venerdì 14 ottobre 2011

Consiglio regionale, com'è dura la vita/2

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Continua il racconto di Antonio, che ha lavorato per un’intera legislatura all’interno del Consiglio Regionale della Lombardia. Abbiamo interrotto le sue parole mentre parlava di Commissioni. Riprendiamo proprio da lì.

«Come accennavo, in Commissione mediamente partecipano dalle 6/7 persone a, quando va bene, 10/15. Niente in confronto al numero di componenti previsto, attorno alla trentina. Non ho mai visto l’aula piena, anzi, la maggior parte delle volte l’ho vista desolatamente vuota. Se in programma c’è solo una discussione e non è previsto nessun voto finale, poi, la normalità è che a sentire il relatore o il presidente della Commissione non ci sia quasi nessuno. Giusto qualcuno della minoranza mandato lì a monitorare la situazione. Diverso è quando si vota. In questo caso la riunione è divisa in due parti: una prima in cui si discute, con i numeri scarsi di presenze di cui sopra, e una seconda in cui si vota, nella quale per miracolo di materializzano improvvisamente tutti i componenti».

«Ho assistito a situazioni paradossali, quasi ridicole – lo sarebbero se non si trattasse, ripeto, di persone pagate oltre 10mila euro ogni mese – di consiglieri chiamati ripetutamente al telefono. “Dove sei? Bisogna votare, vieni di corsa!”. Alcune volte è capitato che venisse a mancare il numero legale, magari anche per scelta politica, quindi comunque per una scelta precisa, anche se criticabile. Ma altre volte lo sconforto del presidente di Commissione dimostrava tutta la negligenza e il menefreghismo dei consiglieri non presenti alla votazione, nonostante i ripetuti e disperati richiami… Naturalmente in questi casi l’unica conseguenza è quella di perdere una settimana di tempo, il documento in oggetto viene comunque votato la settimana seguente, dopo attenta precettazione, da parte dei gruppi politici, di tutti gli interessati».

«Un altro aspetto curioso, sempre a livello di Commissione, è quando in una riunione – generalmente se ne tiene una a settimana, che può durare  poche decine di minuti come un intero pomeriggio – viene invitato a parlare un assessore. Qui bisogna spiegare il meccanismo. Gli assessorati, dotati di tecnici e uffici legali, preparano le varie leggi regionali. Queste prima di approdare in aula, in Consiglio, devono passare attraverso le Commissioni, dove vengono presentate ai consiglieri di maggioranza e minoranza che ne fanno parte perché ne discutano. La discussione può essere protratta per numerose riunioni, tra rinvii, richieste di approfondimenti, presentazioni di richieste di modifiche (i cosiddetti “emendamenti”). Il frutto del lavoro delle Commissioni viene poi rispedito all’assessorato competente che può liberamente scegliere se accettare i “consigli” e fare sue le richieste di modifiche. Non c’è alcun vincolo, e infatti nella quasi totalità delle volte le richieste, soprattutto se provengono dalla minoranza, non vengono per niente prese in considerazione, rendendo assolutamente inutile il lavoro svolto in Commissione.

Ma non è tutto, per venire al punto. In alcune circostanze, per chiarire passaggi più complicati, può essere necessario convocare direttamente l’assessore, perché spieghi la motivazione di certe scelte. Bene, si vede chiaramente che per gli assessori questo passaggio è una vera e propria scocciatura. Non lo considerano un atto dovuto, un momento di confronto utile e costruttivo. La legge è questa, dice il loro atteggiamento, se la accettate bene, se no è lo stesso perché tanto abbiamo i voti per farla approvare. Non ho mai visto un assessore riconoscere la validità di una proposta contraria a quanto riportato nel testo redatto dai suoi tecnici. Ho visto invece spesso assessori annoiati dalla discussione (ritenuta probabilmente inutile, tutto tempo perso…), nervosi per le osservazioni provenienti dalle forze politiche contrarie, minacciosi, prepotenti e verbalmente arroganti nei confronti di chi chiedeva maggiori chiarimenti su punti non troppo chiari».

E anche questa seconda puntata del racconto di Antonio se n’è andata. Appuntamento alla prossima…

(se invece vuoi leggere la prima puntata, clicca qui)

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