martedì 10 maggio 2011

La cultura violata

Oddio, forse a tutti non piacerà. L'arte moderna ha questa capacità: di attrarti, spesso anche per la sua prepotente "fisicità", ma anche di farti dire "ma questa sarà davvero un'opera d'arte?". La "Montagna di sale" esposta nella piazzetta antistante Palazzo Reale, di fianco al Duomo, si può dire abbia equamente distribuito in queste due direzioni le opinioni di chi se l'è trovata davanti agli occhi. Ma non c'è niente di strano, viene da dire, in fondo è proprio questo il ruolo dell'arte: fare discutere.

Non è certo, il suo ruolo, quello di fare da teatro all'imbecillità. Eppure proprio alla "Montagna di sale" è toccato questo compito, la sera che i tifosi del Milan si sono riversati in centro città per festeggiare lo scudetto appena conquistato. Come sempre più spesso accade, anche in questa circostanza si è creata quell'isola felice, che ruota da sempre attorno al mondo del calcio, in cui è concesso compiere azioni che in condizioni normali verrebbero considerate comportamenti riprovevoli, nei migliori dei casi, o reati, in quelli più estremi.

Comportamenti idioti? No, reati

Se un manipolo di bestie senza intelligenza decide di usare un'installazione artistica come pista da sci, se decide di spaccare le sculture che ne fanno parte, ecco, questo comportamento, oltre che idiota, credo debba annoverarsi nella categoria "reati". Colpito non è il valore economico dell'opera in sé, del resto difficilmente quantificabile, ma il fatto che questa rappresenti l'espressione dell'ingegno umano, in questo caso di un artista di valore internazionale quale è Mimmo Paladino, messa a disposizione di tutti. Prestata, semplicemente prestata, alla città di Milano, per impreziosirne la piazza che da sempre ne costituisce il cuore.

E che cosa ne fa, la città di Milano? La viola, la distrugge, la sbeffeggia. Lasciamo perdere il fatto che questi fossero tifosi di calcio, ancor più che fossero di un colore piuttosto che un altro. Questi, ben ritratti in decine di video pubblicati con orgoglio su Youtube, sono semplicemente ragazzi del nostro tempo, figli della nostra cultura. Una cultura che non ha portato nessuno, tra politici, amministratori, forze dell'ordine, ecc. a pensare di proteggere la "Montagna di sale" (ma anche il monumento a Vittorio Emanuele II, "scalato" come se niente fosse da orde indemoniate) dall'invasione dei nuovi barbari, in una serata in cui era facile ipotizzare il crearsi di eccessi comportamentali. Una cultura che non ha portato nessuno a dire: bene, adesso identifichiamo gli autori dei danneggiamenti e li denunciamo per quello che hanno combinato.

Non tutto ha un prezzo

Una cultura che ha portato la società calcistica per cui erano in corso i festeggiamenti a tagliare corto con un laconico e rassicurante: "Rifonderemo i danni dei nostri tifosi". Un bel gesto, certo, ma figlio anch'esso della cultura imperante per cui tutto può essere ricondotto a una mera questione economica. Si può comprare tutto, con i soldi, ma proprio tutto. Basta pagare, o anche solo dimostrare di avere i soldi per poterlo fare, per far sì che ogni comportamento, anche il più abietto, divenga improvvisamente lecito o comunque accettabile dai più.

In questo caso alla faccia dell'arte e, soprattutto, della cultura. Di quella vera.


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