venerdì 10 giugno 2011

Rivoglio la mia fontanella


Ho sempre sete. Mi capita fin da quando ero bambino. Mi ricordo certi viaggi in auto tremendi, con mio padre (erano gli Anni '70) che diceva che i finestrini non vanno abbassati, perché se no la macchina sbanda. Estate, caldo torrido, la strada verso il mare.

«Ho sete!» era la mia frase più usata. «Smettila» la risposta, sempre quella, dei miei genitori.

Poi, la spiaggia. Non era ancora il tempo in cui si diceva che bisogna bere molto. Mia madre era inflessibile: «Se bevete, poi non potete fare il bagno per almeno tre ore». Una vera sofferenza.

Poi, crescendo, si correva in cortile. «Non bevete troppo che vi fa male», l'ammonimento prima di uscire di casa. Ma ormai la libertà era conquistata, la fontanella di ghisa con lo stemma del Comune era lì all'incrocio delle strade, a portata di mano, pronta all'uso ogni volta che se ne sentisse l'esigenza. E allora bevevo, bevevo, fino a non poterne più. Bella cosa la libertà...

Una brutta sorpresa, la fontanella non c'è più!

Oggi sono tornato lì, alla mia fontanella. O meglio, dove c'era la mia bellissima e amata fontanella. Da poche settimane è sparita, al suo posto un modernissimo erogatore di acqua minerale (anche gasata) a pagamento. Mi è venuta voglia di piangere, di urlare, di chiedere: "Ma dov'è finita?". In qualche magazzino comunale, probabilmente. O, forse, in qualche bel giardino...

Sì, io rivoglio la mia fontanella. E anche per questo voto "sì" al referendum sull'acqua.







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