![]() |
Una figurina Panini di Buriani |
E chi se ne importa diranno in molti. E, soprattutto, chi è questo Buriani?
Già, chi è Ruben Buriani? La figurina qui a lato parla chiaro: si tratta di un calciatore o, meglio, di un ex calciatore, che ha giocato nel Milan per quattro o cinque stagioni. Si parla della fine degli anni '70, primi anni '80 (bisognerebbe aggiungere dello scorso secolo, ma a me questa cosa fa sempre un po' impressione).
Un giocatore come tanti altri, dirà qualcuno, dimenticando che è stato una pedina fondamentale del Milan del "Barone" Liedholm che vinse lo scudetto della stella nel 1979. Uno che non passava inosservato, in ogni caso, non fosse altro per quella sua zazzera bionda, biondissima, quasi bianca. Tanto che qualcuno lo chiamava "Pannocchia".
![]() |
Il biglietto della mia prima partita |
Ai tempi vivevo in Valtellina e andare a San Siro (allora si chiamava solo così) voleva dire stare in giro tutta la giornata. Partenza col pullman all'alba, forniti di zainetto con panini (di segale, con la bresaola) e lattine (non c'erano ancora la mini bottigliette di plastica d'acqua minerale, né esistevano i divieti di portare le lattine all'interno dello stadio). Viaggio sonnecchioso fino a Milano, con l'umore dei tifosi che aumentava man mano che ci si avvicinava allo stadio. E poi giù tutti di corsa, a conquistare un posto in tribuna, che naturalmente non era numerato e quindi chi prima arrivava... Poi, dopo la partita, tutti di corsa alla ricerca del pullman e, dopo lunghe ore di cammino a passo d'uomo, imbottigliati in un traffico mai visto, finalmente il lungo viaggio di ritorno, con atmosfera felice o triste, a seconda del risultato della partita. A casa ci si arrivava che era ormai notte fonda.
![]() |
Facchetti e Rivera, i capitani |
Il derby del 6 novembre 1977
La mia prima partita è andata in scena il 6 novembre 1977 e non era una partita normale. Si trattava di un derby e i derby non sono mai partite normali.La squadra di casa era l'Inter, ma questo a me – tredicenne che per la prima volta metteva piede nella "Scala del calcio" – poco importava. Quando sono entrato a San Siro sono rimasto letteralmente a bocca aperta. Il verde del prato, le pubblicità a bordo campo, il grande schermo elettronico, le tribune non ancora piene ma già gremite di tifosi, con quelli del secondo anello (il terzo? macché, quello non c'era ancora) intenti a srotolare bandiere e striscioni. Uno spettacolo incredibile.
Un'emozione difficile da raccontare. Lo scambio della stretta di mano e dei gagliardetti, a inizio partita, fu tra i due capitani, non proprio due giocatori normali. Da una parte Giacinto Facchetti, con la sua brillante maglia a larghe righe neroazzurre. Dall'altra, non so se mi spiego, un certo Gianni Rivera con la sua casacca a righe strette rossonere. Tutti e due con la fascia bianca sul braccio sinistro. Mi si potrà dire quello che si vuole, nella vita. Ma io potrò sempre rispondere che io quei due li ho comunque visti giocare, anche se ormai a fine carriera, e questo basta e avanza.
![]() |
Il gol dell'1-0 di Buriani (da: www.magliarossonera.it) |
Ruben Buriani di gol ne segnerà un altro, verso la fine della partita. Quello del definitivo 3 a 1 per il Milan che, purtroppo, non riesco tanto a ricordare. L'ho rivisto, nei filmati d'epoca, ma non me lo ricordo, dal vivo. In mezzo un rigore trasformato da Rivera (non solo l'ho visto giocare, l'ho visto pure segnare!) e un tentativo, vano, di rimonta dei nerazzurri, con gol di Anastasi.
Il nostro lungo viaggio di ritorno fu naturalmente molto festoso.
La mia prima partita vista dal vivo. Un ricordo indimenticabile, grazie anche a quel giocatore biondo, biondissimo, dai capelli quasi bianchi, tanto che qualcuno lo chiamava "Pannocchia".
Per questo oggi dico, molto volentieri: tanti auguri, signor Ruben Buriani!
Tutte le informazioni su Inter-Milan 1-3 del 6 novembre 1977
Il servizio RAI di Beppe Viola sulla partita. Poesia pura.
.