Le vie del sale direttamente in città
Le vie del sale erano gli antichi percorsi e rotte di navigazione utilizzati anticamente dai mercanti del sale marino.
(Wikipedia)
Il sale da sempre è un elemento prezioso, tanto che le strade che conducevano dal mare al cuore dell'Europa erano chiamate "Le vie del Sale". Non del grano, né del carbone o dell'oro. Del sale.
Perché in passato, dicono gli esperti, il sale era un elemento preziosissimo, utilizzato nell'alimentazione, sì, ma anche per la conservazione dei cibi.
Dopo secoli di dimenticanza, ormai il sale prodotto a livello industriale viaggia sulle linee ferroviarie e lungo le grandi arterie autostradali ed è reperibile ovunque, ecco che finalmente le vie del sale tornano ad avere l'importante ruolo che spetta loro.
Solo che questa volta non sono posizionate lungo gli impervi passi di montagna, oggi le vie del sale si chiamano Bligny, Vivaio, Palestro, Lorenteggio, Canonica, ecc.
Il progresso ha portato questo: le vie del sale direttamente in città. Non è più necessario fare enormi fatiche per percorrere sentieri accidentati e ripidi, attraversare boschi e procedere con difficoltà nella neve. Oggi le vie del sale le abbiamo qui, sotto casa.
E non è tutto.
Le spiagge sotto casa
Il mare l'abbiamo avuto anche a noi a Milano,
Tutto cosparso del suo bel ondeggìo che esso c'ha dentro,
Esso andava da Porta Lodovica fino in via Farini,
Via Torino tutto un scoglio,
Che c'è ancora il pesce adesso in via Spadari.
(A me mi piace il mare - Cochi e Renato)
Sì, il mare ce l'avevamo anche noi qui a Milano. Poi chissà come e perché se n'è andato. Ma per fortuna stanno tornando le spiagge. Non quelle di legno della Darsena, no. Quelle di vera sabbia che possiamo percorrere in questi giorni di gran freddo sui nostri marciapiedi.
Spianate di terra che nemmeno in Liguria, che lì la spiaggia se la mangia sempre il mare in burrasca, soprattutto in inverno. Qui di burrasca non se ne parla nemmeno, se non fosse così freddo sarebbe un piacere usare le infradito per andare al lavoro.
Il potere della "politica dell'arrangiati"
Chi dobbiamo ringraziare per queste bellissime – soprattutto dal punto di vista estetico – novità cittadine? La crisi economica, forse. O, soprattutto, i fautori del federalismo che, come si sa, da noi viene applicato all'italiana.Nel senso che il fine ultimo del federalismo, se applicato in modo corretto, sarebbe quello di tenere i soldi qui per agevolare quanto più i servizi locali. La Regione si prende oggi parte dei ricavati delle tasse che andavano prima a Roma e lo stesso fa il Comune. Naturalmente in cambio di servizi che una volta erano erogati (o comunque avrebbero dovuto esserlo) dallo Stato e che ora sono di competenza degli Enti locali.
Molti soldi restano dunque qui, da noi. Che bello! Se non fosse che la festa è finita, aggiungono oggi i vecchi i sostenitori del federalismo, e certe cose non possono essere più a carico delle amministrazioni (anche perché oggi in molti casi – vedi Regione Lombardia – ci sono proprio loro, i fautori del federalismo, a dirigerle...).
I problemi legati alla neve invernale, ad esempio, sono diventati una questione da risolvere privatamente. Per risparmiare i soldi della pulizia delle strade, anche quelle di montagna – che i soldi pubblici servono per altre cose... – ecco che si chiede ai cittadini di spendere di tasca loro, rendendo obbligatorio l'uso di pneumatici da neve (o al limite di catene a bordo). Se la strada non viene pulita sono affari tuoi e ti becchi pure la multa, se non sei in regola.
Cosa più che comprensibile, se abiti a Livigno. Un po' meno se vivi in un posto in cui nevica una volta ogni dieci anni.
C'erano una volta gli spalatori
Così accade anche in città. Una volta a Milano a inizio inverno venivano emanati i bandi per gli spalatori. Una buona occasione per guadagnare quattro soldi per gli studenti e per chi non aveva un lavoro fisso. Un ottimo sistema per essere pronti ad affrontare in qualsiasi momento i problemi derivanti da un'eventuale forte nevicata.
Oggi questo non accade più: ogni condominio deve provvedere alla pulizia dell'area di marciapiede che gli è antistante, spazzando l'eventuale neve e spargendo sabbia o sale quanto basta. Cioè: la spesa della pulizia dei marciapiedi – per il cui eventuale uso si paga una tassa agli enti amministrativi – è a carico dei singoli condomini. Bella cosa il federalismo (all'italiana)!!!
(E finché si tratta di avere dei marciapiedi pietosi possiamo anche soprassedere. Il problema si crea quando questa politica del fai-da-te produce "vuoti di assistenza" – colmata solo dall'abnegazione di tanti italiani "eroici", molti di loro semplici volontari – come quelli che il martoriato Centro Italia sta vivendo in questi ultimi giorni. Tanto che la domanda che sorge spontanea è: questi famosi soldi che restano sul territorio, grazie al federalismo, dove caspita vanno a finire?)
Per approfondire il concetto di "Federalismo all'italiana":
- Viva il federalismo fiscale! (se non fosse all'italiana)
- Scandalo rimborsi in Regione, l'altra faccia del federalismo...
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