giovedì 28 marzo 2013

L'inaccettabile "spaccata" delle banche in corso di Porta Romana


Io trovo che sia una cosa allucinante. Trovo che sia allucinante che ci sia qualcuno che – in nome di una qualsiasi idea, non mi importa quale –, decida di mettere una zona della città a ferro e fuoco, prendendo a mazzate le vetrate di tutte le banche che trova sul suo cammino.

La trovo una cosa insopportabile, perché non sopporto la violenza. E mi sembra ancor più assurdo che qualcuno si riunisca e decida di protestare contro un atto di violenza subito, spargendone altra in grande quantità in mezzo alla città, là dove la gente di solito combatte ogni giorno nel tentativo di vivere serenamente la propria vita (e non sempre ci riesce).

Sabato 16 marzo corso di Porta Romana è stato trasformato in un vero e proprio campo di battaglia. A farne le spese sono state le filiali delle tante banche che si affacciano sul corso, in prima battuta, e i milanesi in generale, in seconda. Perché quei quattro delinquenti violenti ma ingenui che hanno assalito le banche credendo, così facendo, di minarne la "solidità" – ma quando mai? Quelle filiali godranno sicuramente di rimborsi cospicui dovuti ai contratti di assicurazione saggiamente stipulati mettendo in cima alle voci quella degli atti vandalici – non hanno fatto altro che arrecare ferite alla nostra Milano, che forse – e questo fatichiamo ancor più a capirlo – è anche la loro città.

Non c'è nessun valido motivo che possa giustificare un comportamento simile. E non c'è nessun motivo che possa spiegare il silenzio sotto cui quel pomeriggio assurdo e violento è stato celato. I principali giornali nazionali, il giorno dopo, hanno pubblicato la notizia senza dare particolare peso alla cosa. Il lunedì, sulle loro versioni online la notizia era già al di sotto della decima posizione, e parliamo della pagina di Milano, non di quella nazionale. Insomma, a nessuno sembra essere interessato che una delle vie principali della città, tra le più vive e frequentate, sia stata deturpata con una tal violenza.

Perché se i giornali non ne hanno quasi parlato, i politici hanno fatto altrettanto. Ci spiace che il sindaco Pisapia e la sua giunta non abbiano preso le distanze e condannato i fatti. Ci sorprende che nessuno o quasi dell'opposizione cittadina abbia denunciato una situazione tanto inaccettabile. Forse tutti erano e sono concentrati su altri problemi, o forse in molti pensano che un po', sì, le banche in fondo questo se lo meritano... Probabilmente questo è il pensiero anche di molti cittadini, che sembrano passare davanti alle vetrine infrante senza battere ciglio.

Noi no, il ciglio se permettete lo battiamo, perché non vogliamo arrenderci al fatto che bisogna accettare in silenzio comportamenti di questo tipo. Nella città in cui vogliamo vivere queste cose non succedono. E se proprio succedono, nella città in cui vogliamo vivere, i cittadini si ribellano e cercano di far prevalere la civiltà sul vandalismo.

Non pensiamo che questo sia un discorso di destra o un discorso di sinistra. Francamente in questa circostanza della politica ce ne infischiamo. Noi vogliamo, pretendiamo solo di vivere in una città civile, dove cose come queste le si vedono solo alla televisione. Anzi, nemmeno lì, perché la stupidità della violenza la odiamo anche quando è lontana da noi.

E quindi la televisione, in questi casi, la spegniamo.




Leggi anche «Studenti, per favore, cambiate filiale», l'appello della sciùra Maria, costretta a ripulire la "sua" filiale a ogni passaggio di corteo.



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