venerdì 25 gennaio 2013

Storie di muri,
di imbecilli e di artisti

Scusate se torniamo su un argomento più volte trattato, su Milanau, ma vorremmo ancora una volta utilizzare il muro di via Patellani per analizzare quali siano le dinamiche che caratterizzano le "parti comuni" – o, almeno, alcune di esse – della nostra città.

Lo faremo con l'ausilio delle foto del muro scattate nel tempo, a partire dallo scorso aprile 2011 fino ad oggi. Anzi, precisiamo fin da subito che questo sarà un post aperto, caratterizzato da continui aggiornamenti sulla situazione del muro e sulla sua travagliata esistenza. Quindi con il concetto di "oggi" intendiamo la data dell'ultimo aggiornamento, che potrà variare giorno per giorno.

Allora, partiamo dall'inizio, come detto dal lontano aprile del 2011.


Aprile 2011

A Palazzo Marino siede ancora Letizia Moratti. Un giorno a fianco del muro di via Patellani spuntano delle transenne.
«Bene!», dicono in molti, perché quel muro era da tempo che si faceva notare per la sua inclinazione verso il marciapiede. Quel tratto è molto frequentato da mamme, papà e tate che portano i bambini nelle vicine scuole e il pericolo era evidente. Soddisfazione diffusa, dunque, tra i residenti nella zona.

Novembre 2011

Sono passati 9 mesi e tanta acqua sotto i ponti. Primo cittadino della città ora è Giuliano Pisapia. Tante cose sono cambiate, ma le transenne sono ancora lì. Tanto che qualcuno attacca a una di esse un cartello ironico, simbolo di una condizione che vede i cittadini spazientiti per la situazione da troppo tempo in stallo. Che si abbata quel muro, se serve, ma queste benedette transenne facciamole sparire!

Gennaio 2012

Niente da fare, il muro è ancora lì, così come le transenne. E' a questo punto però che c'è chi riesce a trovare il bandolo della matassa. Un residente della zona riesce a scoprire che il muro cinge un terreno che è di proprietà di una banca, che l'ha acquistato dal Comune qualche anno fa. Spetta a essa dunque provvedere alla sistemazione. Dopo lunghe discussioni e vane speranze forse si è trovata la strada giusta per arrivare a una soluzione.

Febbraio 2012

E infatti, dopo pochi giorni, il muro viene abbattuto. «Finalmente!» gridano in molti, anche se le transenne, per consentire i lavori, rimangono al loro posto. Ma ormai, pensano i più, il peggio è passato. Il muro non c'è più, che cosa ci vuole a farne un altro? Un giorno, due? Mettiamoci anche una settimana, ma poi finalmente tutto sarà tornato alla normalità.

Maggio 2012

Niente da fare, lo sconforto si reimpadronisce dei residenti della zona. Il muro è stato abbattuto, sì, ma di ricostruirlo finora non se ne parla. Sono passati quattro mesi e nel frattempo nello spazio in vista, quello che in origine era nascosto dal muro, si è venuta a formare una mini discarica, con schifezze di ogni tipo, mentre naturalmente le transenne restano sempre lì, al loro posto. Come dire che al danno, ora, si è aggiunta anche la beffa. Per fortuna c'è chi si rimette in pista, sempre lui, sempre il nostro solerte cittadino, che riprende i contatti con la banca, minacciando anche denunce in caso di non sistemazione dello spazio ormai tristemente abbandonato a se stesso.

Giugno 2012

E un bel giorno, la notizia che tutti aspettavano. Accade a inizio giugno, grazie al lavoro di poche ore di alcuni operai. Il muro risorge bianco, bello, dritto, pulito. Finalmente via Patellani riacquista una parvenza di normalità. Spariscono finalmente, dopo 15 mesi, le transenne che bloccavano il transito ai pedoni. Ci sarebbe da fare una festa del quartiere, ma in fondo si tratta solo di un muro, la cosa potrebbe forse apparire un po' grottesca. E quel candore quasi violento desta qualche preoccupazione nei più pessimisti. «Quanto durerà?», si chiedono...

Luglio 2012

La risposta appare scontata: «Poco...». Passa poco più di un mese ed ecco che l'idiota imbrattatore, anzi gli idioti imbrattatori, non resistono e decidono di lasciare la loro traccia o firma che sia sul nostro muro. Buona parte di questo rimane pulita, ma tutti sanno ormai che sarà solo una questione di tempo, ora che la prima mossa è stata fatta. Perché si sa come funzionano queste cose: imbecillità chiama imbecillità.

Ottobre 2012

E infatti, preciso come un orologio svizzero, ecco un altro imbrattatore, e un altro ancora, tanto che a pochi mesi dal suo innalzamento il muro comincia ad assomigliare sempre più a quelli presenti nel resto di Milano. Il sogno di rappresentare il simbolo di un nuovo modo di vivere la città si è esaurito, è fallito miseramente. Per questo, il nostro racconto finisce qui: da qui in avanti si tratterà solo di testimoniare come e quando verranno riempiti gli spazi bianchi ancora esistenti.

E ogni segno che apparirà su quel muro sarà una nuova ferita alla nostra voglia di civiltà, quella che non ci fa restare indifferenti, nonostante tutto, davanti a queste dimostrazioni di ignoranza e sopraffazione.

Gennaio 2013

Alcune nuove firme, in uno spazio tutto sommato caratterizzato ancora da bianco predominante. Gli autori possono proprio andarne fieri...


Gli "imbratta muri" che ci piacciono

E giusto per spiegare che non tutti quelli che disegnano sui muri sono degli idioti, ecco un bellissimo filmato che testimonia che cosa voglia dire essere artisti di strada (chiediamo scusa per la pubblicità finale, ma vi assicuriamo che a noi non viene in tasca niente. Oltrettutto quello di cui si parla è un prodotto ormai scaduto, del 2012).

L'opera d'arte finale, in questo caso, la si può vedere a "Wow Spazio Fumetto" il museo del fumetto di viale Campania 12.



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