Che
Paese fantastico è l'
Italia. Un Paese dove c'è sempre una
soluzione per tutto.
La
prova di quello che dico? In questa
storia che mi è capitata qualche giorno fa.
Che bello, ho venduto un libro!
Qualche giorno fa è successo
qualcosa di interessante, per me: mi ha contattato via email un
venditore online di libri. «Ci è stato richiesto
un suo libro, dovrebbe per favore spedircelo, con modalità
piego-libri».
“Fantastico!", il mio
primo pensiero dopo aver letto l'email. «Piego-libri? E che cos'è», il
secondo.
Vado dal
cartolaio, chiedo una
busta per spedire un libro in
modalità piego-libri. Lì sono molto
dubbiosi, ne sentono parlare per la prima volta, mi danno una busta di quelle gialle con dentro le
bolle d'aria. Torno a casa, ci metto il libro, scrivo l'indirizzo del venditore online e vado all'
ufficio postale più vicino a casa.
«Vorrei
spedire questo libro...».
«Così le costa
5 euro e rotti. Ma se la spedisce in
piego-libri le costa
poco più di un euro», risponde la donna seduta al di là del bancone.
«Sì,
piego libri... pensavo fosse questa busta... dove la posso trovare, la
busta giusta?».
«In cartoleria», ribatte inflessibile la voce al di là del
vetro anti-rapina mentre schiaccia il bottone che visualizza un nuovo
numero sul display.
L'affannosa ricerca della busta per "piego-libri"
Torno in
cartoleria, la giovane proprietaria cade anche questa volta dalle nuvole. «Mi spiace», dice. Vado in un altro negozio del settore, dove la
proprietaria è più su di età, immagino sappia di che cosa parlo. Niente, nemmeno lei sa che cosa sia una
busta per piego-libri. Mi dice che probabilmente la vendono in
Posta, di chiedere lì.
Passano i giorni, intanto. Il
venditore online mi scrive un'email: «Non abbiamo ancora ricevuto il libro, ci contatti se dovesse avere problemi».
Li chiamo. «La
busta per piego-libri – mi spiegano – è quella che permette di sollevare un
lembo e vedere che cosa c'è dentro». «Dove la trovo?». «In cartoleria». Sono dunque al punto di prima.
Ormai sono
rassegnato. Spedirò il libro spendendo 5 euro e rotti. Vabbè, non è un dramma, ma quello che mi secca è il principio...
Prima di cedere, decido di fare un
ultimo tentativo. Racconto la storia al mio amico
Carlo che frequenta spesso le Poste per spedizioni di vario genere.
«Per me
non è un problema – mi dice –. Vado sempre nello stesso ufficio postale, qui sotto, ormai mi conoscono. Ho spedito parecchi libri, anche in
piego libri. Se vuoi portamelo qui, te lo spedisco io».
La soluzione era lì, a portata di mano...
«Grazie, Carlo, ma non è questo il punto. Vorrei capire che cosa significa spedire con
modalità piego-libri...».
«Guarda, vuoi che ti dica come faccio io? – mi risponde dal video di Skype –: prendo
una busta qualsiasi, ci metto il libro e, vicino all'indirizzo,
ci scrivo sopra "piego-libri". Do il pacchetto al tipo della Posta e questo non dice niente. Pago il mio
euro e rotti e la cosa finisce lì...».
Vuoi dire che...
Saluto l'
amico, prendo la mia
busta e una
penna. Scrivo
"piego-libri" in un angolo e mi precipito nell'altro ufficio postale non lontano da casa. Faccio la
fila, quando è il mio turno porgo con sicurezza il pacco. L'uomo al di là del bancone mi chiede:
«Piego libri? Ordinario o raccomandata?».
«Ordinario", dico senza tentennamenti.
Pago il mio
euro e 40 centesimi, saluto e me ne vado.
E mentre cammino verso casa penso: «Che gran Paese che è l'Italia, dove c'è davvero sempre
una soluzione per tutto...».