martedì 19 maggio 2015

Il sindaco Pisapia è davvero il migliore amico dei centri sociali?

Occupanti sul tetto (foto dagospia.it)
C'è qualcosa che non torna.

Com'è che se Pisapia, il sindaco di Milano, è amico dei centri sociali – come vanno sostenendo i paladini della destra e i leghisti di Salvini – questi lo attaccano e gli distruggono il centro della città?

Se fossero amici suoi, vien da pensare, andrebbero da un'altra parte a guerreggiare. In una città governata da un nemico. Mica verrebbero qui, la Moratti non c'è più da tempo, Milano è una città governata dalla sinistra (Pisapia non è nemmeno del PD, tanto per dirne una, partito che non si sa se nemmeno sia più di sinistra).

Se fossero amici... ma basta navigare un po' su internet per capire che tra i centri sociali e Pisapia non corre tutto quel buon sangue che si vuol far credere (o, meglio, che qualcuno vuol far credere), perché di centri sociali Pisapia ne ha fatti chiudere più d'uno (anche più di una volta).

Dei centri sociali chiusi non ne parla nessuno...

E' chiaro che queste notizie non vengano enfatizzate né dalla destra né dalla sinistra. Da destra perché non è utile far sapere alla gente che un sindaco di sinistra – la sinistra di Vendola, oltretutto – combatte l'illegalità qualunque sia il suo colore. Da sinistra perché in fondo in fondo il mondo dei centri sociali e simili lì l'hanno frequentato praticamente tutti, più o meno intensamente (chi tra i simpatizzanti della sinistra può dire di non essere mai andato a una mostra, a un concerto o a una festa ospitati da un centro sociale, almeno una volta nella vita?).

I centri sociali sgombrati da quando Pisapia è sindaco

Allora vediamo che cosa abbiamo trovato su internet, in relazione a questo argomento. Scopriamo quali sono state, nel tempo, le azioni contro i centri sociali sostenute dalla giunta presieduta da Pisapia:

  • 15 maggio 2012: sgombero della Torre Galfa. La polizia fa irruzione nella Torre Galfa, di proprietà dell'Immobiliare Lombarda, società che fa capo a Fondiaria SAI di Salvatore Ligresti, e disperde gli occupanti. Il grattacielo – abbandonato dal 2006 e che è posto tra via Galvani e via Fara (Galfa= Gal+Fa), a pochi passi dal Palazzo della Regione – era stato occupato pochi giorni prima dal neocostituito "laboratorio artistico culturale MACAO che si sposta occupando Palazzo Citterio.
  • settembre 2012: sgombero del centro sociale Black Out di via Valvassori Peroni.
  • 23 ottobre 2012: primo sgombero del centro sociale Lambretta che occupava alcune villette Aler abbandonate da 11 anni in piazza Ferravilla, zona viale Romagna.
  • 21 maggio 2013: primo sgombero del centro sociale ZAM  (Zona Autonoma Milanese) di via Olgiati, sistemato in un'ex fabbrica del quartiere Barona. ZAM ospitava, racconta il sito milanoinmovimento.com "tre palcoscenici, due palestre, due sale concerto, due bar, due uffici, una redazione, decine di attività sportive per centinaia di persone, 160 m2 di pareti da arrampicata, un laboratorio teatrale, un laboratorio hip hop, si sono tenuti oltre 200 concerti, più di 100 appuntamenti culturali, un festival di cinema e documentari e, in generale, sono state coinvolte migliaia di persone".
  • 17 marzo 2014: sgombero dell'Officina dei beni comuni, gestita da attivisti con età media tra i 40 e i 50 anni, che occupava uno stabile di proprietà del Comune posto in via Livigno, angolo viale Jenner.
  • 2 aprile 2014: sgombero dell'Ardita pizzeria del popolo, sistemata in una casa di ringhiera abbandonata in via Cola di Rienzo, angolo via Sirte. 
  • 23 luglio 2014: secondo gombero del centro sociale ZAM, questa volta in via Santa Croce, nei pressi del Parco delle Basiliche. Il blitz avviene alle 8 del mattino. Tre occupanti – dei 150 che frequentavano la vecchia struttura scolastica, di proprietà comunale e abbandonata dal 2006, occupata dopo lo sgombero della prima sede dello ZAM, in via Olgiati  – si barricano su un balcone e resistono fino a mezzogiorno, mentre sotto di loro la polizia carica i resistenti procurando loro, dicono le cronache, una ferita alla testa e una costola incrinata. Anche un poliziotto rimane contuso. Gli occupanti dello ZAM organizzano una manifestazione di protesta nei cantieri della Darsena (si stava lavorando per dare a questa zona un nuovo volto) ed espongono uno striscione che recita: «La forza gentile della giunta arancione, tavoli finti e sgomberi a ripetizione". 
  • 26 agosto 2014: secondo sgombero del centro sociale Lambretta. Con un blitz iniziato alle prime luci del mattino, lo sgombero del centro sociale Lambretta in piazza Ferravilla, zona viale Romagna. Cinquanta occupanti vengono allontanati con la forza dalla polizia, tre di loro si rintanano sul tetto e scendono solo dopo alcune ore (vedi foto di apertura). 
  • 29 settembre 2014: sgombero del centro sociale ZAM 4.0 che da due giorni occupava una proprietà dell'ATM tra Porta Lodovica e piazza Tito Lucrezio Caro.
  • 18 novembre 2014: sgomberati due centri sociali al Corvetto. Sono il centro sociale Corvaccio Squat e lo Spazio anarchico occupato Rosa Nera, entrambi in via Ravenna, a poca distanza l'uno dall'altro. Le cronache parlano di scontri tra occupanti e forze dell'ordine, con guerriglia con lancio di pietre e cassonetti incendiati.

Qual è la verità sul rapporto Pisapia/centri sociali?

Non pretendiamo di avere riportato tutti gli sgomberi degli ultimi anni, ma è indubbio che già questo elenco certifichi come il rapporto tra Pisapia e i centri sociali non sia buono fin dal lontano 2012, anno della sua elezione a primo cittadino milanese. Già pochi mesi dopo il suo insediamento il sindaco si becca le contestazioni degli occupanti che vivono in città, come detto chiaramente in questo articolo pubblicato il 3 aprile 2012 sul settimanale ciellino Tempi.

E allora, qual è la verità? Pisapia è amico dei centri sociali o Pisapia è piuttosto accusato dai centri sociali di avere adottato nei loro confronti una politica toppo dura e intransigente, tanto che davanti a Palazzo Marino è stato urlato, più di una volta negli ultimi anni: «Che il vento spazzi via gli sgomberi. Destra o sinistra, chi sgombera è un fascista»?

O forse semplicemente Pisapia, da buon uomo di diritto, ritiene di dover combattere in ogni caso l'illegalità, da qualunque parte essa provenga?

Ai posteri l'ardua sentenza.

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