Una vita di combattimenti, la sua, tutta rivolta al raggiungimento di quell'Unità d'Italia che festeggiamo – quasi tutti – in questo anno 2011. Prima tra i protagonisti delle Cinque Giornate di Milano, poi ufficiale al seguito di Garibaldi. Fu uno dei Mille, e questo basterebbe a renderlo immortale.
Ma fu anche colui che a Milazzo salvò coraggiosamente la vita all'Eroe dei due mondi: «Il colonnello Missori, con la solita bravura, mi apparve alla testa dei vari distaccamenti nostri e mi sbarazzò del nemico che guidava la cavalleria avversaria» scrisse in seguito Garibaldi nelle sue memorie.
A uno che salva la vita al Giuseppe nazionale minimo minimo bisognerebbe fargli un monumento. E infatti la città di Milano, di cui Missori è stato tra l'altro consigliere comunale (dopo avere attaccato la spada al chiodo) gliene ha dedicato uno, inaugurato nel 1916 e sistemato proprio al centro della piazza che porta il suo nome. Una piazza centrale, a pochi passi dal Duomo, e un monumento equestre unico nel suo genere.
Il cavallo stanco, vero coprotagonista del monumento
La scelta dello scultore, tal Ripamonti, è stata infatti quella di sottolineare l'orgoglio e la forza di questo combattente proprio grazie alla figura del cavallo, che in questo caso, possiamo dirlo, è protagonista della scultura tanto quanto il suo padrone. Se infatti l'animale appare affranto, stanco e forse anche un po' rassegnato – la scena probabilmente richiama il momento immediatamente successivo alla fine di una battaglia – il cavaliere, da par suo, mostra invece una vigoria estrema, un orgoglio che nemmeno la stanchezza può sconfiggere.Davvero un grande soldato, deve essere stato Giuseppe Missori. Forse è per questo che, anche se ormai solo come monumento, continua a combattere una sua battaglia ogni giorno, indefessamente. Solo che i nemici non sono più gli austriaci, i papalini, i bersaglieri. L'assedio quotidiano cui è sottoposto è oggi quello delle auto, delle moto, dei furgoni che osano posizionarsi tutt'intorno ai suoi piedi, senza alcun rispetto.
La sistemiamo o no, questa piazza?
Ma il punto è un altro, pubblicità o non pubblicità: insomma, la sistemiamo o no questa piazza? O meglio: la facciamo diventare una vera piazza? Della quale il suo protagonista indiscusso possa davvero essere fiero?Non vorremmo che lo spirito del cavallo, alla fine, dovesse avere la meglio...
Questo è ovviamente un post che sarà soggetto a continue aggiunte, almeno fino a quando perdureranno i lavori di sistemazione del palazzo retrostante il monumento. E, dunque, ecco (siamo al 20 giugno 2011) due nuovi amici di Missori. Questa volta si tratta di due personaggi famosi, un regista e uno scrittore.
Più famosi del nostro eroe? Questo lo potranno dire solo i posteri...
Oggi, 5 luglio 2011, stanno smontando le impalcature del palazzo. Gli amici del buon Missori già da giorni sono spariti, tra poche ore il fiero cavaliere tornerà finalmente solo. O meglio... adesso ci sono le macchine parcheggiate alla bell'e meglio attorno alla sua base, da eliminare. Ma per quelle il timore è che non sia così facile... Intanto godiamoci, qui sotto, questo primo passaggio verso la normalità...
E già che ci siamo, per chiudere, un po' di... nostalgia. Ecco com'era piazza Missori nel 1916. Ogni commento appare superfluo.
Nel 2015 finalmente la piazza è tornata al suo antico splendore. Ecco com'è andata: "La nuova piazza Missori, strappata alle auto e restituita ai cittadini".
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