Case (36)


Via Foppa, la madre di tutte le brutture

Con il naso all'insù

Per Milano si prospetta un futuro "sempre più in alto". La skyline della nostra città, lo vediamo, sta cambiando con grande velocità. Grattacieli che sorgono un po' ovunque: alcuni già ultimati, altri nello stadio "scheletrico", e altri ancora progettati e pronti per essere innalzati.

Una strana voglia sembra avere colto i gestori del potere cittadino (economico, politico, amministrativo): quella di far assomigliare sempre più Milano a una città del Sud-Est asiatico, con colossi di calcestruzzo, acciaio e cristallo visibili anche a chilometri di distanza.

Ma la voglia di avvicinarsi sempre più alle nuvole sembra avere colpito, già da tempo, anche i normali cittadini. Niente a che vedere con le altezze sopra descritte, sia chiaro, ma comunque il desiderio di innalzare le vecchie costruzioni con nuove unità abitative che si spingono "verso l'alto". Ed ecco quindi un fiorire copioso di innalzamenti sui palazzi già esistenti, fenomeno che colpisce in particolare il centro o semi-centro della città, là dove, non potendo costruire nuovi edifici per mancanza di spazi, ci si accontenta di costruire sopralzi di ogni genere e dimensione.

Un limite ci dovrebbe essere

Un diritto sacrosanto, viene da dire. E ci mancherebbe: se uno interviene "sul proprio", non può essere certo fermato. Ma un limite ci dovrebbe essere. Quel limite che deriva da un concetto di estetica generale che non dovrebbe essere intaccato.

Già, perché molto spesso gli innalzamenti sono fatti con intenti speculatori e quindi a basso costo. L'importante è costruire nuovi appartamenti, non certo come vengono costruiti. Il palazzo è d'epoca, ha uno stile liberty, si affaccia su una delle vie più eleganti e storiche della città? Chi se ne importa: il sopralzo sarà comunque in cemento, liscio, senza ornamenti, del tutto avulso dallo stile della parte sottostante. Con queste caratteristiche se ne possono vedere a decine, facili da scoprire: basta percorrere una nostra via qualsiasi "con il naso all'insù", per rendercene conto.

Chi ci perde? La città!

Di chi è la colpa? Degli architetti che non hanno più personalità e fantasia (o forse ne hanno troppa, sia di una, sia dell'altra)? Dei proprietari che badano solo al ritorno economico del loro intervento? Di chi, mi riferisco agli uffici tecnici comunali, dovrebbe controllare perlomeno che sia mantenuto il decoro, anche estetico, della città e non lo fa perché "l'importante è avere le entrate derivanti dalle tasse poste sulle concessioni edilizie"? Con molta probabilità le responsabilità – tutte comunque figlie di una mancanza di senso civico ben più che palpabile – vanno divise equamente.

C'è una domanda, però, per la quale la risposta è una sola e certa: a chi provoca danno, questa vera e propria forma di imbarbarimento? Non ci sono dubbi, a perderci è di sicuro la nostra città, sempre "più alta", sì, ma anche sempre più brutta.

E vediamole, dunque, queste brutture sopraelevate (è possibile ingrandire le immagini cliccandoci sopra).

Via Foppa

Via Foppa,
la madre di tutti
gli obbrobri

Cominciamo da quella che potremmo definire la "madre di tutti gli obbrobri", che per questo si è meritata anche la foto in alto, in apertura di pagina. E' alla fine di via Foppa, pochi metri prima di piazza Bolivar. Il palazzo è (o forse è meglio dire "era") bello, molto bello. Il resto... beh, ognuno giudichi da sé!


 

Addio equilibrio

Due piani puliti, eleganti, ordinati ed equilibrati. Se sono stati pensati così è perché così dovevano restare.

E invece? Inutile dire quale impatto abbia il rialzo di un piano, basta vedere il risultato finale della cornice.

Per fortuna che chi ha pensato questa palazzina di via Agnesi riposa ormai in pace e non può vedere la sua creazione così orrendamente deturpata.


Ma è liberty, non lo vedete?

I cornicioni sono liberty. I fregi sono liberty. Le ringhiere e le colonnine dei balconi sono liberty. Insomma, la palazzina di via Ripamonti è liberty, inequivocabilmente liberty.

E allora perché costruire quelle orrende cose squadrate con tettuccio sopra a questo gioiellino? Ma che testa bisogna avere?

In questi casi le Belle Arti dovrebbero poter intervenire con un esproprio...

 

 

Via Gian Galeazzo, un sopralzo del c...

Scusate il francesismo, ma è difficile trovare le parole per esprimere con estrema sintesi le sensazione prodotta dalla visione di tale bruttezza, scovata in via Gian Galeazzo, a pochi passi dalla Darsena. E pensare che probabilmente chi l'ha pensata e costruita ne va anche fiero...


 

Via Corridoni, non se ne capisce davvero il motivo

Ma quale senso possono avere quei quattro insulsi lucernari posti artificiosamente su questo bel palazzo di via Corridoni?
Ma perché? Per quale motivo? Come si fa a pensare a una cosa del genere? Tutte domande cui è difficile rispondere.

 

 

Via Vivaio, colata senza senso

Di rara bruttezza. Basterebbe questo per definire la colata di cemento indegnamente appiccicata sull'elegante palazzina di via Vivaio, proprio di fronte al Palazzo della Provincia. Non c'è limite all'indecenza, questo sopralzo lo sta a dimostrare.







Via Donizetti, che stonatura!

In via Donizetti c'è qualcosa che stona, sarà forse questa palazzina formata da tre livelli d'epoca e un livello e mezzo orribilmente posticcio?
Sì, certo, il giardino pensile che si intravede farà di sicuro la gioia dei suoi proprietari, ma anche l'occhio di chi passa per strada vorrebbe la sua parte...

 

 

 

 

 

Via Orti, angolo corso di Porta Romana

Là dove c'erano gli orti

Ecco questo bel palazzo all'angolo tra corso di Porta Romana e via Orti. Maestoso, elegante, ricco di storia. Ma anche rovinato da una merlatura posticcia che niente ha a che spartire con queste qualità.
Un po' come quelle belle donne che a un certo punto della loro vita decidono di farsi di botulino e rovinano per sempre il loro fascino naturale.

Via Cappuccini

La "nave" di via Cappuccini

Questo di via Cappuccini è un sopralzo talmente clamoroso che ci siamo chiesti se non si trattasse piuttosto di una soluzione originaria. E invece no, amici che frequentano questo crocicchio, posto a pochi passi da Corso Venezia, ci hanno assicurato che la "nave" pronta per salpare è stata aggiunta in seguito.
Secondo noi con l'unico risultato di far "affondare" l'intero palazzo.



 

 

 

Via Cappuccini angolo via Serbelloni

Via Cappuccini angolo Serbelloni, che brutto copricapo!

Proprio di fronte alla "nave", sempre in via Cappuccini all'angolo con via Serbelloni ecco un tipico sopralzo da "piani alti", nel senso di intervento tipico del centro città. A quelli che vivono nelle zone nobili della città piacciono queste strutture lisce e in metallo scuro incastrate nella preziosa pietra del palazzo sottostante. Ognuno ha i suoi gusti, si diceva una volta...

 

Il miscuglio di stili
Piazza Ghirlandaio

di Piazza Ghirlandaio

Siamo in piazza Ghirlandaio e questo è uno dei sopralzi più evidenti e "antichi" di tutta la città. Si può notare, qui, un certo sforzo di equilibrare il nuovo con il vecchio, vedi ad esempio la fattura dei balconcini. Ma il risultato è comunque e sempre una clamorosa stonatura.
Prima era un bel palazzo. Dopo l'intervento è solamente un miscuglio di stili senza senso.


 

Via Hajech

Via Hajech, orrore stratificato

Bello il palazzotto con elegante facciata di via Hajech. Sì, davvero bello... e, allora, che cosa dire di chi ha avuto il coraggio di appiccicare quell'orrore stratificato sul tetto? Forse la frequentazione di un bel corso di storia dell'architettura poteva essere utile... peccato che ormai sia troppo tardi!







 

 

Largo Cairoli, imbocco di via Dante

 La perplessità
di Garibaldi

in Largo Cairoli

Che cosa guarda con tutta questa insistenza Giuseppe Garibaldi, imperiosamente seduto sul suo cavallo? Sembra quasi che l'eroe dei due mondi, che nelle sua vita ne ha viste di tutte i colori, sia turbato da qualcosa in particolare. Che il fastidio gli derivi dai bellissimi lucernari che gli hanno costruito davanti al naso, in Largo Cairoli, all'imbocco di via Dante? Se così fosse, diciamocelo francamente, come si fa a non condividere le sue perplessità?


 

Crocetta e i due
Largo Crocetta

"cappelli" posticci

Proprio a fianco del Teatro Carcano, in Crocetta, lungo il corso di Porta Romana, c'è questa stretta palazzina d'epoca di una certa eleganza. Un'eleganza dimenticata, però: quei due "cappelli" posticci non sono certo serviti ad aumentarne il fascino, anzi. Un vero peccato.





 

 

Corso di Porta Romana

Corso di Porta Romana, orpello poco rispettoso 

Il palazzo posto all'angolo tra corso di Porta Romana e via Santa Sofia ha la linea rigorosa, senza fronzoli. Tutto bianco, squadrato, imponente. Ma quell'orpello sopraelevato, non vorremmo errare, (anch'esso bianco, squadrato, imponente) ci sembra posticcio e poco rispettoso di quanto c'è sotto. Ci sbagliamo?


 

Lo schifo sopraelevato
Via Piacenza

di via Piacenza

Ma perché, ci chiediamo, perché rovinare una struttura così bella ed elegante con un elemento tanto brutto quanto inopportuno? Per il gusto di dire: «Abito in un bel palazzo di via Piacenza»? Bello forse lo era prima, prima che ci appiccicassero quello schifo sopraelevato.





 

 

Via Bianca di Savoia

Il condominio anni 70
di via Bianca di Savoia

Con i bei palazzi che vi si affacciano, via Bianca di Savoia è un gioiello di bellezza assoluta. Per questo stridono ancor più quegli orribili tre piani "stile condominio Anni '70" costruiti sopra una struttura d'epoca. «Ma come si fa?», viene da pensare. Per non dire di peggio...



 

 

 

 

Largo Treves

Largo Treves, quelle "cose" che rovinano l'equilibrio

Una piazzetta dove ci piacerebbe abitare: largo Treves. Anche se volgendo lo sguardo verso l'alto ci appaiono un paio di "cose" che non avremmo mai voluto vedere. Fatte ad arte, intendiamoci, ma sempre e comunque, a parer nostro, elementi di disturbo dell'equilibrio del bel palazzo che ci sta sotto...







Via Giulio Romano

Via Giulio Romano, che bruttura!

Questo è un palazzo di via Giulio Romano. Sopra una facciata elegante ed equilibrata, ecco che cosa ti spunta...



 

 

 

Corso Lodi, angolo via Burlamacchi

Come il cavolo a merenda

Bellissimo questo palazzo di corso Lodi, angolo via Burlamacchi. Un po' meno apprezzabile (diciamocela tutta, "c'entra come il cavolo a merenda") il sopralzo.








 

 

 

Corso Lodi

Una bella colata di cemento

E proprio di fronte, sull'altro lato di corso Lodi, ecco un altro esempio di "rispetto dell'esistente". Una bella colata di cemento tra cielo e terra...





Corso Lodi, angolo via Salmini

Pretuberanza fastidiosa

Restiamo in corso Lodi (angolo via Salmini) arteria ricca di "spunti interessanti". Tanto leggiadra quanto fastidiosa, la pretuberanza aerea qui rappresentata...




Viale Montenero

Il condominio sopraelevato/1

Spostiamoci in viale Montenero, angolo via Spartaco. Che bella idea: costruire un condominio su un palazzo d'epoca! Il sopralzo non è recentissimo, ciò non toglie che l'effetto sia comunque disastroso.





Viale Bianca Maria

Il condominio sopraelevato/2

Un altro bel palazzo e un altro "condominio" moderno sopraelevato. Questa volta in viale Bianca Maria. C'è qualcuno che, pur disponendo dei non pochi soldi necessari, comprerebbe un appartamento in un contesto così assurdamente combinato?




Accrocchio senza senso
Via Altaguardia

La via è molto stretta ed è quindi anche difficile da fotografare, questo scempio. A metà di via Altaguardia, zona Porta Romana, c'era questo piccolo ed equilibrato palazzo dal bello stile austriaco. Ora l'equilibrio se n'è andato chissà dove, e resta solo un'accrocchio senza senso e davvero brutto a vedersi.




Via L. Papi, angolo via Colletta

Fastidiosa escrescenza

All'incrocio tra via Lazzaro Papi e via Pietro Colletta, ecco un altro esempio di bel palazzo d'epoca deturpato da moderna e fastidiosa escrescenza sopraelevata.




 

 

 

Abbaini a caro prezzo
Piazza Virgilio

Eccoci in un'altra zona, per l'esattezza nella bella piazza Virgilio. Va bene, nel nostro viaggio tra gli orrori sopraelevati abbiamo visto di peggio, ma era proprio necessario costruire questi abbaini dal profilo smaccatamente moderno su un palazzo dall'aspetto tanto gentile? Probabilmente sì, visto il prezzo al metro quadro applicato nella zona...

Piazza della Conciliazione

Un pugno nell'occhio

E poco distante da lì, in piazza della Conciliazione, un'altra delle mostruosità più evidenti della nostra città. Passi per la facciata bi-color del palazzo, che avrà il suo bel motivo per essere così, ma quel piano supplementare, diciamocelo, è un vero pugno nell'occhio.





 

 

 

Nido d'amore deturpatore
Via Giulio Romano, angolo via Altaguardia

Torniamo in zona Porta Romana, all'angolo tra via Altaguardia e via Giulio Romano, in giorno di mercato. Qui ci abitano dei miei amici, spero non si offendano se penso che il loro nido d'amore (non costruito da loro, peraltro) sia un pugno nello stomaco di questo palazzo di inizio '900. Ma almeno il colore uguale a quello della facciata non lo si poteva fare?




 

 

"Capolavoro" raddoppiato
Corso di Porta Vigentina

Senza allontanarci troppo, arriviamo in corso di Porta Vigentina. Questo capolavoro non lo si vede dalla via, ma solo dal retro, dal cortile di una scuola posta nelle vicinanze. Quella ritratta, in tutta la sua bellezza, è una delle due "torri gemelle". Sì, perché non contenti di farne una, proprietari e architetti hanno pensato bene di raddoppiarla nell'altra ala del palazzo. Errare è umano, si dice, e perseverare... beh, ognuno concluda la frase come vuole!

 

 

Touring Club ferito
Corso Italia

Spingiamoci poco più in là, in pieno centro. Il palazzo è la storica sede del Touring Club Italiano, all'inizio di corso Italia, verso piazza Missori. Bellissimo palazzo, con molta probabilità anche protetto dalle Belle Arti. Era necessario deturparlo in questo modo? Non se ne poteva proprio fare a meno?








Corso Magenta, angolo via San Giovanni sul muro

Obbrobrio
da podio

Ragazzi, questo rischia davvero di salire sul podio degli obbrobri, anche in considerazione della zona. Questa volta vittima della fantasia di proprietari e architetti è il massiccio palazzo che sta all'angolo tra corso Magenta e via San Giovanni sul Muro, anche qui in pieno centro storico della città.
La foto è stata scattata in un pomeriggio novembrino grigio e piovoso, dall'auto, in tutta fretta perché all'improvviso il semaforo è diventato verde (come testimoniato nell'immagine, in basso a sinistra). Forse la velocità forzata dell'esecuzione non rende del tutto lo scempio compiuto, appena possibile sarà il caso di meglio testimoniare la situazione...
E infatti ecco qui a destra il risultato finale. Questa volta c'è il sole, ma il senso di orrore non se ne va comunque!


Piazza Duomo

Per fortuna
non c'è più

Il piacere di scattare una foto a piazza Duomo addobbata per Natale, in una fredda giornata di sole. Ma, ecco che ti sbuca qualcosa nell'obietivo, un elemento estraneo all'abituale paesaggio. Provi a ripulire la lente, per eliminarlo, ma quello è sempre lì, al centro esatto della foto. Ma che cos'è? Provi a zoomare e la pelle ti si accappona: non è una macchia, è una costruzione posticcia edificata lì, tra Duomo e Galleria.

Piazza Duomo
Piazza Duomo
Quando abbiamo deciso di creare la sezione "Con il naso all'insù" non osavamo sperare tanto. Questo – si tratta di un ristorante itinerante di lusso destinato a scomparire, per fortuna, il prossimo aprile 2012,  – resterà per sempre lo scempio degli scempi. Mi sembra già di sentire tra vent'anni due ancor giovani milanesi raccontarsi: "Ma ti ricordi di quando in piazza Duomo avevano costruito quello schifo sopraelevato?". Indimenticabile, da qui all'eternità!

Via San Gregorio

Il villino sopra i tetti

Già la sentiamo l'ironia di chi vedrà questa foto. «Già, questi parlano solo perché non ci abitano loro, in questo villino sopraelevato...». In effetti potrebbe essere letta come invidia, la nostra, vista la posizione sia in altezza, al di sopra delle miserie umane, sia nell'ambito della città, visto che la villetta qui riprodotta – posizionata in cima a un palazzo di via San Gregorio, angolo via San Giovanni alla Paglia – si affaccia sulla bellissima e quasi parigina piazza Cincinnato. Ma, nonostante questo, anzi proprio per questo, riteniamo che si poteva evitare, di costruire (e di permettere di costruire) una cosa del genere sopra un palazzo d'epoca.

Corso Vittorio Emanuele
Corso Vittorio Emanuele

Attentato all'estetica

Una bella passeggiata in pieno centro. Siamo in corso Vittorio Emanuele, all'altezza della chiesa di San Carlo al Corso. Lo sguardo corre verso l'alto, quasi sbadatamente, fino a quando incorre in una macchia scura inaspettata, posta proprio alla sinistra della cupola. Ma è possibile che anche qui si possa attentare in modo così clamoroso all'equlibrio estetico della città?

Corso Vittorio Emanuele
Corso Vittorio Emanuele
Neanche il tempo di scuotere il capo, sconsolati, che l'occhio si sposta più a destra, dall'altra parte della cupola, scoprendo una situazione speculare alla prima, anche se forse meno d'impatto, perché meno visibile dal basso. Ma l'impressione che qualcosa di fuori luogo ci sia, in questo contesto, resta nella nostra testa. E per questo sale la nostra protesta.

3 commenti:

  1. Sara' mica tutta opera dei ciellini del c@##@ del dell'amato presidente?

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  2. Come inquilina del palazzo all'angolo di Corso Magenta / Via San Giovanni sul Muro non posso che confermare lo scempio a cui sto partecipando da due anni e mezzo nel mio palazzo. Se l'avete definito obbrobrio, questa parola non basta. Ripassate ora, che i lavori sono andati avanti e la bellezza che era invece, regressa di molto.

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  3. Il giudizio estetico è soggettivo ed è demandato alla commissione paesaggistica. Quello che invece è oggettivo è il beneficio per diversi stakeholder.

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