mercoledì 19 ottobre 2016

Quest'anno c'è stata una grande morìa di ombrelli


Quando piove nella nostra città è tutto un fiorire di ombrelli rotti. Se ne trovano un po' dappertutto: nei cestini della spazzatura, sui marciapiedi, anche negli androni di alcuni palazzi.

Gli ombrelli sono diventati ormai oggetti usa e getta, come i fazzoletti. I venditori ambulanti li vendono a 5 euro e se si è abbastanza abili e risoluti si riesce a strapparli anche a meno.

E siccome nessuno ti regala niente – perché dovrebbero cominciare a farlo gli ambulanti? – è facile concludere che il prezzo fissato è del tutto proporzionato alla qualità dell'ombrello acquistato.

Il meccanismo dettato dallo spietato mercato attuale dell'ombrello è questo: sei in giro per la città e la pioggia ti sorprende. Non hai portato con te l'ombrello ma per fortuna all'uscita della metro c'è il solito extracomunitario che vende ombrelli.

Potresti chiederti come fa a essere lì, puntuale, con gli ombrelli, proprio quando piove, anzi, quando cadono le prime gocce. Quale sito di previsioni del tempo consulta? E poi: dove li tiene, quando è bel tempo, tutti quegli ombrelli? Dove sta, come vive, che cosa vende quando non piove?

Tutte domande cui è difficile dare una risposta e forse non ne vale nemmeno la pena.

Perché ciò che conta, alla fine, è il fatto che l'extracomunitario sia lì, all'uscita della metropolitana, con tutti i suoi ombrelli colorati. Te ne compri uno che si intona bene con il tuo vestito di oggi, lo apri, ti ripari e te ne vai soddisfatto.

Nel giro di due-tre giorni – dipende anche da quanto pioverà – lo stesso ombrello finirà abbandonato da qualche parte con le stecche rotte o il pomello staccato o il meccanismo di rientro del manico inceppato o la tela lacerata.


Non è più come una volta, che l'ombrello ti accompagnava per tutta la vita, o quasi. Me ne ricordo uno che avevo ereditato (addirittura) da mio nonno, nero, pieghevole, solido, capace di riparare anche dagli acquazzoni più violenti.

Me l'hanno rubato in posta, il tempo di ritirare un bollettino – neanche di pagarlo, solo di ritirare un bollettino in bianco –, pochi secondi e già non c'era più...

Mai furto fu più felice: sono sicuro che chi me l'ha sottratto lo usa ancora oggi.

Secoli e secoli trascorsi invano

Ma il problema, se vogliamo affrontarlo da un punto di vista più ampio e articolato, è un altro. Il fatto grave è che per quanto riguarda l'argomento ombrello, inteso come "oggetto o meccanismo in grado di riparare dalla pioggia", l'ingegno umano si è mostrato, nel corso dei secoli, alquanto pigro.

Basta guardare certe foto virate seppia di fine '800. Che cosa hanno in mano le damine di quell'epoca? Ombrelli che, materiale a parte, sono in tutto e per tutto uguali a quelli di oggi.

C'è un manico che funge da impugnatura, in genere ricurvo, un'asta, una serie di stecche flessibili e una copertura di tessuto, naturale o sintetico.

Una struttura che, a grandi linee, si tramanda fin dai tempi degli antichi romani, alcuni dicono addirittura fin dagli antichi egizi o forse anche prima.

Nel frattempo l'umanità ha fatto come sappiamo passi da gigante, è anche andata sulla luna, tra poco andrà su Marte. Ma l'ombrello è sempre lì, uguale a se stesso, con le sue stecche che ti entrano negli occhi se gli passi troppo vicino.

Il manico, l'asta, le stecche, il tessuto... Ma è possibile che nessuno abbia pensato a niente di meglio, in tutti questi secoli?

Le più moderne tecnologie, le nuove frontiere della scienza, l'elettronica, la cibernetica, le ricerche della NASA...

Possibile che tutto ciò non abbia prodotto qualcosa che ci liberi finalmente da uno strumento vecchio, obsoleto, fastidioso da portarsi appresso, che ti gocciola nelle scarpe quando sei sul tram schiacciato tra mille persone e che si deforma perdendo la sua capacità riparatrice in presenza del più flebile refolo di vento?


L'appello agli inventori di tutto il mondo

Un interrogativo che ci spinge a dotare questo post di un appello finale indirizzato agli inventori di tutto il mondo:

Cari inventori di tutto il mondo, 
forza, impegnatevi, non vorrete davvero farci arrivare agli anni tremila ancora con gli ombrelli in mano. Ci sarà un sistema più pratico e meno obsoleto per ripararci dalla pioggia, no?

Sappiamo che ce la potete fare a individuarlo, su, non deludeteci.

L'umanità intera ve ne sarebbe davvero grata, per l'eternità.


Carrellata di ombrelli abbandonati









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