|
L'arrivo del grande braccio distruttore |
|
L'inizio della demolizione dell'ex fabbrica di via Altaguardia 11
|
|
La situazione dopo nove giorni di lavoro |
|
Quarantaduesimo giorno: è rimasto solo il fango |
Non c'è stato niente da fare. L'
ex fabbrica di via Altaguardia 11 doveva essere demolita e demolita è stata (anzi, per essere precisi sta per esserlo in queste ore).
Niente di strano: la logica palazzinara ha avuto ancora una volta il sopravvento sui sentimenti, sul mantenimento dell'
identità di un intero quartiere. Il futuro
palazzo di cinque piani più tre di scantinati, con soluzioni abitative di pregio, messe sul mercato – si vocifera – a un prezzo di
7mila e 500 euro al metro quadro, è certo più importante, per molte e molte persone, di una vecchia anche se elegante ex fabbrica che da almeno un secolo vigilava sul quadrivio di via Altaguardia.
Gli abitanti della zona, per evitare questa demolizione, le hanno tentate tutte.
Appelli a sindaco e assessori, prima attraverso gli uffici comunali – che si sono contraddistinti per la loro notevole, ci dicono in alcune circostanze fin troppo solerte,
capacità "rimbalzatrice" – poi anche dalla rete, con continui appelli sui social.
Ricorso al TAR, respinto, con appello fissato per i primi giorni di gennaio, quando dell'ex fabbrica si saranno salvate solo le fondamenta.
Coinvolgimento delle Belle Arti, che pur riconoscendo la particolarità dell'edificio si sono trincerate dietro un «è troppo tardi, dovevate contattarci prima che il Comune concedesse i permessi».
Raccolta firme, per quel che può valere, tra i residenti della zona.
Tutte iniziative che, purtroppo,
non sono riuscite a evitare la demolizione.
|
La nuova vista da via Vannucci |
Sempre meno abitanti
e sempre più case
Vediamo sempre più, attorno a noi,
palazzi che sorgono nei pochi spazi cittadini ancora rimasti disponibili. Lasciando perdere le grandi opere di edificazione, come ad esempio quelle della ex
Fiera o dell'ex
scalo di Porta Vittoria – di cui nemmeno ci viene voglia di parlare – ci colpiscono soprattutto i condomini innalzati all'interno di
corti, ex
parcheggi di autobus e tram o piccoli
spazi verdi in stato di semiabbandono. Si tratta perlopiù di condomini costruiti a poca distanza da quelli che già ci sono, che una volta edificati risultano spesso del tutto inutili, perché alcuni appartamenti rimangono invenduti e altri se li aggiudicano quelli che hanno soldi da investire in seconde, terze, quarte case. Le
tapparelle di questi palazzi, in linea di massima, sono destinate a restare chiuse.
Perché il punto è questo: la costruzione di nuove abitazioni non risponde all'esigenza di trovare un tetto a
"nuovi milanesi" che, giungendo in città da fuori, lo richiedono. La popolazione meneghina è in diminuzione ormai da decenni, e non c'è nessuna esigenza di creare nuove case, se non per aspetti legati prettamente alla
speculazione edilizia. Per la paura che il sistema edilizio imploda – un sistema da sempre molto legato ai potenti, come le cronache degli ultimi tempi ci dimostrano – governi ed enti amministrativi locali dispongono in continuazione agevolazioni per chi costruisce.
«Servirà a dare una scossa a un sistema che rischia di crollare», si dice ogni volta che viene varato un
"Piano casa" (di norma più scellerato del precedente), senza che nessuno si preoccupi dell'impatto che una simile politica ha sulla vita di chi in città
ci vive veramente.
E' lo stesso discorso che riguarda le concessioni relative ai
sopralzi dei palazzi, che
su Milanau affrontiamo da sempre. In nome del «diamo lavoro al comparto dell'edilizia» – che, particolarmente in Lombardia, raccoglie in sé il meglio e il peggio di quanto si possa trovare sulla faccia della terra – stiamo rendendo la città più brutta e meno vivibile, senza peraltro raggiungere gli obiettivi prefissati, perché se poi gli appartamenti non si vendono...
|
Come cambia il fronte su via San Rocco |
Un quartiere destinato a diventare più brutto
L'ex fabbrica di via Altaguardia è un esempio di questo modus operandi disastroso. La sua
discreta presenza rappresentava il punto fermo di un quartiere che in qualche modo era finora riuscito a salvaguardare la sua
identità. Erano solo quattro mura, certo, ma erano mura che
raccontavano qualcosa, solo per il fatto di esserci; che
ricordavano una Milano di tanti anni fa, forse non più vivibile di quella odierna ma certo più
affascinante.
Il palazzo che sorgerà al suo posto – particolarmente
brutto, a vedere i progetti – cancellerà tutto questo e renderà quel
quadrivio una zona della città come tante altre, del tutto
anonima. Questo è proprio quello che non volevamo accadesse, quando chiedevamo che l'ex fabbrica di via Altaguardia fosse salvata. Ma nessuno ha ascoltato gli appelli dei cittadini, che in queste circostanze sono gli ultimi ad avere una voce in capitolo.
Peccato, perché
i cittadini sono importanti, senza di loro non ci sarebbero nemmeno le città.
Cronaca fotografica di una demolizione
5 dicembre 2013 (secondo giorno)
|
La situazione di primo mattino |
|
Tutto è pronto per una nuova giornata di distruzione |
|
Il grande braccio torna in azione, impietoso |
|
Scorci di '900, pochi istanti prima di sparire per sempre |
6 dicembre 2013 (terzo giorno)
|
La consueta vista mattutina, prima che riprenda la distruzione |
|
Se n'è andato quasi tutto il secondo piano |
|
Ecco quel che resta dopo tre giorni di lavoro: un mucchio di mattoni rossi... |
7 dicembre 2013 (quarto giorno)
|
Si lavora anche nel giorno di S. Ambrogio, non bisogna perdere tempo |
|
Il grande braccio gratta. E distrugge, mattone dopo mattone |
|
E' giunta l'ora di attaccare anche il corpo retrostante |
|
Il grattacielo di viale Sabotino assiste muto allo scempio |
|
L'aspetto spettrale, nella notte, dell'ultimo muro esterno rimasto |
8 dicembre 2013 (quinto giorno)
|
Ecco che cosa riescono a fare i "Nuovi Barbari" |
|
E' domenica, tutto tace prima dell'attacco finale |
9 dicembre 2013 (sesto giorno)
|
Si comincia la settimana portando via le macerie, mentre il braccio meccanico riposa |
12 dicembre 2013 (nono giorno)
|
Le impalcature non servono più, ora possono essere smontate |
|
La consueta vista mattutina, dal terzo piano del palazzo di fronte |
|
Hanno abbattuto anche il grattacielo? No, per fortuna è solo la nebbia... |
|
Il terribile braccio meccanico controlla che i calcinacci se ne stiano al loro posto |
|
Siamo ormai alle cantine, chissà che non ci si trovi qualche reperto storico...
(qualcuno racconta che qui una volta c'era un cimitero) |
|
E anche l'ultima finestra su via Altaguardia se n'è andata |
20 dicembre (diciassettesimo giorno)
|
Sono ripresi i lavori, e adesso via con l'attacco finale! |
10 gennaio 2014 (trentottesimo giorno)
|
Ecco qui, fine della storia. Dell'ex fabbrica di via Altaguardia è sparita ogni traccia. |
14 gennaio 2014 (quarantaduesimo giorno)
|
E se qui ci facessimo un bel giardinetto, invece del palazzo di 5 piani? |
18 febbraio 2014 (settantottesimo giorno)
|
Addio mostro distruttore. Non ci mancherai. |
Abito li vicino ed è un peccato vedere come in pochi giorni hanno buttato via una storia...
RispondiElimina