portati spesso a brancolare nel buio.

Da quando siamo chiusi in casa – al netto di decreti, consigli, messaggi su Facebook, autocertificazioni... – ognuno è padrone del suo destino, di quello suo e di quello dei famigliari che condividono il tetto con lui.

I controlli, soprattutto in città, non riescono a essere così capillari: sarebbe facile uscire tutti i giorni inventando la storia della spesa, della farmacia o del cane. C'è chi lo fa, mettendo a rischio la sua vita e quella degli altri. Le persone di buon senso non lo fanno, ma perché sono di buon senso, lo fanno in modo indipendentemente dai decreti.

Non si può certo paragonare la nostra lotta casalinga quotidiana a quella di medici e infermieri, ma nemmeno a quella dei cassieri e delle cassiere del supermercato, degli operai e delle operaie che lavorano nelle aziende ancora aperte, dei trasportatori che sono ogni giorno sulle strade e nei magazzini di mezza Italia, esposti ogni momento al rischio di contagio...

Questo non toglie, però, che quando avremo sconfitto il Covid-19 ci potremo sentire un po' tutti vincitori. Ognuno avrà messo il suo piccolo mattoncino, avrà fatto la sua parte. Al caldo delle sue quattro mura, certo, ma non dimentichiamoci che questo è un nemico che non bussa alla porta chiedendo se può entrare.

Ci avviciniamo al bollettino delle 18. Da più parti, e da più giorni, molti sostengono che i numeri che vengono diramati ogni giorno dalla Protezione Civile non sono quelli reali. I contagiati sarebbero molti ma molti di più, si sostiene, forse anche dieci volte tanto quello che ci dicono. E anche i decessi sarebbero molti di più, perché i conteggi ufficiali non tengono conto di tutte le persone che muoiono nelle loro case, senza avere avuto la possibilità di essere curate.

Anche in questo caso è difficile dire dove sta la verità, così come è difficile dire se davvero in Italia la situazione è così catastrofica rispetto agli altri Paesi coinvolti. Noi non possiamo che basarci su quello che ci viene raccontato, consapevoli che i numeri che ogni giorno ci vengono comunicati sono difficilmente verificabili e hanno una fortissima influenza sullo stato d'animo di noi cittadini, impotenti spettatori di questo spettacolo così inedito e tremendo...

Veniamo comunque ai numeri. Oggi i contagiati totali in Italia sono diventati 69.176 (+5.249 rispetto a ieri), le persone morte 6.820 (+743), quelle guarite 8.326 (+894).

In Lombardia: contagiati 30.703 (+1.942 rispetto a ieri), persone morte 4.178 (+402), persone guarite  6.657 (+582).

Una giornata non molto positiva, purtroppo.



32° giorno - Lunedì 23 marzo 2020

Questa nuova settimana si apre con la piccola speranza data dai numeri che ieri sono stati più clementi rispetto ai giorni precedenti. Non è la prima volta, che succede, e quando ci siamo esaltati per questo fatto poi siamo stati regolarmente rigettati nello sconforto dai numeri del giorno successivo. Per questo meglio non gioire, almeno fino a questa sera.

È un dato di fatto, però, che questa che inizia oggi è una settimana cruciale per la nostra lotta al coronavirus e anche per la nostra tenuta emotiva. Coincide infatti con le due settimane da quando si è "chiusa l'Italia", da quando cioè il Governo ha stabilito per decreto la grande maggioranza delle limitazioni che caratterizzano la vita di questi nostri giorni.

Si è sempre detto che l'incubazione del Covid19 dura circa 14 giorni, per cui da questa settimana si dovrebbero vedere gli effetti positivi delle misure adottate. Siamo tutti molto fiduciosi.

Nel frattempo ieri un nuovo decreto del Governo ha stabilito la chiusura di molte altre attività produttive non considerate essenziali. E ha fissato una lunga lista di attività che invece devono essere mantenute attive. Come accade sempre in questi casi c'è chi ha detto che le misure restrittive non sono sufficienti, che bisognerebbe avere il coraggio – lasciando intendere che questo Governo il coraggio non ce l'ha – di chiudere tutto.

Abbiamo tutti parenti e amici che in questo momento stanno lavorando come se niente fosse e sappiamo benissimo, perché ce l'hanno detto, che se restassero a casa con molta probabilità non avremmo da mangiare e bere, non avremmo farmaci da comprare nelle farmacie, se ci si rompesse il computer saremmo del tutto isolati dal mondo, probabilmente non avremmo l'energia elettrica e l'acqua nelle nostre case, le nostre città sarebbero invase dall'immondizia, morirebbero gli animali negli allevamenti, non potremmo prelevare denaro o utilizzare le carte di credito, non potremmo informarci attraverso la lettura del nostro giornale, nelle case di cura le persone anziane sarebbero abbandonate, senza assistenza...

Sono solo alcune delle cose che succederebbero se si fermasse tutto. Chi chiede che ogni attività lavorativa venga interrotta, senza distinzione, o non sa quello che dice, o lo dice solo per "dare fastidio".

E di gente che non sa quello che dice o che lo dice tanto per dare fastidio, francamente, in questo momento non abbiamo per niente bisogno.

Detto questo, è chiaro che chi lavora deve poterlo fare in assoluta sicurezza, protetto da tutte le misure antivirus del caso, su questo credo nessuno abbia il minimo dubbio. Abbiamo bisogno di persone che svolgono il loro lavoro, non di eroi.

Il posto d'onore, oggi, lo riserviamo al tweet di Fedez, che insieme alla moglie, Chiara Ferragni, ha messo in piedi una raccolta fondi che ha coinvolto oltre 200mila persone e ha fruttato più di 4 milioni di euro che sono serviti anche a costruire da zero un impianto di terapia intensiva all'Ospedale San Raffaele di Milano.



Dall'inizio della raccolta fondi alla consegna del reparto di terapia intensiva sono trascorsi meno di 14 giorni. Il reparto, costruito dove prima sorgeva un campo da basket, è stato predisposto in soli 8 giorni.

Ricordiamocene la prossima volta che esalteremo l'efficienza degli altri e che diremo che in Italia non funziona mai niente.

I dati delle 18. I contagiati in Italia sono diventati 63.927 (+4.789 rispetto a ieri), le persone morte 6.077 (+601), i guariti 7.432 (+408)

In Lombardia: contagiati 28.761 (+1.555 rispetto a ieri), persone morte 3.776 (+320), persone guarite 6.075 (+210).

In generale, ma lo diciamo sotto voce, oggi è andata benino: i numeri dei nuovi contagiati e dei nuovi decessi per il secondo giorno consecutivo sono in calo, sia se consideriamo tutta l'Italia, sia se guardiamo alla sola Lombardia.




31° giorno - Domenica 22 marzo 2020

Se avessi la possibilità di parlare con qualche politico o amministratore che conta – tipo il presidente del Consiglio, o il presidente della Regione o il sindaco – gli direi di stare molto attento a quello che fa e che dice, in questa fase.

Siamo nel momento più critico dell'emergenza – più critico finora, non so che cosa succederà nell'immediato futuro – i contagiati salgono, le persone morte anche, medici infermieri e tutti quelli che sono occupati nella lotta al coronavirus sono allo stremo delle forze, non si capisce bene quando tutto questo comincerà a passare.

In questi giorni stanno affiorando dubbi e incertezze che all'esordio di questa crisi avevamo messo tutti un po' da parte, presi come eravamo a cambiare i ritmi della nostra vita.

La gente ha cominciato a pensare, a elaborare, e comincia per questo a pretendere maggiori certezze per il presente e soprattutto per il futuro. Se nella prima fase si riusciva a comprendere che anche chi ci governa avesse dubbi, non sapesse bene come e dove andare a parare, vista la novità assoluta della situazione che ci siamo trovati ad affrontare, ora ci si attendono decisioni certe, chiare, risolutive.

L'impressione è che questo passaggio che è avvenuto nei cttadini non lo sia ancora a livello dei politici e degli amministratori, tutti compresi, a ogni livello.

Supermercati aperti o supermercati chiusi? Inutile che ognuno dica la sua, che venga presa una decisione per tutti e per tutti sia quella. Tampone per tutti o tampone solo per chi è a rischio? Che ci si decida una volta per tutte, abbiamo esempi  – Cina, Corea del Sud – che ci possono aiutare. Apertura o chiusura di attività e negozi in parte utili? Il tira e molla cui stiamo assistendo non aiuta certo a stare tranquilli. Si può o non si può correre nelle strade? Che lo si dica chiaramente, senza formule ambigue come "nelle vicinanze". È possibile rimandare il pagamento dell'IVA? Sì o no? Che cosa vuol dire chi può la paghi...? Davvero siamo tracciati attraverso i cellulari? Non si tratta di una pratica anticostituzionale? Com'è possibile che se ne parli così, come se niente fosse?

Queste sono solo alcune delle domande che al momento sembrano avere risposte troppo vaghe. Toccano tematiche che vanno da quelle più complicate e fondamentali per la sopravvivenza del Paese ad altre molto personali, legate a situazioni che in altri momenti non sarebbero state oggetto di alcuna attenzione.

Se potessi parlare con politici e amministratori direi loro di non sottovalutare la delicatezza di questo momento. La gente comincia a diventare nervosa, ad accettare meno certe situazioni, ed è meno disposta a concedere fiducia a chi si mostra titubante o comunque poco chiaro.

Che si capisca a chi compete la tal decisione – Governo? Regione? Comune? – e che questa sia una e solo una. Parli solo chi ne ha la facoltà e, soprattutto, non faccia proclami prima di rendere ufficiali le questioni: finora le chiacchiere che hanno preceduto le emanazioni di decreti, ordinanze e quant'altro hanno fatto solo danni.

I dati del giorno per quanto riguarda l'Italia: i contagiati sono diventati 59.138 (+5.560 rispetto a ieri), i deceduti 5.476 (+651), i guariti 7.024 (+952).

In Lombardia, invece: contagiati 27.206 (+1.691 rispetto a ieri), deceduti 3.456 (+361) e i guariti 5.865 (+815).

In Lombardia si è quasi dimezzato il numero dei nuovo contagiati rispetto a ieri (erano +3.251), anche i decessi si sono ridotti sensibilmente (erano +546).

A Milano ieri 868 contagiati, oggi la metà: 424. E non aggiungiamo altro.



Clicca qui per andare al diario da Milano del Coronavirus dal 12 al 21 marzo 2020




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