sabato 14 ottobre 2017

La vita triste e solitaria del capotreno


Ho preso il treno appena in tempo. Stava quasi partendo, sono salito sulla prima carrozza trafelato, con il biglietto in mano non timbrato.

Cerco il capotreno, non vorrei pagare la multa. Gli spiego la situazione: «Me lo può annullare lei?». Sì, ci scrive sopra la data, qualche ghirigoro, forse ha messo anche la firma.

Il treno è partito e il capotreno ora è seduto accanto a me. Ha voglia di parlare, mi sembra.

«Vede – mi dice – se io adesso percorro tutto il treno trovo almeno 50 persone che non hanno il biglietto. È sempre così, il numero è più o meno quello».

«Bene, dirà lei. Sono 50 multe, soldi incassati dalle ferrovie, l'azienda vive probabilmente anche di questo... E invece no. Di queste 50 persone, almeno 45 non hanno in tasca né soldi, né documenti. Gli chiedo i soldi e mi dicono di non averne e mi ridono in faccia, quando va bene. Gli faccio il verbale? Ma se non hanno nemmeno i documenti... Niente, non pagheranno mai. Una volta scesi dal treno chi li vede più?».

«A quel punto, allora, dovrei denunciarli. Ma se lo faccio, alla prima stazione arriverebbe la polizia e quindi il treno si dovrebbe fermare. E vaglielo a spiegare ai passeggeri che questa sera torneranno a casa tardi per colpa di un capotreno precisino, che poi voglio vedere se alla fine quelli li pagano, il biglietto e la multa».

«E infatti è quasi sempre così, biglietto e multa non sarebbero comunque pagati. La polizia trattiene un po' i trasgressori e poi che cosa può fare? Metterli in galera? No, dopo un paio di ore li deve lasciare andare e tutto è come prima. Ce li ritroviamo sul treno il giorno dopo».

«Allora, per il bene di tutti, dovrei fare a meno di controllare i biglietti ai soggetti che, non è difficile individuarli, il biglietto non ce l'hanno. Sì, facile. Se non fosse che provi lei a dare la multa a un passeggero perché si è dimenticato di timbrare il biglietto quando nello stesso vagone non hai multato chi il biglietto proprio non ce l'ha... Crede che il passeggero "smemorato" sia contento?».

«Insomma, come mi muovo è un casino. Si sorprende, quindi, se sempre meno spesso i controllori – che poi per inciso sono quasi sempre anche capotreni e hanno ben altre responsabilità oltre a quella di controllare – passano a verificare la validità dei biglietti?».

E così dicendo, sospirando, si è alzato, mi ha salutato ed è risalito stancamente lungo il vagone, senza chiedere nulla ai passeggeri seduti di qua e di là.
 



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