Non bisogna pensare che Milano muterà aspetto dall'oggi al domani, all'improvviso. Ma è sicuro che qualcosa, in città, è già cambiato. Pisapia, il nostro nuovo sindaco, ancor prima di essere eletto è riuscito a compiere una specie di miracolo. E' riuscito a destare, in particolare, l'animo di tanti cittadini che da tempo avevano scelto di restare ai bordi, sentendosi in qualche modo messi in disparte. I giovani, ad esempio, quelli che studiano e quelli che lavorano. Ma anche i trenta/quarantenni, esponenti di una generazione rimasta per troppo tempo tra "color che son sospesi...". Infine coloro che vivono in periferia, che fanno parte del mondo dell'associazionismo, molti professionisti, addirittura alcuni appartenenti al mondo variegato del cattolicesimo.
Non voglio dire che questo uomo proveniente dall'estrema sinistra alla fine si sia mostrato più "moderato" della sua avversaria e della parte politica che questa rappresenta. Mi sembrerebbe, facendolo, di generalizzare troppo e al tempo stesso di abusare di un concetto, quello dell'essere moderati, troppo utilizzato (e spesso a sproposito) per essere ancora credibile.
Ma questo appartiene ormai al passato. Il presente è una città che sta vivendo un'atmosfera del tutto particolare. C'è entusiasmo, voglia di cambiare, di fare. Si sente una grande energia, nell'aria, e ora il compito più difficile del nuovo sindaco sarà proprio quello di convogliare tutta questa nuova forza in una direzione positiva. Non potrà certo fare miracoli, Pisapia, ma i cittadini che l'hanno votato molto si aspettano da lui.
Che risolva una volta per tutte, e senza danni per i cittadini, la questione dei centri sociali che, anche se non sono certo la priorità di questa città, rappresentano sempre un'arma in più per chi vuole dare una dimostrazione di città allo sbando. Che dia alla cultura il ruolo che le spetta, che riesca a tenere pulite le facciate dei nostri palazzi. Che riesca a portare Milano all'Expo senza speculazioni, soldi sprecati, arricchimenti indebiti. Che riesca a far funzionare le municipalizzate, da Atm a Milano Ristorazione. Che sia il sindaco che chiuda definitivamente i conti col passato, mettendo finalmente una lapide a ricordo del commissario Calabresi (da inaugurarsi magari il 17 maggio 2012, a 40 anni dalla sua uccisione, che bello se in presenza anche di Dario Fo...), chiudendo una ferita per troppo tempo lasciata aperta. E che ridia, infine, l'orgoglio di essere "milanesi" a tutti quelli che hanno la fortuna di abitare in questa magnifica città.
E allora, che l'elezione di Pisapia sia un pretesto per cambiare marcia, psicologicamente, uscire dal torpore di questi ultimi anni e tornare a essere protagonisti della nostra vita. Perché la nostra città diventi esattamente e finalmente come ognuno di noi la vuole: una vera metropoli europea.