Ti concentri di più e non hai più dubbi, è "Shine On You Crazy Diamond" dei Pink Floyd. Come un fluido magico la musica ti attira e poco più in là scopri un ragazzo che, seduto su una seggiola, suona una chitarra con la musica che esce amplificata da due casse sistemate accanto a lui.
Come David Gilmour
Il solito furbastro, pensi. La musica è troppo uguale a quella del disco che hai ascoltato centinaia di volte, fino a consumarlo. Questo fa finta, penso mentre gli sbuco da dietro le spalle e mi sistemo di fronte a lui, dove già ci sono almeno quindici/venti persone. Incredibile, la chitarra la suona veramente, a meno che non sia un fenomeno dell'imbroglio. Una musica sublime, esce da quello strumento, sembra di stare lì, come per miracolo, a pochi metri di distanza da David Gilmour...Le facce dei presenti vanno dal sorpreso all'estasiato. Vedo uno mettere una banconota da dieci nella custodia della chitarra. Cerco qualcosa anch'io, non posso fare a meno di lasciargli un segno del mio compiacimento. Mentre ancora non ha finito il pezzo lascio il mio contributo, faccio segno di "Ok" al fenomeno e mi allontano, perché ho un po' di strada da fare a piedi prima di arrivare al mio ufficio. Ma, non so voi, io non riesco a lasciare a metà una musica che sto ascoltando. Mi è sempre successo così, non ci riesco e basta.
Un'auto nell'isola pedonale
Torno dunque sui miei passi, correrò un po' dopo, ma "Shine" me la voglio sentire tutta. Il mio comportamento è probabilmente notato dal tipo che aveva messo i dieci euro, che mi si avvicina e mi dice: «Ma suonerà davvero lui? Prima ha fatto "Smoke on the water" in un modo fantastico...». Anche lui è esaltato dall'ascolto, così come il distinto signore in giacca e cravatta che si unisce a noi e confessa di essere lì da più di mezz'ora e di non essere riuscito a staccarsi, dopo avere sentito una versione di Santana da brividi. Il nostro eroe ha nel frattempo finito il suo pezzo e si è beccato gli applausi del pubblico che nel frattempo è aumentato a vista d'occhio.Neanche il tempo di un sorriso e di ringraziare che ecco giungere da via Dante, attraverso la zona pedonale, una macchina che frena bruscamente davanti al musicista di strada. Ne scendono due persone dall'aspetto deciso, che chiedono senza troppa gentilezza i documenti al chitarrista reincarnazione di Ritchie Blackmore (pur essendo lui vivo e vegeto). C'è chi si è lamentato, dicono. Si tratta del proprietario del bar che è posto lì di fronte a qualche decina di metri di distanza, che tra l'altro assiste compiaciuto alla scena dalla porta del suo locale.
Un barista con la puzza sotto il naso
Il musicista mostra i permessi, dice che ha fatto richiesta, che è tutto in regola, che ha pagato la tassa al Comune per stare lì. Ma i due gli rispondono che dovrebbe spostarsi più in là, (dove non c'è passaggio...), che la musica è troppo alta, che non può esporre i suoi cd (e non è vero, dice il musicista, non posso esporre il loro prezzo, e questa è una cosa diversa...). Insomma, i due sono fermi e irresoluti, mentre qualcuno timidamente, si lascia sfuggire ma lasciatelo in pace e qualcun altro sottolinea che si tratta di un vero artista...Insomma, non so come sia andata a finire, gli impegni di lavoro mi hanno fatto scappare in tutta fretta. Ma io e i miei due amici siamo stati d'accordo nel pensare che il blitz con l'auto civetta, i due poliziotti in borghese, tutto questo zelo per salvare l'incolumità di un barista probabilmente con un po' di puzza sotto il naso ci hanno fatto perdere un quarto d'ora di gioia. E questo non glielo perdoneremo mai.
Io, ad esempio, in quel bar non ci berrò mai più neanche un caffè!
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è marcello calabrese, mi ha ipnotizzato con la musica in p.za san babila qualche settimana fa.. sono arrivato in ritardo ad un appuntamento..ma ho comprato il suo cd, e sono felice.
RispondiEliminaFilippo