martedì 21 aprile 2020

Coronavirus, il diario da Milano/aprile 2020_3




Diario giornaliero del Coronavirus in Italia e in particolare a Milano, a partire dal Giorno 1, quello che ha fatto registrare la prima vittima dovuta a questa epidemia (era il 21 febbraio 2020).


Settima parte.


Clicca qui per andare al diario da Milano del Coronavirus dal 1° maggio 2020




70° giorno - Giovedì 30 aprile


Tra i tanti cambiamenti che la pandemia ha portato (e porterà anche nel futuro prossimo) c'è anche quello che riguarda la percezione dell'infallibilità di certi Paesi.

Prendiamo il Regno Unito, che all'inizio aveva fatto la voce grossa parlando di immunità di gregge e poi è rientrato nei ranghi con la coda tra le gambe e ora rischia di superarci anche nel triste numero dei decessi. Oppure Francia e Germania, che a fasi alterne hanno mostrato sprezzo per il virus e ora si ritrovano nei piani alti delle classifiche mondiali del contagio.

E prendiamo soprattutto gli Stati Uniti d'America che sono diventati il vero territorio di conquista del Covid-19 e contano ormai più di 1 milione di contagiati e una cifra di morti che ha ormai superato i 60mila (in Italia al momento sono poco meno di 28mila).

Lo si diceva, che con il sistema sanitario statunitense l'approdo del virus sarebbe stato letale. Lì fare un tampone costa migliaia di dollari, in pochi se lo possono permettere e se non hai una forte assicurazione è praticamente impossibile riuscire a farti curare da un qualsiasi ospedale.

Non che la nostra sanità, soprattutto quella della Lombardia, si sia mostrata sempre all'altezza – stiamo parlando del modello organizzativo, non dei singoli operatori sanitari, che hanno fatto tutto il possibile, anzi di più – ma oltreoceano, davvero, la lotta al virus non sta funzionando per niente. E stiamo parlando di una situazione che investe anche le grandi metropoli, addirittura anche New York, non dei tanti luoghi di frontiera che contraddistinguono la realtà territoriale americana.

Poi, siccome si dice che il pesce puzza dalla testa, un presidente come Donald Trump non sembra essere in grado di aiutare il Paese a uscire dalla situazione drammatica, anzi, a volte sembra ricacciarcelo ancor più.

Come quando alla fine di gennaio aveva detto che negli USA era tutto sotto controllo, e all'inizio di aprile aveva ribadito che si trattava di una semplice influenza che con il caldo sarebbe scomparsa da sé.

O come quando che le persone affette da coronavirus possono essere curate con la clorochina – che serve ad abbassare le difese immunitarie e viene utilizzata da chi è affetto da malaria e lupus – quando non esiste alcuna certezza scientifica che lo dimostri. Con il risultato devastante che ora chi ha bisogno davvero di questo medicinale non riesce più a procurarselo.

Oppure quando dice: «...poi c'è il disinfettante che lo ucciderebbe (il virus) in un minuto. C'è un modo per riuscire a fare delle iniezioni, una sorta di pulizia? Potrebbe entrare nei polmoni, sarei interessato ad approfondire...» , frase che ha scatenato una serie di morti di persone che si sono iniettate disinfettanti, tra cui anche candeggina, nelle vene.

Ecco, forse in futuro i nostri punti di riferimento diventeranno altri. All'est del mondo, ad esempio, ci sono nazioni (come la Corea del Sud o il Giappone) che colpite per prime dal Coronavirus, subito dopo la Cina, hanno saputo fare fronte alla diffusione del contagio, sembrerebbe – le verità le scopriremo quando tutto si sarà rimesso in riga – in modo organizzato, silenzioso e quanto mai efficiente.

Ecco i numeri di oggi, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti:

Italia 
  • contagi totali: 205.463 (+1.872) / 203.591 (+2.086) / 201.505 (+2.091) / 199.414 (+1.739)
  • decessi totali: 27.967 (+285) / 27.682 (+323) / 27.359 (+382) / 26.977 (+333)
  • guariti totali: 75.945 (+4.693) / 71.252 (+2.311) / 68.941 (+2.317) / 66.624 (+1.696)
Lombardia
  • contagi totali: 75.732 (+598) / 75.134 (+786) / 74.348 (+869) / 73.479 (+590)
  • decessi totali: 13.772 (+93) / 13.679 (+104) / 13.575 (+126) / 13.449 (+124)
  • guariti totali: 25.749 (+416) / 25.333 (+304) / 25.029 (+440) / 24.589 (+191)
I tamponi effettuati oggi sono stati 68.456 (ieri erano stati 63.827), le persone in terapia intensiva sono ora 1.694 (ieri erano 1.795), le persone in isolamento domiciliare sono 81.708 (ieri erano 83.504).

In Lombardia i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono diventati 605 (ieri erano 634). I tamponi effettuati sono stati 11.048 ben 3.424 in meno rispetto a ieri, che erano stati 14.472

A Milano si sono registrati 56 nuovi contagi (ieri erano stati 86).

La Protezione civile ha interrotto le sue conferenze stampa, che già negli ultimi giorni non erano più quotidiane, perché, come ha sottolineato il capo dipartimento Angelo Borrelli: «È una nuova fase, interrompiamo queste conferenze stampa anche se continueremo a comunicare quotidianamente i dati. I numeri di oggi ci dicono che ci avviamo verso una nuova fase dell'evoluzione dell'emergenza».



69° giorno - Mercoledì 29 aprile 2020

Maledetta bilancia, che ogni giorno indica un peso aumentato. Ho già raggiunto il mio record "ogni tempo", in vita mia non sono mai stato così pesante. Accidenti, da oggi dieta ferrea, mai più noccioline, patatine, birra, cioccolato, merendine e tutte quelle cose che in questi giorni mi sono concesso perché «Almeno questo...». Da oggi o da domani, dopo ci penso bene.

Tra le tante notizie che non vorremmo sentire, in questi giorni, finalmente ce n'è una che ci riempie di gioia e anche un po' di orgoglio: ieri è stato posizionato l'ultimo tratto del ponte di Genova, più o meno un anno e mezzo dopo il tragico crollo che costò la vita a 43 persone.

Tutto molto bello, ma non riusciamo a capire come possa avere accettato, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la folla di tecnici, operai, giornalisti che, tutti vicini l'uno all'altro, hanno ascoltato la sua conferenza stampa sotto le arcate del ponte.

Ci risiamo, era già successo in Lombardia con la presentazione dell'Ospedale (fantasma) di Fiera Milano, ma questa volta, se possibile, la cosa ci sembra ancora più grave.

Sono giorni che si discute di Fase 2, di come riprenderemo gradualmente la vita di tutti i giorni, delle limitazioni che dovremo osservare per evitare che il contagio – che non è mai scomparso, diminuito sì, scomparso no – si diffonda in modo ancor più violento di quanto abbia fatto nelle ultime settimane.

Molto scalpore ha destato la prudenza – eccessiva, per molti – dimostrata dallo stesso presidente del Consiglio in relazione all'esordio della Fase 2, previsto per il 4 maggio. Se anche sarà possibile uscire un po' più di casa, saranno comunque vietati "i party" con gli amici e gli assembramenti anche tra parenti, le chiese saranno ancora chiuse, ai funerali non si potrà essere più di 15 persone...

Tutte limitazioni dolorose e probabilmente inevitabili, suggerite dai tecnici delle task-force messe in campo dallo stesso governo, che rischiano di essere, come ha ammesso lo stesso Conte, impopolari in un momento in cui la gente non vede l'ora di tornare a vivere in mezzo alla gente.

E allora, come puoi pensare di frenare gli inevitabili impulsi sociali e vitali di milioni di persone – in molti casi, oltretutto, dettati dal desiderio di sopravvivenza economica –  se sei protagonista di una situazione come quella di Genova, sapendo che verrà mostrata su tutti i giornali, in tutte le televisioni d'Italia e  del mondo?

Noi siamo qui, in casa, con la bilancia che ogni giorno mostra un peso aumentato e con i capelli che hanno ormai raggiunto limiti toccati solo in gioventù. Ogni volta che ci guardiamo allo specchio vediamo i segni di questi ultimi due mesi di vita forzatamente casalinga. Ma chi se ne frega, il fatto è che questo ci fa venire in mente, inevitabilmente, le tante persone – medici, infermieri, operatori sanitari – sui cui volti e nei cui animi i segni, le cicatrici di questi mesi vissuti in lotta contro la morte resteranno per tutta la vita.

Per tutti noi, ma soprattutto per loro, certe situazioni devono essere evitate, soprattutto da chi chiede e dispone che nei nostri comportamenti ci sia il più assoluto rigore, è così difficile da capire?


Ecco i dati di oggi, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti:

Italia 
  • contagi totali: 203.591 (+2.086) / 201.505 (+2.091) / 199.414 (+1.739) / 197.675 (+2.324)
  • decessi totali: 27.682 (+323) / 27.359 (+382) / 26.977 (+333) / 26.644 (+260)
  • guariti totali: 71.252 (+2.311) / 68.941 (+2.317) / 66.624 (+1.696) / 64.928 (+1.808)
Lombardia
  • contagi totali: 75.134 (+786) / 74.348 (+869) / 73.479 (+590) / 72.889 (+920)
  • decessi totali: 13.679 (+104) / 13.575 (+126) / 13.449 (+124) / 13.325 (+56)
  • guariti totali: 25.333 (+304) / 25.029 (+440) / 24.589 (+191) / 24.398 (+171)
Tamponi effettuati: 63.827 (ieri erano stati 52.272), le persone ricoverate in terapia intensiva sono diventate 1.795, 68 in meno di ieri. Le persone in isolamento domiciliare sono 83.652 (ieri erano 83.619).

Quattro contagi su cinque avvengono nelle cinque regioni d'Italia più colpite, nell'ordine: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Liguria.

Nella sola Lombardia i tamponi effettuati sono stati 14.472 (ieri 8.573), i ricoverati in terapia intensiva sono 634, 21 in meno rispetto a ieri.

A Milano i nuovi positivi sono 86 (ieri 149), in provincia di Milano sono invece 284, 6 in più rispetto a ieri.



68° giorno - Martedì 28 aprile 2020

Ieri il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è venuto a Milano. Tra le tante cose dette nel corso degli incontri con il sindaco Beppe Sala, con il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e con il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, quelle più significative sono:

«Non ci sono le condizioni per tornare alla normalità, ce lo dobbiamo dire in modo chiaro e forte»

«La Fase 2 è quella della convivenza con il virus, non della liberazione»

«Questo governo non cerca consenso, vuole fare le cose giuste, anche se ciò potrebbe scontentare i cittadini»
In queste frasi c'è un riassunto efficace della situazione presente e di quello che ci aspetta nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, nei prossimi mesi.

In Conte c'è la consapevolezza che quella che arriverà sarà la fase più difficile, per tutti noi ma anche per lui. In pochi si ricorderanno, tra 2 anni, come è stata combattuta la diffusione del Coronavirus. Tutti parleranno solamente di come è stata gestita la ripresa alla vita normale, prima attuata gradualmente e in seguito a pieno regime.

I nostri politici e i nostri amministratori si giocano la credibilità a partire dal 4 maggio. Ma questo a noi cittadini, in realtà, interessa solo in parte. Perché il 4 maggio per il "paese reale" – quello che lavora ogni giorno con sacrificio e fatica per raggranellare i quattro soldi necessari a vivere e ad assicurare alla propria famiglia un'esistenza dignitosa – quella data rappresenta l'inizio di un percorso che porterà o meno alla sua sopravvivenza.

Sarà necessario essere tutti all'altezza della situazione, tutti uniti verso un unico obiettivo che, come dice giustamente Conte, potrà forse anche richiedere comportamenti impopolari ma necessari. In questo momento ci servono proprio politici e amministratori che sappiano anche prendere decisioni impopolari (non ci servono invece politici che assecondano gli umori della "pancia" del Paese per aumentare i propri consensi). A patto che, questo è chiaro, oltre che impopolari queste decisioni siano efficaci.

Senza dimenticare un aspetto non secondario, che ci differenzia dalle altre nazioni europee che contano: per noi non sarà sufficiente tornare alla situazione pre-Coronavirus. Non dimentichiamocelo: fino a tre mesi fa la nostra economia faticava a tovare stabilità, la produzione era in forte crisi, il debito pubblico aumentava vertiginosamente, la disoccupazione - soprattutto nei giovani – continuava a salire...

Non è sufficiente tornare a come eravamo prima, serve uno scatto in avanti, che sappia regalare un nuovo volto a questo Paese. Ripartendo da zero forse ce la potremo fare, ma solo se sapremo essere, per una volta, davvero uniti e risoluti.

Chissà se saremo così intelligenti da capirlo.


Ecco i numeri quotidiani, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti:

Italia 
  • contagi totali: 201.505 (+2.091) / 199.414 (+1.739) / 197.675 (+2.324) / 195.351 (+2.357)
  • decessi totali: 27.359 (+382) / 26.977 (+333) / 26.644 (+260) / 26.384 (+415)
  • guariti totali: 68.941 (+2.317) / 66.624 (+1.696) / 64.928 (+1.808) / 63.120 (+2.622)
Lombardia
  • contagi totali: 74.348 (+869) / 73.479 (+590) / 72.889 (+920) / 71.969 (+713)
  • decessi totali: 13.575 (+126) / 13.449 (+124) / 13.325 (+56) / 13.269 (+163)
  • guariti totali: 25.029 (+440) / 24.589 (+191) / 24.398 (+171) / 24.227 (+445)
I tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono 52.272 (ieri erano stati 32.003), le persone in terapia intensiva ora sono 1.863 (ieri erano 1.956). Le persone in isolamento domiciliare sono 83.619 (ieri erano 83.504).

In Lombardia i ricoverati in terapia intensiva sono 655, 25 in meno rispetto a ieri. Sono stati effettuati 8.573 tamponi (ieri 5.053).

A Milano si registrano 149 nuovi contagiati, ieri erano stati 79. In provincia di Milano 278 nuovi casi, ieri l'aumento era stato di 188.

Numeri che, in generale, non fanno pensare che la fine della fase acuta dell'emergenza sia ormai prossima. È vero che gli ospedali sono meno in sofferenza rispetto a prima – e questo è l'aspetto positivo del momento – ma vi ricordate quando attorno alla metà di marzo eravamo arrivati a superare i 300 decessi in un sol giorno? Eravamo disperati e nessuno pensava certo al "liberi tutti"...



67° giorno - Lunedì 27 aprile 2020

Questa nuova settimana si apre all'insegna dell'incertezza. Le parole di ieri sera di Giuseppe Conte, il Presidente del Consiglio che ha raccontato come e quando entreremo nella Fase 2, non ci hanno rassicurati.

Non ci aspettavamo certezze, queste abbiamo capito da tanto tempo che nessuno – nemmeno gli scienziati – le può dare. Ma almeno speravamo ci venisse presentato un quadro più completo e descrittivo della vita che ci aspetterà a partire dal 4 maggio, prima data di "riapertura" e a seguire dal 18 maggio, seconda data citata da Conte.

Al di là dell'esigenza che abbiamo tutti di riprendere l'attività lavorativa a pieno regime – senza dimenticare che molte categorie di lavoratori non hanno mai smesso di lavorare e altrettante hanno addirittura visto raddoppiare se non triplicare la stessa attività – ci interessa sapere che cosa è stato fatto e che cosa verrà fatto per permetterci di vivere il più normale possibile.

Verranno fatti finalmente i tamponi a tappeto? Finora non abbiamo visto un'espansione tale da farci dormire sonni tranquilli. Né a livello nazionale né tantomeno a livello regionale. Il numero rimane più o meno sempre lo stesso e se varia è perché diminuisce. Nessuno ne parla più, se non per rispondere a domande dirette poste dai giornalisti (che sono diventate ormai una rarità anche quelle).

Le mascherine: Conte ha parlato di mascherine a 0,50 euro per tutti. Dove sono? La nostra esperienza di famiglia lombarda: non siamo mai riusciti a trovarne una (una!) di quelle di tipo chirurgico a pagamento. Quelle che abbiamo (quattro, ormai da un mese...) arrivano da un'azienda, dall'inizio dell'emergenza non abbiamo mai avuto la possibilità di acquistarne una (una!).

I test sierologici: sono validi, sono fattibili, sono risolutivi? Ancora si discute di questi aspetti e intanto se ne sente parlare sempre meno, quasi fossero marginali all'attuazione della ripresa.

Siamo nel momento probabilmente più difficile, dall'inizio dell'emergenza per Covid-19, soprattutto dal punto di vista mentale. Dopo due mesi abbondanti di emergenza e quasi due mesi di reclusione forzata non vediamo l'ora di poter tornare a uscire dalle nostre case, abbiamo voglia di rimetterci in pista, di far tornare in movimento gambe e testa.

Ma da una parte vediamo che i numeri di contagi e di decessi faticano a scendere, soprattutto in Lombardia, e quindi ci chiediamo che cosa stiano facendo veramente, al di là delle parole, i nostri governanti per farli tornare prossimi allo zero.

Dall'altra non ci sentiamo garantiti da un governo centrale che sembra rimanere sulla superficie delle questioni senza entrare nel dettaglio delle problematiche (la scuola, i giovani, le famiglie – anche quelle di fatto – spaccate dai confini regionali, le messe ancora negate, il turismo, il commercio, l'app "immuni" che sembra essere scomparsa nel nulla, il rischio di un ritorno dell'epidemia...) e da un governo regionale che, dopo settimane di vuoti proclami, sembra essere sparito dai radar, come se stesse aspettando che altri si vadano a schiantare prima di intervenire con il ruolo (che fatichiamo a riconoscergli) di salvatore della patria.

In tutto questo la nostra unica ancòra di salvezza, in questo momento, sembra essere rappresentata dalla forza che da sempre è in grado di mettere in campo la nostra città. Il Comune di Milano con il documento "Milano 2020. Strategia di adattamento" ha dimostrato di essere pronto a fare la sua parte, per quello che lo riguarda, ridisegnando la città in base alle nuove esigenze.

Non è poco, in questo momento complicato. La nostra speranza è che il Comune e il sindaco Sala riescano a fare sì che la nostra città torni a essere bella, efficiente e funzionale come prima. Anzi – perché no? – ancor più di prima.


Ecco i numeri di oggi, confrontati, come sempre, con quelli dei tre giorni precedenti:

Italia 
  • contagi totali: 199.414 (+1.739) / 197.675 (+2.324) / 195.351 (+2.357) / 192.994 (+3.021)
  • decessi totali: 26.977 (+333) / 26.644 (+260) / 26.384 (+415) / 25.969 (+420)
  • guariti totali: 66.624 (+1.696) / 64.928 (+1.808) / 63.120 (+2.622) / 60.498 (+2.922)
Lombardia
  • contagi totali: 73.479 (+590) / 72.889 (+920) / 71.969 (+713) / 71.256 (+1.092)
  • decessi totali: 13.449 (+124) / 13.325 (+56) / 13.269 (+163) / 13.106 (+166)
  • guariti totali: 24.589 (+191) / 24.398 (+171) / 24.227 (+445) / 23.782 (+430)
In tutta Italia: tamponi effettuati 32.003 (ieri erano 49.916, l'altro ieri 65.387), persone ricoverate in terapia intensiva 1.956 (ieri erano 2.009), non scendevamo sotto le 2mila dal 16 marzo.

In Lombardia: tamponi effettuati 5.053 (ieri 10.857), persone ricoverate in terapia intensiva 680 (ieri erano 706). Anche qui calano i contagi ma tornano a salire i decessi.

In provincia di Milano si sono registrati 188 contagi in più, a Milano sono stati 79 in più.



66° giorno - Domenica 26 aprile 2020

"Questo documento ha lo scopo di elaborare una strategia per la cosiddetta "Fase 2", che sarà caratterizzata da una radicale modifica degli stili di vita dei cittadini e dell'organizzazione delle città, dovuti a distanziamenti e precauzioni necessari per il coronavirus".

Finalmente un documento che, dopo tanto parlare e parlare (spesso a vanvera), presenta fondamentali proposte operative legate a quella che sarà la nostra vita quotidiana nella prima fase di ripresa delle attività quotidiane.

Si tratta di "Milano 2020. Strategia di adattamento. Documento aperto al contributo della città" (scaricalo qui), elaborato dal Comune di Milano nella consapevolezza che "la strategia della ripartenza della città debba essere in linea e inserita nel quadro generale", ben sapendo che "il contesto milanese ha caratteristiche specifiche".

Il tutto per applicare ciò che ha detto di recente il sindaco di Milano Beppe Sala: «In questa fase non possiamo permetterci di sbagliare: non vogliamo portare in maniera affrettata la città a riaprirsi se non ci sono le condizioni per farlo».

Nelle 17 pagine del documento abbiamo trovato tante proposte di azione immediata che ci hanno incuriosito, alcune ci piacciono davvero tanto, e che qui vogliamo riassumere.

Flessibilità
    • concordare con le grandi e medie imprese, pubbliche e private, politiche del lavoro che promuovano l'attività a distanza e la diversificazione degli orari di entrata e di uscita del personale al fine di agevolare gli spostamenti facilitando, se possibile, l'udo dei mezzi di mobilità dolce
    • favorire l'estensione o lo slittamento degli orari di apertura delle realtà commerciali, in accordo con le associazioni di categoria e nel rispetto del CCNL
    • Promuovere l'uso di biciclette, scooter, monopattini, sharing e trasporto pubblico individuale
    • richiedere modifiche normative al codice della strada perpromuvere la pedonalità e favorire la ciclabilità
    • contingentare le presenze sui mezzi di trasporto pubblico e alle fermate e alle stazioni attraverso mezzi di sgenaletica che garantiscano la distanza di sicurezza
     Mobilità
    • Sui mezzi pubblici, nelle fermate in superficie e nelle stazioni della metropolitana predisporre sistemi di segnaletica per garantire la distanza di sicurezza 
    • aggiornare delle politiche sull'uso dell'auto (Area C, Area B e sosta) tenendo conto degli effettivi flussi di traffico e agli orari di spostamento, privilegiando chi ha inderogabili necessità e garantendo l'attenzione agli inderogabili aspetti ambientali («Credo molto alla mobilità elettrica – ha detto il sindaco Sala – auto, ma anche scooter e biciclette»)
    • realizzare rete di percorsi pedonali e ciclabili in sola segnaletica, cominciando da assi portanti come ad esempio l'asse piazza San Babila - corso Buenos Aires - viale Monza - Sesto Marelli.
    Spazio pubblico e benessere
    • adeguamento dei marciapiedi alle misure di stanziamento fisico, con individuazione di percorsi "protetti" per le persone più fragili
    • riapertura di parchi e giardini pubblici con sistemi di monitoraggio agli accessi
    • accordi con società sportiva per riapertura impianti sportivi almeno per gli allenamenti e ripresa attività sportiva in spazi aperti, senza che vi sia uso di spogliatoi
    • riapertura di piscine e impianti estivi nei mesi di luglio e agosto, se consentito
    • pedonalizzazione in prossimità di scuole e servizi e nei quartieri con minore presenza di verde, con il fine di agevolare l'attività fisica e il gioco dei bambini
    • introduzione del limite di velocità a 30 all'ora in maniera diffusa in città (qui una vecchia ma sempre attuale proposta di Milanau)
    • facilitare la possibilità di posare tavolini di bar e ristoranti sulle aree di sosta ai fini di recuperare parte della capienza persa all'interno con il distanziamento
    • favorire l'uso dello spazio pubblico all'aperto per eventi culturali e sportivi nel rispetto dei criteri di distanziamento e contingentamento del pubblico
    • incentivare i condomini a consentire il gioco negli spazi comuni (come peraltro già previsto dalle norme comunali)
    Servizi digitali
    • Ampliare la connettività sul territorio del Comune
    • potenziare l'app del cittadino, con migrazione su questa di servizi web del Comune già attivi e da potenziare
    • divulgare attività di educazione digitale attraverso modalità telematiche
    Servizi e quartieri
    • Rafforzare i servizi pubblici in ottica di prossimità, garantendone l'accesso nel raggio di 15 minuti a piedi ed equilibrabdo le differenze tra quartieri
    • cooperare con regione Lombardia per creare servizi di medicina di territorio, a partire dai quartieri popolari, ad alta densità abitativa e caratterizzati dalla presenza di popolazione più anziana
    • favorire la consegna di acquisti a domicilio, con priorità agli anziani, e sostenendo il commercio locale
    • sostenere l'apertura estiva del commercio locale e incrementare l'assistenza contro il rischio di solitudine
    Cultura
    • potenziare i servizi culturali di prossimità, come biblioteche, centri culturali, cinema, piccoli teatri, librerie
    • favorire una cultura sempre più diffusa, non concentrata e assembrata, fatta di eventi con capienza contingentata, replicati in diversi quartieri della città
    • riapertura di musei e bilblioteche nel rispetto delle regole di distanziamento e contingentamento
    • fare della rassegna estiva "Estate sforzesca" un piattaforma di sperimentazione per nuovi processi produttivi e nuove forme di accesso all'aperto.
    Attività economiche
    • indirizzare le richieste al Governo e a Regione Lombardia per il supporto al sistema produttivo della città e dell'area metropolitana
    • facilitare la collaborazione tra designer e commercianti per la riorganizzazione degli spazi commerciali e dei negozi
    • predisporre un piano per la riapertura in sicurezza dei mercati comunali scoperti
    • fare sistema con la filiera turistica e commerciale per promuovere Milano come "Città sicura"
    Infrastrutture, edilizia e opere pubbliche
    • Incentivare la ripresa del settore edilizio, promuovendo lo sviluppo del piano cantieri della città
    • destinare gli edifici scolastici e le aree verdi prossime a questi, nei mesi estivi, a luoghi di accoglienza e le aree verdi 
    • utilizzare strutture ricettive o altre strutture pubbliche e private per la gestione delle emergenze (es. Hotel Michelangelo, messo a disposizione per svolgimento quarantene).
    Collaborazione e inclusione
    • Supportare sistemi di economia collaborativa realizzati dal basso
    • potenziare gli strumenti di aiuto alimentare per assicurare alle fasce deboli il ditirro al cibo e favorire una redistribuzione delle eccedenze per un sistema alimentare equo, circolare e inclusivo
    • mantenere e arafforzare i servizi lanciati con Milano Aiuta, in particolare quelli legati all'assitenza, ai servizi collaborativi e alla spesa a domicilio.
    La città dei bambini
    •  Aprire gli spazi della città a bambini e ragazzi: piazze, giardini, parchi, spazi sportivi e culturali, privilegiando quelli verdi e attrezzati, oltre alle sedi scolastiche
    • mappare le situazioni di disagio e povertà educativa per intervenire con forme di sostegno ai bambini
    • garantire a tutti l'accesso a device
    • sfruttare questo periodo per incrementare i cantieri nelle scuole
    • organizzare servizi complementari per gli studenti nel periodo estivo, sia di carattere ludico sia di possibile sostegno didattico (Summer school)

    Vediamo i numeri quotidiani, con il confronto, come sempre, con quelli dei tre giorni precedenti:

    Italia 
    • contagi totali: 197.675 (+2.324) / 195.351 (+2.357) / 192.994 (+3.021) / 189.973 (+2.646)
    • decessi totali: 26.644 (+260) / 26.384 (+415) / 25.969 (+420) / 25.549 (+464)
    • guariti totali: 64.928 (+1.808) / 63.120 (+2.622) / 60.498 (+2.922) / 57.576 (+3.033)
    Lombardia
    • contagi totali: 72.889 (+920) / 71.969 (+713) / 71.256 (+1.092) / 70.164 (+1.072)
    • decessi totali: 13.325 (+56) / 13.269 (+163) / 13.106 (+166) / 12.940 (+200)
    • guariti totali: 24.398 (+171) / 24.227 (+445) / 23.782 (+430) / 23.352 (+1.242)
    Tamponi effettuati: 49.916 (ieri erano 65.387!). Persone ricoverate in terapia intensiva: 2.009 (ieri erano 2.102). Il dato di morti di oggi, 260, è il più basso dal 15 marzo.

    In Lombardia ci sono 706 persone ricoverate in terapia intensiva (ieri erano 724) e sono stati eseguiti 10.857 tamponi. I 56 decessi sono il dato più basso dal 7 marzo a oggi.

    A Milano 463 nuovi contagi (ieri erano 219, meno della metà). A Roma sono 48 ore che non si registrano decessi.



    65° giorno - Sabato 25 aprile 2020

    Oggi è il 65° giorno di emergenza Covid_19, è una bellissima giornata di sole, è sabato ed è il 25 aprile, festa della Liberazione.

    La retorica di questi giorni, anche agevolata dal gran tempo libero a disposizione di molti, ha affiancato la Liberazione dal nazifascismo al nostro desiderio attuale di liberazione dal Coronavirus.

    In fondo anche oggi siamo in guerra, si dice, contro un nemico senza pietà e letale. In fondo siamo tutti eroi a resistere in questa condizione, si aggiunge, siamo tutti o quasi in trincea a combattere – con la nostra presenza o anche semplicemente con la nostra assenza – contro questo virus, che come un invasore straniero si insinua tra le nostre case e vuole impossessarsi delle nostre vite.

    Senza nulla togliere a chi in tutte queste settimane in trincea ci è stato davvero – medici, infermieri, personale sanitario e tutti coloro che ogni giorno operano per noi che siamo in clausura forzata, seppur lavorativa –, non è possibile e non è giusto fare un paragone del genere.

    75 anni fa tutto era molto più difficile, molto più tremendo. Si combatteva contro un nemico straniero, certo, ma anche contro il proprio vicino di casa, il vecchio compagno di scuola, l'amico con cui si era cresciuti, spesso anche componenti della propria famiglia. La guerra è la cosa più brutta che ci sia, in tutti i casi, ma non c'è niente di più tremendo di una guerra civile, di una guerra che entra in un paese e lo spacca in due, la metà di qua e la metà di là.

    I partigiani e tutti coloro che hanno combattuto per la libertà, erano minacciati per le loro idee. Per i loro ideali erano disposti a dare la vita, e molti l'hanno davvero data.

    Oggi combattiamo tutti nella stessa direzione, contro un nemico trasparente e non umano. E l'unica nostra speranza è quella di sopravvivere, vivere e non veder morire i nostri cari. Nessuno ci ammazza o cerca di annientarci per la nostra pelle, per la nostra religione, per la nostra sessualità, per le nostre idee politiche.

    Il presidente Sergio Mattarella all'Altare della Patria.
    Detto questo, oggi è giusto che sia, come tutti gli anni, un giorno di festa. Siamo chiusi in casa, certo, ma la nostra personale manifestazione la faremo da qui. Ascoltando e cantando una delle centinaia versioni di "Bella ciao" che sono in rete, ma anche esponendo il nostro tricolore sulle finestre di casa.

    E, alle 15, ritrovandoci tutti sui balconi a cantare insieme e a battere le mani nel ricordo di chi, 75 anni fa, permise che anche in Italia nascesse una democrazia che, seppur un po' claudicante e arrugginita, è arrivata fino ai nostri giorni e ci permette di sentirci liberi di dire e fare quello che ci pare (nel rispetto delle leggi e degli altrui diritti, ovviamente).


    Vediamo, come ogni sabato, la diffusione del coronavirus nel mondo, con il raffronto con i dati di sabato scorso, 18 aprile.


    1. USA (=)                       907.096 contagiati          erano 706.779           + 200.317
    2. Spagna (=)                 223.759 contagiati          erano 190.839             + 32.920
    3. Italia (=)                192.994 contagiati       erano 172.434          + 20.560
    4. Francia (=)                  159.952 contagiati          erano 149.130            + 10.822
    5. Germania (=)              155.418 contagiati          erano 141.397            + 14.021
    6. Regno Unito (=)         149.554 contagiati           erano 109.769            + 39.785
    7. Turchia (+2)                 104.912 contagiati            erano 78.546            + 26.366
    8. Iran (+1)                         89.328 contagiati            erano 80.868              + 8.460
    9. Cina (-2)                         83.901 contagiati            erano 83.784                  + 117
    10. Russia (+1)                     79.588 contagiati            erano 36.793            + 42.795
    Seguono in classifica: Brasile (54.043), Belgio (45.325, uscito dai 10), Canada (44.127), Olanda (37.384), Svizzera (28.894), India, Portogallo, Ecuador, Perù.

    USA sempre fuori quota, la settimana registra il boom di contagi in Russia, che entra nei 10. L'italia è sesta al mondo come crescita parziale, dopo USA, Russia, Regno Unito, Turchia e Spagna


    Restiamo nei numeri e vediamo quelli quotidiani, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti:

    Italia 
    • contagi totali: 195.351 (+2.357) / 192.994 (+3.021) / 189.973 (+2.646) / 187.327 (+3.370)
    • decessi totali: 26.384 (+415) / 25.969 (+420) / 25.549 (+464) / 25.085 (+437)
    • guariti totali: 63.120 (+2.622) / 60.498 (+2.922) / 57.576 (+3.033) / 54.543 (+2.943)
    Lombardia
    • contagi totali: 71.969 (+713) / 71.256 (+1.092) / 70.164 (+1.072) / 69.092 (+1.161)
    • decessi totali: 13.269 (+163) / 13.106 (+166) / 12.940 (+200) / 12.740 (+161)
    • guariti totali: 24.227 (+445) / 23.782 (+430) / 23.352 (+1.242) / 22.110 (+763)
    I tamponi effettuati sono stati 65.387 (ieri 62.447), le persone in terapia intensiva sono 2.102 (ieri erano 2.173)

    Tra le regioni il Piemonte ha superato l'Emilia Romagna come numero di contagi ed è ora al secondo posto dopo la Lombardia. Nella nostra regione i ricoverati in terapia intensiva sono 724, 32 in meno rispetto a ieri.

    I nuovi positivi a Milano sono 219 (ieri erano stati 246).



    64° giorno - Venerdì 24 aprile 2020

    Come sarà la notra vita nella prima parte della Fase 2, cioè dopo il 4 maggio, data che sembra ormai essere quella del nostro parziale ritorno alla vita normale? Le voci su giornali online e alla televisione si rincorrono senza sosta, raccontandoci di un futuro finalmente al di fuori delle nostre mura di casa, sì, ma anche – com'è ovvio – pieno di regole e limitazioni.


    Si potra uscire di casa a patto di indossare una mascherina. Una frase tanto semplice da dire quanto difficile da realizzare. Avremo tutti mascherine a disposizione? Che vuol dire: «riusciremo ad avere costantemente un cambio di mascherine?». Queste sono infatti usa e getta, non possono essere usate all'infinito. Sarà possibile acquistarle senza dover fare code chilometriche e senza dover spendere cifre da capogiro?

    Insieme alle mascherine probabilmente dovranno anche essere indossati guanti di gomma , anche questi usa e getta, soprattutto nel caso in cui si debba entrare in locali pubblici – uffici, negozi, bar, ecc – o si faccia uso di mezzi pubblici.

    Sarà molto difficile camminare sui marciapiedi, che saranno strapieni di persone in coda per accedere ovunque. Di camminare sulle strade non se ne parlerà nemmeno, piene come saranno di auto, moto, bici, monopattini, con un traffico che sarà, se possibile, anche più intenso di quello di prima. Soprattutto nei primi tempi, la libertà riconquistata sarà uno stimolo a uscire sempre e comunque, anche quando se ne potrebbe fare a meno.

    Chi dovrà andare in ufficio lavorerà in stanze non più affollate come prima, due scrivanie e niente più. Siccome lo spazio a disposizione diminuirà di molto, tante persone, quelle che svolgono un lavoro che lo permette, lavoreranno da casa. Dura stare a casa tutto il giorno, ormai lo si è capito, ma bello sapere che se vuoi, da quella porta, puoi uscire senza che nessuno ti dia dell'untore.
    Le aziende di servizi che avevano adottato la rotazione delle scrivanie (chi arriva prima ci si mette, con il suo portatile e le poche carte che servono in quel preciso momento) avranno qualche problema in più: le postazioni dovranno essere volta per volta sanificate.

    Un problema sorgerà anche per i coworking, ammesso che siano tra le attività per cui è prevista la riapertura: ci si può fidare a stare tutto il giorno seduti su una sedia e a un tavolo usato da altri? La sanificazione costante sarà inevitabile.

    Si potrà tornare a correre, a passeggiare nel parco, ad andare in bicicletta. Sarà possibile spostarsi da un posto all'altro, da una città all'altra, purché non si esca dalla propria regione. Si potranno tornare a praticare alcuni sport, quelli che non prevedono un contatto diretto tra persone e possono essere svolti all'aperto.

    Lo scenario prefigurato dai media dice che saremo tutti – tutti quelli che lo vorranno – tenuti sotto controllo dall'app del Governo. Se entreremo in contatto con persone contagiate verremo avvisati e avremo la possibilità di verificare se siamo positivi al Coronavirus. L'app permetterà di capire il percorso del virus evitandone così la diffusione. Un risultato ottenuto grazie alla messa in campo di un'organizzazione articolata e perfetta, che coinvolgerà politici, amministratori, forze dell'ordine, realtà ospedaliere, operatori sanitari, forse anche volontari di associazioni e fondazioni...

    Un meccanismo perfetto, per cui tutte le persone contagiate – con contagio ovviamente verificato attraverso l'esecuzione di tamponi e test sierologici – saranno messe in quarantena in luoghi isolati, probabilmente stanze d'albergo, e il loro stato di salute sarà verificato costantemente fino a quando non vi sarà la certezza della loro guarigione.

    La scuola non riaprirà, al momento. Lo farà dopo l'estate, anche lì con molti cambiamenti. Nelle classi i banchi saranno più distanziati, dove ce n'erano 30 dovranno essercene 15 (e la domanda è: e gli altri 15 dove li mettiamo? Abbiamo 4 mesi per trovare una risposta).

    Sarà una vita di sicuro un po' complicata, soprattutto all'inizio, che richiederà elasticità mentale e collaborazione da parte di tutti i cittadini. Poi il resto lo farà l'efficiente organizzazione che verrà messa in campo da chi ci governa, a tutti i livelli: più tutto sarà codificato e previsto, meglio sarà per tutti noi.

    Vediamo i dati di oggi, con il confronto con quelli dei tre giorni precedenti:


    Italia 
    • contagi totali: 192.994 (+3.021) / 189.973 (+2.646) / 187.327 (+3.370) / 183.957 (+2.729)
    • decessi totali: 25.969 (+420) / 25.549 (+464) / 25.085 (+437) / 24.648 (+534)
    • guariti totali: 60.498 (+2.922) / 57.576 (+3.033) / 54.543 (+2.943) / 51.600 (+2.723)
    Lombardia
    • contagi totali: 71.256 (+1.092) / 70.164 (+1.072) / 69.092 (+1.161) / 67.931 (+960)
    • decessi totali: 13.106 (+166) / 12.940 (+200) / 12.740 (+161) / 12.579 (+203)
    • guariti totali: 23.782 (+430) / 23.352 (+1.242) / 22.110 (+763) / 21.347 (+1.339)
    Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 62.447 tamponi (ieri erano stati 66.658). I malati in terapia intensiva sono 2.173, ieri erano quasi cento in più, 2.267.

    I ricoverati in terapia intensiva Lombardia sono 34 in meno rispetto a ieri e sono quindi diventati 756. A Milano crescono ancora i contagi quotidiani, oggi 277 (ieri erano 105). La provincia di Milano continua a essere quella più colpita d'Italia con 17.689 casi, +412 la crescita rispetto a ieri.
    I tamponi effettuati in Lombardia sono stati 11.583 (ieri erano stati 12.016, l'altro ieri 13.502).

    Un aggiornamento sull'attività dell'Ospedale Fiera Milano – che secondo quanto proclamato da Regione Lombardia doveva rappresentare il punto di riferimento per tutta Italia nella lotta contro il Coronavirus (ricordiamo che è stato allestito in poche settimane, che inizialmente il presidente Attilio Fontana lo aveva accreditato di 600 postazioni di terapia intensiva e che è costato 21 milioni di euro) –: in questo momento nei 53 posti di terapia intensiva a disposizione sono ricoverati 8 pazienti. Da quattro giorni, in questo ospedale, non entra alcun paziente.




    63° giorno - Giovedì 23 aprile 2020

    La mattina, quando mi metto al computer, mi chiedo come prima cosa che cosa scriverò in questo mio diario quotidiano. Mi sembra, a volte, di avere già detto tutto e anche di più.

    Poi comincio a navigare tra i siti di news e come per incanto le notizie nuove e degne di essere raccontate vengono a me come un fiume in piena, destando in me i pensieri e le riflessioni che cerco di riportare su queste pagine.

    Anche oggi ci sarebbero molti aspetti di questo periodo così strano da raccontare, analizzare, commentare. Ma non ci riesco. La prima cosa che ho letto, questa mattina, è una lettera, una lettera che un nonno ha scritto alla figlia e ai nipoti, che mi si è piazzata nel cuore (ma anche nel cervello) e non se ne vuole più andare.

    Si tratta dell'ultimo scritto di un signore anziano morto nei giorni scorsi di Coronavirus in una casa di riposo, consegnato nelle mani di una suora perché lo portasse alla figlia, e in seguito pubblicato sul sito del giornale online InTerris.

    Un saluto commovente ma, anche, una dura denuncia di un sistema che troppo spesso si basa sulla "cultura dello scarto" cui spesso fa riferimento, denunciandola, Papa Francesco.

    Non riesco a fare altro che riprodurla qui, sperando di contribuire, nel mio piccolo, a far cambiare un po' le cose, se non altro a fare sì che cambino all'interno di quei luoghi che il nostro povero nonno, nella sua straziante ma lucida lettera, definisce "prigione dorate".

    Da questo letto senza cuore scelgo di scrivervi cari miei figli e nipoti. (L’ho consegnata di nascosto a Suor Chiara nella speranza che dopo la mia morte possiate leggerla). Comprendo di non avere più tanti giorni, dal mio respiro sento che mi resta solo questa esile mano a stringere una penna ricevuta per grazia da una giovane donna che ha la tua età Elisa mia cara. E’ l’unica persona che in questo ospizio mi ha regalato qualche sorriso ma da quando porta anche lei la mascherina riesco solo a intravedere un po’ di luce dai suoi occhi; uno sguardo diverso da quello delle altre assistenti che neanche ti salutano. Non volevo dirvelo per non recarvi dispiacere su dispiacere sapendo quanto avrete sofferto nel lasciarmi dentro questa bella “prigione”.

    Si, così l’ho pensata ricordando un testo scritto da quel prete romagnolo, don Oreste Benzi che parlava di questi posti come di “prigioni dorate”. Allora mi sembrava esagerato e invece mi sono proprio ricreduto. Sembra infatti che non manchi niente ma non è così… manca la cosa più importante, la vostra carezza, il sentirmi chiedere tante volte al giorno “come stai nonno?”, gli abbracci e i tanti baci, le urla della mamma che fate dannare e poi quel mio finto dolore per spostare l’attenzione e far dimenticare tutto. In questi mesi mi è mancato l’odore della mia casa, il vostro profumo, i sorrisi, raccontarvi le mie storie e persino le tante discussioni. Questo è vivere, è stare in famiglia, con le persone che si amano e sentirsi voluti bene e voi me ne avete voluto così tanto non facendomi sentire solo dopo la morte di quella donna con la quale ho vissuto per 60 anni insieme, sempre insieme.

    In 85 anni ne ho viste così tante e come dimenticare la miseria dell’infanzia, le lotte di mio padre per farsi valere, mamma sempre attenta ad ogni respiro e poi il fascino di quella scuola che era come un sogno poterci andare, una gioia, un onore. La maestra era una seconda mamma e conquistare un bel voto era festa per tutta la casa. E poi, il giorno della laurea e della mia prima arringa in tribunale. Quanti “grazie” dovrei dire, un’infinità a mia moglie per avermi sopportato, a voi figli per avermi sempre perdonato, ai miei nipoti per il vostro amore incondizionato. Gli amici, pochi quelli veri, si possono veramente contare solo in una mano come dice la Bibbia e che dire, anche il parroco, lo devo ringraziare per avermi dato l’assoluzione dei miei peccati e per le belle parole espresse al funerale di mia moglie.

    Ora non ce la faccio più a scrivere e quindi devo almeno dire una cosa ai miei nipoti…  e magari a tutti quelli del mondo. Non è stata vostra madre a portarmi qui ma sono stato io a convincere i miei figli, i vostri genitori, per non dare fastidio a nessuno. Nella mia vita non ho mai voluto essere di peso a nessuno, forse sarà stato anche per orgoglio e quando ho visto di non essere più autonomo non potevo lasciarvi questo brutto ricordo di me, di un uomo del tutto inerme, incapace di svolgere qualunque funzione.

    Certo, non potevo mai immaginare di finire in un luogo del genere. Apparentemente tutto pulito e in ordine, ci sono anche alcune persone educate ma poi di fatto noi siamo solo dei numeri, per me è stato come entrare già in una cella frigorifera. In questi mesi mi sono anche chiesto più volte: ma quelli perché hanno scelto questo lavoro se poi sono sempre nervosi, scorbutici, cattivi? Una volta quell’uomo delle pulizie mi disse all’orecchio: “sai perché quella quando parla ti urla? Perché racconta sempre di quanto era violento suo padre, una così con quali occhi può guardare un uomo?”. Che Dio abbia pietà di lei. Ma allora perché fa questo lavoro? Tutta questa grande psicologia, che ho visto tanto esaltare in questi ultimi decenni, è servita solo a fare del male ai più deboli? A manipolare le coscienze e i tribunali? Non voglio aggiungere altro perché non cerco vendetta. Ma vorrei che sappiate tutti che per me non dovrebbero esistere le case di riposo, le rsa, le “prigioni” dorate e quindi, si, ora che sto morendo lo posso dire: mi sono pentito. Se potessi tornare indietro supplicherei mia figlia di farmi restare con voi fino all’ultimo respiro, almeno il dolore delle vostre lacrime unite alle mie avrebbero avuto più senso di quelle di un povero vecchio, qui dentro anonimo, isolato e trattato come un oggetto arrugginito e quindi anche pericoloso.

    Questo coronavirus ci porterà al patibolo ma io già mi ci sentivo dalle grida e modi sgarbati che ormai dovrò sopportare ancora per poco… l’altro giorno l’infermiera mi ha già preannunciato che se peggioro forse mi intuberanno o forse no. La mia dignità di uomo, di persona perbene e sempre gentile ed educata è stata già uccisa. Sai Michelina, la barba me la tagliavano solo quando sapevano che stavate arrivando e così il cambio. Ma non fate nulla vi prego… non cerco la giustizia terrena, spesso anche questa è stata così deludente e infelice. Fate sapere però ai miei nipoti (e ai tanti figli e nipoti) che prima del coronavirus c’è un’altra cosa ancora più grave che uccide: l’assenza del più minimo rispetto per l’altro, l’incoscienza più totale. E noi, i vecchi, chiamati con un numeretto, quando non ci saremo più, continueremo da lassù a bussare dal cielo a quelle coscienze che ci hanno gravemente offeso affinché si risveglino, cambino rotta, prima che venga fatto a loro ciò che è stato fatto a noi.


    I dati di oggi, con il confronto con quelli dei tre giorni precedenti.

    Italia 
    • contagi totali: 189.973 (+2.646) / 187.327 (+3.370) / 183.957 (+2.729) / 181.228 (+2.256)
    • decessi totali: 25.549 (+464) / 25.085 (+437) / 24.648 (+534) / 24.114 (+454)
    • guariti totali: 57.576 (+3.033) / 54.543 (+2.943) / 51.600 (+2.723) / 48.877 (+1.822)
    Lombardia
    • contagi totali: 70.164 (+1.072) / 69.092 (+1.161) / 67.931 (+960) / 66.971 (+735)
    • decessi totali: 12.940 (+200) / 12.740 (+161) / 12.579 (+203) / 12.376 (+163)
    • guariti totali: 23.352 (+1.242) / 22.110 (+763) / 21.347 (+1.339) / 20.008 (+752)
    Le persone attualmente positive sono 106.848, 851 meno di ieri. Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 66.658 tamponi, circa 3.500 in più di ieri. Le persone in terapia intensiva sono 2.267 (ieri erano 2.384), quelle in isolamento domiciliare sono invece 81.710. Nuovo record per il numero di guariti, oltre 3mila, non era mai accaduto dall'inizio dell'emergenza.

    In Lombardia le persone in terapia intensiva sono ora 817, 27 in meno rispetto a ieri. I tamponi effettuati sono stati 12.016 (ieri 13.502). A Milano i nuovi contagi sono stati 105 (ieri 161).


    62° giorno - Mercoledì 22 aprile 2020

    Come si diffonde e, soprattutto, come si ferma un virus? Sembra incredibile che noi si sia qui rinchiusi in casa da settimane – mentre medici e infermieri combattono senza sosta negli ospedali e chi ci amministra svolge riunioni su riunioni per trovare soluzioni che possano essere comunicate in conferenza stampa – e fuori, come se niente fosse, il Covid-19 prosegue la sua corsa.

    Ma è così: basta che ci sia in giro una persona infetta, cui magari non è stato fatto il tampone nonostante abbia la febbre da settimane, perché giorni e giorni di lavoro vadano in fumo nonostante la buona volontà di tutti noi. Un meccanismo cui se non si pone rimedio quanto prima, sarà ancor più micidiale quando riprenderemo piano piano i ritmi e le modalità della nostra vita.

    Un meccanismo che mi ricorda un episodio che mi ha visto protagonista passivo tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio e che qui voglio raccontare.

    Un gruppo di giornalisti che invia ogni mese una newsletter informativa delle sue attività ha spedito via email un invito "elettorale" (erano in vista le elezioni dell'INPGI, l'ente che cura la previdenza dei giornalisti) con annessa possibilità di partecipare a una cena.

    Non si sa se per errore di chi ha lanciato l'invio o se per un baco del sistema, fatto sta che questa email è arrivata con ben visibile l'elenco degli indirizzi di tutti gli iscritti alla newsletter. Per cui alla prima risposta in modalità "rispondi a tutti" si è aperta una serie di email di protesta di alcuni iscritti che hanno pensato bene di ammonire "non mandate a tutti le risposte!", naturalmente inviando l'email a tutti.

    Da questo momento tutti (quasi tutti) gli altri, spazientiti per le numerose email arrivate nella loro casella di posta, hanno cominciato a scrivere: "Mi cancellate dalla vostra newsletter? Ho la posta intasata", sempre mandando le email a tutti gli altri, che super arrabbiati, hanno risposto a tutti che adesso la dovevano finire, che l'email per loro era uno strumento di lavoro e che erano stufi di dover cancellare email inutili, ovviamente sempre scrivendo a tutti.

    Per fortuna a un certo punto qualcuno un po' più sveglio degli altri, ha scritto: "Scusate per farvi cancellare potete evitare di scrivere a tutti. Grazie" oppure "Ma perché scrivete con "rispondi a tutti"!!! Vi prego un minimo di lucidità". La sfortuna è che anche questi lo hanno detto a tutti...

    Insomma, per farla breve, in due giorni ho ricevuto più o meno 150 email, tutte di protesta e con richieste, anche minacciose, di smetterla...

    Tra queste email ne segnalo tre, che mi hanno particolarmente colpito.

    La prima è questa: "Non ho capito che cosa sta succedendo, ma complimenti al furbone che ha iniziato la catena: ha regalato al mondo intero un tesoretto di indirizzi email".

    La seconda è questa: "Visto che non si può uscirne, ecco una bella ricetta per la domenica! https://www.risotto.us/il-pane-dei-poveri-scalda-con-gusto/"

    La terza, e qui veniamo a noi, è questa (inviata il 31 gennaio alle ore 21.34 da un giornalista dell'Ansa): "È  il Coronavirus...".

    I numeri di oggi, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

    Italia 
    • contagi totali: 187.327 (+3.370) / 183.957 (+2.729) / 181.228 (+2.256) / 178.972 (+3.407)
    • decessi totali: 25.085 (+437) / 24.648 (+534) / 24.114 (+454) / 23.660 (+433)
    • guariti totali: 54.543 (+2.943) / 51.600 (+2.723) / 48.877 (+1.822) / 47.055 (+2.128)
    Lombardia
    • contagi totali: 69.092 (+1.161) / 67.931 (+960) / 66.971 (+735) / 66.236 (+855)
    • decessi totali: 12.740 (+161) / 12.579 (+203) / 12.376 (+163) / 12.213 (+163)
    • guariti totali: 22.110 (+763) / 21.347 (+1.339) / 20.008 (+752) / 19.526 (+390)
    Le persone ancora in terapia intensiva sono 2.384, -87 rispetto a ieri. Quelle in isolamento domiciliare sono 81.510, 406 in più di ieri. I 2.943 guariti in un giorno sono il record da quando è iniziata l'emergenza. I tamponi effettuati sono stati 63.101 rispetto ai 52.126 di ieri.

    In Lombardia non c'è ancora tregua sui contagi (nella sola Milano +161), ma il numero delle vittime è in discesa. I tamponi effettuati in regione sono stati 13.502 (più del doppio rispetto a ieri, bene!). I ricoverati in terapia intensiva sono 817 (-34 rispetto a ieri).



    61° giorno - Martedì 21 aprile 2020

    Oggi era la data fissata per l'inizio del Salone del Mobile. È l'ultimo dei nostri problemi, ora, ma ci piace andare col pensiero a come sarà bello quando potremo tornare a passeggiare tra cubi colorati, stanze stroboscopiche, facciate di palazzi ridisegnate, tutti con la voglia di respirare l'aria della Milano più internazionale che c'è.

    Tra le parti più sacrificate della nostra vita, in queste settimane di emergenza Covid-19, ci sono anche quelle dedicate alle mostre, al cinema, al teatro, ai concerti, alle presentazione di libri... non che le frequentassimo tutti i giorni, ma quel poco (o tanto, a seconda di come la si guardi) serviva ad appagare la nostra fame di conoscenza.

    Hai un bel navigare sui siti dei musei con i percorsi online, guardare opere teatrali scaricabili, messe a disposizione dalle compagnie, assistere a concerti eseguiti da remoto e tutte queste cose bellissime e che «per fortuna che ci sono». Ma l'assistere di persona è un'altra cosa, è fin inutile stare a dirlo. Giuro che quando finalmente lo si potrà fare recupererò tutto il tempo perso. Comiciando da quei biglietti di teatro che sono rimasti lì, in sospeso...

    Fuori, intanto, è il secondo giorno consecutivo di pioggia. Fino all'altro ieri maledicevamo il tempo perché era bellissimo, si diceva fosse la primavera più asciutta degli ultimi decenni. «Maledizione, non possiamo uscire e il tempo è bellissimo. Almeno fosse brutto, avremmo meno rimpianti...». Come non era vero: con la pioggia, il cielo grigio e cupo, le strade bagnate, la nostra reclusione è ancora più triste, neanche più la consolazione di guardare fuori e vedere il sole.

    Ieri abbiamo letto che il prezzo del petrolio è ai suoi minimi storici a causa dello scarso uso che se ne fa per le ristrettezze dovute all'emergenza Coronavirus. Un litro di "oro nero" vale ora meno di un litro d'acqua. Questo non contribuirà certo a far costare meno la benzina (quando mai è successo che il prezzo della benzina sia diminuito, se non per per insignificanti spazi temporali o insignificanti cifre) – ma a me che cosa importa, la macchina non ce l'ho da luglio 2018 –, ma è un dato di fatto che il prezzo del petrolio è ora negativo, nel senso che i produttori non sanno più dove metterlo e ti pagano per portarglielo via.

    Non so se sia davvero così, se lo fosse verrebbe quasi voglia di comprare un barile di greggio e tenerlo lì in soggiorno in attesa di momenti migliori... Scherzi a parte, sui giornali si dice che questo non sia un fatto positivo perché avrà sicuri influssi nefasti sull'economia mondiale. Quando il prezzo del petrolio aumenta non va per niente bene, quando diminuisce non va per niente bene... che vita grama, la nostra.


    I numeri di oggi, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

    Italia 
    • contagi totali: 183.957 (+2.729) / 181.228 (+2.256) / 178.972 (+3.407) / 175.925 (+3.491)
    • decessi totali: 24.648 (+534) / 24.114 (+454) / 23.660 (+433) / 23.227 (+482)
    • guariti totali: 51.600 (+2.723) / 48.877 (+1.822) / 47.055 (+2.128) / 44.927 (+2.200)
    Lombardia
    • contagi totali: 67.931 (+960) / 66.971 (+735) / 66.236 (+855) / 65.381 (+1.246)
    • decessi totali: 12.579 (+203) / 12.376 (+163) / 12.213 (+163) / 12.050 (+199)
    • guariti totali: 21.347 (+1.339) / 20.008 (+752) / 19.526 (+390) / 19.136 (+286)
    I positivi sull'intero territorio nazionale calano per il secondo giorno consecutivo: oggi sono 107.709, 528 in meno rispetto a ieri. Salgono decisamente, invece, le vittime. I tamponi effettuati sono stati 52.126.

    Nella sola Lombardia i contagi salgono: nelle ultime 24 ore se ne sono registrati 960 (ieri erano 735). I tamponi fatti, 6.711, sono di poco superiori a quelli di ieri (6.331). I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono calati anche oggi, -50 rispetto a ieri, e ora sono 851.

    A Milano ci sono stati 246 nuovi contagiati per un totale ufficiale che è di 6.955 persone che in città hanno contratto il coronavirus.




    Clicca qui per andare al diario da Milano del Coronavirus dall'11 al 20 aprile 2020


    sabato 11 aprile 2020

    Coronavirus, il diario da Milano/aprile 2020_2

    Diario giornaliero del Coronavirus in Italia e in particolare a Milano, a partire dal Giorno 1, quello che ha fatto registrare la prima vittima dovuta a questa epidemia (era il 21 febbraio 2020).


    Sesta parte.


    Clicca qui per andare al diario da Milano del Coronavirus dal 21 aprile 2020


    60° giorno - Lunedì 20 aprile 2020

    Con quale spirito ci avviciniamo alla prossima riapertura della vita sociale, l'inizio della Fase 2 che avrà luogo con ogni probabilità all'inizio di maggio?

    Con varie sensazioni, che contrastano anche in modo evidente tra loro.

    La prima e più ovvia è una sensazione di speranza, di voglia di tornare finalmente a mettere il naso fuori casa. L'idea di essere finalmente liberi di uscire e andare dove si desidera senza avere la paura di doverne rendere conto ad altri è quanto di meglio ci si possa prospettare, dopo giorni e giorni di clausura forzata. L'idea finalmente di riprendere la propria attività, anche se con le limitazioni che ci porteremo dietro per interi mesi, ci ridà finalmente voglia di rimetterci in campo con entusiasmo e lottare per il futuro nostro e di tutta l'Italia.

    La seconda è un velo di timore che nasce dal pensiero di non essere più abituati alla vita di prima e di soffrire i primi giorni in cui ci ritufferemo nella nostra bella e piacevole vita sociale, fatta di lavoro, incontri con amici e parenti, passeggiate al parco, shopping, sport (tutto nel rispetto delle normative) ma anche di quei meccanismi che odiamo troppo, fatti di traffico, code non rispettate, maleducazione cui si aggiungerà anche il non rispetto delle nuove regole che con molta probabilità alcuni cittadini metteranno in atto.

    La terza è la paura che non tutte le misure precauzionali necessarie per la nostra nuova vita esterna siano messe in pratica. Ieri abbiamo letto il racconto di un nostro amico medico che è impegnato ormai da due mesi in un reparto di terapia intensiva del suo ospedale (uno dei più grandi di Milano). Ci ha mandato la foto dei suoi piedi, ricoperti da sacchetti della spesa perché «non ci sono più sovrascarpe e la capo reparto ci ha consigliato di fare così». E questo è niente, se pensiamo che ha aggiunto che a lui, da 60 giorni a stretto contatto con pazienti affetti da Covid-19, non è mai stato fatto il tampone... Se non c'è attenzione a quel livello, come possiamo aspettarcela nei nostri confronti?

    Se le prime due sensazioni dipendono esclusivamente da noi, dal nostro stato d'animo su cui possiamo più o meno influire, la terza dipende solo da chi ci governa. È un po' come quando ci si lancia con il bungee jumping (lo immagino: non l'ho mai fatto e con tutta probabilità mai nemmeno lo farò...): dobbiamo lanciarci e avere fiducia che il cavo elastico sia ben legato alla base e regga con successo il nostro peso.

    Anche in questo caso dovremo avere davvero una grande fiducia, uscire di casa e metterci nelle mani di chi sta nei palazzi del potere e decide per noi, fiduciosi. Più facile dirlo che farlo, ma non abbiamo possibilità di scelta...


    I dati quotidiani, con il solito confronto con quelli dei tre giorni precedenti.

    Italia 
    • contagi totali: 181.228 (+2.256) / 178.972 (+3.407) / 175.925 (+3.491) / 172.434 (+3.493)
    • decessi totali: 24.114 (+454) / 23.660 (+433) / 23.227 (+482) / 22.745 (+575)
    • guariti totali: 48.877 (+1.822) / 47.055 (+2.128) / 44.927 (+2.200) / 42.727 (+2.563)
    Lombardia
    • contagi totali: 66.971 (+735) / 66.236 (+855) / 65.381 (+1.246) / 64.135 (+1.041)
    • decessi totali: 12.376 (+163) / 12.213 (+163) / 12.050 (+199) / 11.851 (+243)
    • guariti totali: 20.008 (+752) / 19.526 (+390) / 19.136 (+286) / 18.850 (+454)
    In Italia il parziale delle morti sale un po', ma i contagi giornalieri diminuiscono di molto e, buona notizia, la categoria degli "attualmente positivi" fa registrare per la prima volta dall'inizio dell'emergenza un numero in discesa: oggi sono 466, -20 rispetto a ieri.

    In Italia sono stati eseguiti 41.483 tamponi, ieri erano stati più di 50mila. In Lombardia sono stati eseguiti 6.331 tamponi (circa 2.500 meno di ieri) e i pazienti in terapia intensiva sono diventati 901 (-21 rispetto a ieri)



    59° giorno - Domenica 19 aprile 2020

    Svegliarsi con il canto degli uccellini. Un piacere più che normale per molti che vivono in campagna o nelle cittadine sparse in tutta Italia. Una rarità per noi che viviamo a Milano e non abbiamo la fortuna di vivere a ridosso di qualche parco.

    Ma questo è quello che in questi giorni accade anche a noi. Gli alberi del viale sotto casa si sono popolati di piccoli volatili che allietano la nostra clausura forzata con la loro simpatica voce.

    Gli animali, lentamente, timidamente, stanno tornando a esplorare territori da tempo diventati per loro impraticabili, spesso pericolosi.

    Ne abbiamo visti tanti, in queste settimane.

    A Firenze l'altra sera in strada è comparso un istrice, oggi nella via principale di un paesino nel Parco Nazionale degli Abruzzi si sono visti tre giovani cervi, sempre ieri a Torino una famigliola di anatroccoli è stata aiutata a immergersi in una fontana, l'altro ieri un giovane capriolo è rimasto incastrato in un cancello di una cittadina del bolognese, a Sirmione al posto dei turisti ora ci sono le anatre (vedi foto), a Gallarate è stato avvistato un pavone, a Cagliari e Trieste sono ricomparsi i delfini...

    È incredibile come la natura sappia riconquistarsi in così breve tempo gli spazi lasciati momentaneamente liberi dall'uomo, quell'animale prepotente che tutto vuole tenere per sé.

    Sarebbe bello se la lunga e forzata pausa di riflessione che sta interessando l'intero genere umano avesse la forza di far nascere un nuovo pensiero di vita, rispettoso di tutti, anche degli altri esseri che condividono con noi gli spazi del nostro pianeta.

    Per secoli abbiamo pensato di essere, noi umani, i padroni del mondo. Di avere il diritto – in nome della nostra supposta intelligenza superiore – di conquistare ogni spazio e sottomettere ogni altro genere. Noi, grandi, noi forti, noi invincibili. E ora un'entità trasparente, di grandezza infinitesima sta mimando ogni nostra certezza: in verità siamo deboli, cagionevoli, per certi versi anche indifesi.

    E gli altri animali se ne sono accorti e, timidamente ma con la forza della loro presenza, vengono a riprendersi quello che è stato loro a lungo portato via.

    Siamo una delle tante specie presenti sulla terra. Al momento comandiamo noi, ma non è scritto da nessuna parte che questo debba durare in eterno...


    I dati di oggi, con il consueto confronto con quelli dei tre giorni precedenti.

    Italia 
    • contagi totali: 178.972 (+3.407) / 175.925 (+3.491) / 172.434 (+3.493) / 168.941 (+3.786)
    • decessi totali: 23.660 (+433) / 23.227 (+482) / 22.745 (+575) / 22.170 (+525)
    • guariti totali: 47.055 (+2.128) / 44.927 (+2.200) / 42.727 (+2.563) / 40.164 (+2.072)
    Lombardia
    • contagi totali: 66.236 (+855) / 65.381 (+1.246) / 64.135 (+1.041) / 63.094 (+941)
    • decessi totali: 12.213 (+163) / 12.050 (+199) / 11.851 (+243) / 11.608 (+231)
    • guariti totali: 19.526 (+390) / 19.136 (+286) / 18.850 (+454) / 18.396 (+541)
    Il numero di tamponi effettuati in tutta Italia rispetto a ieri è diminuito sensibilmente: oggi sono stati 50.708 (ieri erano 61.725). Come mai? I pazienti ricoverati in reparti di terapia intensiva sono oggi 2.635 (ieri erano 2.722).

    Per restare alla sola Lombardia, i tamponi effettuati sono stati 8.824 e i pazienti in terapia intensiva sono diminuiti di 25 rispetto a ieri e sono oggi 922.



    58° giorno - Sabato 18 aprile 2020

    In questo terzo sabato di aprile assistiamo all'acuirsi di uno scontro tutto italiano tra nord e sud.

    Niente di nuovo, verrebbe da dire, è sempre la stessa storia: c'è chi teme un'invasione proveniente dall'altra parte del Paese, che possa in qualche modo rompere certi equilibri faticosamente conquistati. Come al solito c'è una zona geografica che si sente superiore all'altra, che ritiene che i cittadini dell'altra possano portare malattie e disagio e vorrebbe quindi impedire a questi di entrare nel proprio territorio.

    Ma una novità c'è: è come se qualcuno avesse capovolto l'Italia come se fosse una clessidra. Ora è il sud che si erge a virtuoso – un sud incarnato dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca – e vuole evitare che il nord porti malattia e disperazione nelle sue strade. Il nord è flagellato da ormai due mesi dalla diffusione del Coronavirus mentre il sud finora ne è stato toccato solo di striscio.

    L'emergenza drammatica che è stata vissuta in città come Bergamo, Brescia e Milano – e che provoca ancora oggi decine e decine di morti, non dimentichiamolo – al sud non è arrivata.  Per capacità o per fortuna? Questo lo scopriremo solo a bocce ferme.

    De Luca è un personaggio che spesso fa sorgere in noi un sorriso per il modo con cui comunica le sue idee al pubblico. L'imitazione di Crozza ha aggiunto notorietà al personaggio, rendendolo di sicuro il politico/amministratore più famoso da Roma in giù.

    Ma le espressioni tranchant e a volte rilasciate con il chiaro intento di destare scalpore, nulla tolgono al fatto che De Luca sappia il fatto suo. Da sindaco di Salerno, in passato, è riuscito a portare la sua città in cima a tutte le classifiche di vivibilità, prima tra tutte quella della raccolta differenziata, che come lì veniva fatta forse solo a Bolzano. Da presidente della Campania sta governando con successo una delle regioni – passatemi l'espressione – più "complicate" d'Italia.

    Quando De Luca dice «Se aprite le vostre Regioni noi chiuderemo i nostri confini» non dice una bestialità. È ovvio che se in Lombardia si entra in Fase 2 mentre i morti giornalieri sono ancora nell'ordine delle 250 unità si crea il forte rischio che comincino a circolare molte persone che, anche in buona fede, si portano in giro il virus e rischiano di trasmetterlo agli altri.

    Se le attività riprendono senza il giusto supporto di strumenti anti-virus – dove sono le mascherine? ci sarà finalmente la volontà di effettuare tamponi a tappeto? i test sierologici a che punto sono? Sono previsti periodi di quarantena isolata per i contagiati leggeri e per i sospetti contagiati? – c'è davvero il rischio che la diffusione del contagio riprenda in modo violento. E che si diffonda anche dove finora è stato contenuto.

    Abbiamo un amico che lavora in Cina da qualche anno. In febbraio era venuto in Italia a trovare i suoi parenti. Quando è stato il momento di tornare in Cina, a Shanghai, anche qui da noi era ormai scoppiata la diffusione del Covid-19. Al suo ritorno, in aeroporto le autorità cinesi lo hanno preso e portato in un albergo della città adibito a luogo di accoglienza per "sospetti". Per quasi venti giorni ha vissuto in una stanza grande poco più di un letto matrimoniale, con un piccolo bagno (con il water senza sciacquone) e giusto un tavolino su cui continuare a lavorare. Nessun contatto fisico con esterni, se non con i medici che due volte al giorno lo visitavano per verificare il suo stato di salute. I pasti gli venivano forniti dallo Stato, appoggiati su una sedia all'esterno della camera. Lui apriva la porta, ritirava il pacco, mangiava e rimetteva gli avanzi sulla sedia, senza avere alcun contatto con persone. Così, per circa 20 giorni. Alla fine della quarantena, verificata l'assenza del virus, è stato "rilasciato" e ha potuto continuare la sua vita (nel rispetto delle regole anti-Corona vigenti a Shanghai).

    Questo è quello che bisogna fare per evitare che la Fase 2 torni al numero 1. A Milano il Comune ha già messo a disposizione di Regione Lombardia interi alberghi che possano essere utilizzati come luoghi di quarantena in questa direzione, ma a quanto ne so (giuro che nei prossimi giorni mi informerò meglio) non sono ancora stati utilizzati.

    La sostanza è questa: se vogliamo riprendere la nostra vita sociale, lavorativa, economica, e forse sarebbe giusto anche scolastica, dobbiamo fare in modo che questo ritorno non si trasformi in un pericoloso boomerang. Finora non c'è l'impressione che i nostri amministratori regionali – decisi fautori della ripresa in tempi stretti, quasi del tutto in contrasto con le intenzioni del Governo – stiano lavorando in questo senso. La prossima settimana sarà decisiva, in questo senso. Saremmo ben felici se, nei prossimi giorni, avremo l'occasione di cambiare idea.

    È un dato di fatto che la nostra Regione (intesa come ente amministrativo, non come popolazione) non sia stata in grado – per mille motivi, non necessariamente legati a incapacità o inadeguatezza – di fermare il contagio su buona parte del suo territorio. Che cosa fa pensare che lo sarà quando si tratterà di evitare che lo stesso contagio venga portato all'esterno, in aree geografiche più o meno lontane?

    Per questo pensiamo che in questo frangente le perplessità del sud Italia – ben rappresentato dal vulcanico presidente De Luca – siano più che comprensibili.


    Visto che è sabato, diamo un'occhiata, come facciamo ormai da settimane, ai numeri nel mondo (confrontandoli con quelli di venerdì 3 aprile scorso).



    1. USA (=)                       706.779 contagiati          erano 503.594           + 203.185
    2. Spagna (=)                 190.839 contagiati          erano 161.852             + 28.987
    3. Italia (=)                172.434 contagiati       erano 147.577          + 24.857
    4. Francia (=)                  149.130 contagiati          erano 125.942            + 23.188
    5. Germania (=)              141.397 contagiati          erano 122.855            + 18.542
    6. Regno Unito (+1)       109.769 contagiati            erano 79.841            + 29.928
    7. Cina (-1)                         83.784 contagiati           erano 83.014                  + 770
    8. Iran (=)                          80.868 contagiati            erano 70.029            + 10.839
    9. Turchia (=)                   78.546 contagiati            erano 47.029            + 31.517
    10. Belgio (=)                     37.183 contagiati            erano 28.018              + 9.165
    Seguono in classifica: Russia (36.793), Brasile (34.221), Canada (32.857), Olanda (30.619), Svizzera (27.404), Portogallo, Austria e India.

    Al di là della drammatica situazione degli USA, che fanno ormai storia a sé, la prima considerazione che ci riguarda non è positiva: la scorsa settimana Francia e Germania avevano avuto una crescita di contagi ben superiore all'Italia. In soli 7 giorni entrambi i Paesi sono riusciti, però, a dimezzare i contagi. Anche i nostri sono diminuiti ma con ritmi decisamente inferiori, anche rispetto a quelli di Spagna e Regno Unito.

    Un dato che deve far pensare il nostro Governo, anche in considerazione del fatto che quei Paesi parlano ormai di fase post-virus, forti di una condizione che ancora una volta si dimostra migliore della nostra. Rischiamo di perdere anche questo treno, se non corriamo ai ripari.

    Per il resto, in generale i numeri sono ancora in crescita, ma gli aumenti parziali scendono tutti, se si escludono quelli della Turchia e di alcuni Paesi che si affacciano nelle posizioni di rincalzo, come la Russia, il Brasile e l'India. Segno che la diffusione non è più solo una questione cinese, europea o nordamericana.

    E passiamo ai dati giornalieri, con il confronto con quelli dei tre giorni precedenti.

    Italia 
    • contagi totali: 175.925 (+3.491) / 172.434 (+3.493) / 168.941 (+3.786) / 165.155 (+2.667)
    • decessi totali: 23.227 (+482) / 22.745 (+575) / 22.170 (+525) / 21.645 (+578)
    • guariti totali: 44.927 (+2.200) / 42.727 (+2.563) / 40.164 (+2.072) / 38.092 (+962)
    Lombardia
    • contagi totali: 65.381 (+1.246) / 64.135 (+1.041) / 63.094 (+941) / 62.153 (+827)
    • decessi totali: 12.050 (+199) / 11.851 (+243) / 11.608 (+231) / 11.377 (+235)
    • guariti totali: 19.136 (+286) / 18.850 (+454) / 18.396 (+541) / 17.855 (+34)
    I decessi in Italia sono scesi sotto i 500 e in Lombardia sotto i 200! Ma perché i contagi non diminuiscono (anzi, in Lombardia continuano ad aumentare)?

    I tamponi effettuati sono stati 61.725, quasi 4mila in meno di ieri. Se vogliamo che diventino davvero una delle armi più efficaci per passare alla Fase 2 forse bisognerebbe aumentarli, non diminuirli.



    57° giorno - Venerdì 17 aprile 2020

    Ci avviciniamo a un nuovo fine settimana di clausura. Il sesto da quando è stata istituita la zona rossa, il nono da quel lontano 21 febbraio, l'inizio di tutto qui in Italia.

    In queste settimane è successo davvero di tutto. Nelle nostre abitazioni, per noi che lavoriamo da casa e abbiamo figli in età scolare, si sono perfezionate le dinamiche interne: si sono consolidate le postazioni lavoro/scuola; si sono stabiliti i turni per le faccende quotidiane: chi cucina, chi pulisce, chi stende...; ci si è organizzati con visioni serali condivise di serie tv o film, oppure ci si è organizzati perché ognuno possa vedere la propria serie preferita senza sovrapporsi alle esigenze degli altri; si va a turno a fare la spesa, si porta un po' tutti giù la spazzatura...

    Anche fuori è successo di tutto, e non basterebbe un libro per raccontarlo. Questo diario sta riportando una porzione ovviamente infinitesima di quanto accade nel mondo: solo i fatti che più ci colpiscono e riteniamo siano degni di essere ricordati. Che, in questi ultimi giorni, a nostro modesto parere, sono:
    • ieri gli Stati Uniti hanno avuto 4.591 vittime in un solo giorno, il numero più alto di sempre, mai raggiunto nemmeno dalla Cina nel suo momento peggiore. A questa cifra tremenda hanno fatto da contraltare le dichiarazioni del presidente Donald Trump: «Abbiamo superato il picco. Sulla base dei dati disponibili possiamo iniziare il prossimo fronte della nostra guerra, quello che chiamiamo la “Riapertura dell’America”. Mentre iniziamo a riaprire dobbiamo vigilare affinché venga bloccato l’ingresso del virus dall’estero. I controlli ai confini, le restrizioni sui viaggi e le altre limitazioni sugli ingressi sono più importanti che mai»
    • la media dei decessi a Bergamo, che è stata a lungo la città più colpita dal Coronavirus, è tornata ai numeri precedenti alla diffusione del virus: nei momenti più tragici era salita anche a 19 vittime al giorno, oggi siamo tornati tra 2 e 3. I numeri in discesa riguardano anche i ricoverati e i pazienti in terapia intensiva. «Diciamo che ora possiamo respirare – dicono gli operatori sanitari bergamaschi –, ma non certo abbassare la guardia»
    • la clausura forzata ha fatto diminuire in tutto il mondo i reati violenti, con l'eccezione, purtroppo, della violenza domestica. In Italia il Ministero dell'Interno a fine marzo ha fatto sapere che i tentati omicidi delle ultime tre settimane sono stati la metà rispetto a quelli dello stesso periodo del 2019, le rapine sono calate del 54,4% i furti del 67,4%, e gli incendi dolosi del 76,7%
    • i sindaci delle principali metropoli del mondo hanno nominato il sindaco di Milano, Beppe Sala, a capo della "Global Mayors COVID-19 Recovery Task Force", la task force creata dalla rete internazionale C40 Cities per gestire in comune la ripresa post emergenza Coronavirus. L'obiettivo della task force è raggiungere una ripresa economica "che permetta ai cittadini di tornare a lavorare, evitando al contempo che il degrado climatico generi una crisi ancora più grave in grado di arrestare l'economia globale e di minacciare la vita e la capacità di sostentamento delle persone"
    • il Governo italiano ha scelto la app con cui sarà possibile tracciare il contagio durante la Fase 2. Si chiama "Immuni" e sarà scaricabile in modo volontario, il suo uso non sarà dunque obbligatorio. Attraverso l'utilizzo del bluetooth l'app è in grado di verificare e tracciare tutti gli incontri avuti da una persona positiva al Covid-19, così da poter rintracciare gli eventuali contagiati e isolarli
    • i decessi ufficiali registrati nelle case di riposo per anziani italiane (Rsa) parlano al momento di ben 2.478 persone morte per Coronavirus, ma c'è chi sostiene che in realtà siano almeno il doppio o che addirittura, aggiungendo anche i casi sospetti, possano arrivare a 6mila
    • il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, ieri ha confessato di augurarsi che il caldo dia una mano alla diminuzione dei contagi: «Lo dico senza valenza scientifica ma mi auguro, e spero di non sbagliare, che il caldo rallenterà il contagio e renderà il virus meno aggressivo». Fontana ha anche aggiunto: «Se ci sono i presupposti di natura sanitaria dal mondo scientifico, dal 4 maggio o anche prima si può aprire con tutto», proponendo di spalmare il lavoro su 7 giorni invece dei 5 tradizionali, con orari di inizio diversi, così da evitare l'utilizzo troppo intensivo dei mezzi pubblici. Nel frattempo il vicepresidente della stessa Regione Lombardia, Fabrizio Sala, sempre ieri ha detto: «Siamo ancora in piena Fase 1, nella fase dell'epidemia. Prima scendiamo con il contagio prima entriamo nella Fase 2»
    • la ministra per l'Istruzione Lucia Azzolina ha confermato che le scuole resteranno chiuse, al contrario di quanto accadrà in Germania e, probabilmente, in Francia, dove verranno riaperte a maggio. Come faranno i genitori che torneranno a lavorare a gestire i figli a casa? È un problema che riguarda soprattutto i bambini più piccoli, ha risposto la ministra, aggiungendo «aiuteremo le famiglie con un’estensione del congedo parentale e del bonus baby-sitter»
    • la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ieri davanti ai deputati del Parlamento europeo riuniti in plenaria straordinaria ha dichiarato che l'Europa deve chiedere scusa all'Italia, perché «è vero che molti erano assenti quando l’Italia ha avuto bisogno di aiuto all’inizio di questa pandemia». Ma le scuse avranno valore, ha aggiunto, «solo se si cambia comportamento” e se si riuscirà a far emergere il «coraggio di difendere l’Unione europea»
    • secondo una ricerca dell'Economist, settimanale inglese di informazione politica-economica, i cittadini milanesi sono quelli che si stanno muovendo di meno, che stanno dunque osservando più di ogni altro al mondo le indicazioni del "lockdown". In base a una ricerca effettuata tra il 9 e il 21 marzo nelle principali città del mondo, a Milano c'è stato un calo degli spostamenti pari al 97% rispetto a quelli in condizioni di vita normale. A pari merito, in testa alla classifica europea, c'è Vienna (97%), seguono poi Madrid, Barcellona, Lione, Parigi e Monaco (tutte al 96%). Gli ultimi posti sono invece occupati da Londra (77%), Manchester (74%), Stoccolma e Birmingham (69%). Nel Nord America, primi posti per San Francisco (91%), New York (90%) e Boston (89%), ultimi per Seattle (82%), Vancouver (73%) e Toronto (70%). Nel resto del mondo, primato per Istanbul (89%), seguito da San Paolo (83%) e daTokyo (73%); agli ultimi posto Mosca (47%), San Pietroburgo (35%) e peggiore di tutte, Singapore (28%).

    Qualche giorno fa mi chiedevo che senso aveva continuare a pubblicare i numeri relativi a contagi, decessi e guarigioni. «Lo faccio più che atro per continuità», avevo concluso, ma ripensandoci bene c'è un altro motivo, ben più valido. 

    Lo faccio perché nel gran parlare di questi ultimi giorni di Fase 2, indagini di magistrati, competenze e incompetenze, apertura di attività e chiusura di confini, tracciabilità, test miracolosi, tamponi non fatti, mascherine scomparse, ecc. ecc. c'è il rischio di non ricordarci più perché siamo qui, rinchiusi in casa dal 9 marzo. 

    Lo siamo perché fuori si muore ancora e si lotta strenuamente contro il Coronavirus, forse il leggere i numeri ci aiuta a non dimenticarlo.

    Ecco i dati di oggi, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.


    Italia 
    • contagi totali: 172.434 (+3.493) / 168.941 (+3.786) / 165.155 (+2.667) / 162.488 (+2.972)
    • decessi totali: 22.745 (+575) / 22.170 (+525) / 21.645 (+578) / 21.067 (+602)
    • guariti totali: 42.727 (+2.563) / 40.164 (+2.072) / 38.092 (+962) / 37.130 (+1.695)
    Lombardia
    • contagi totali: 64.135 (+1.041) / 63.094 (+941) / 62.153 (+827) / 61.326 (+1.012))
    • decessi totali: 11.851 (+243) / 11.608 (+231) / 11.377 (+235) / 11.142 (+241)
    • guariti totali: 18.850 (+454) / 18.396 (+541) / 17.855 (+34) / 17.821 (+343)
    I tamponi eseguiti in tutta Italia, tra ieri e oggi, sono stati 65.705.

    Non riusciamo a scollarci da questi numeri, siamo sempre lì, un po' su e un po' giù. In Lombardia, ancor più che nel resto d'Italia. Attenti a non cantar vittoria troppo presto.

     

    56° giorno - Giovedì 16 aprile 2020

    Si parla sempre più del "dopo". Nelle chat tra amici e parenti circolano documenti, non si sa quanto attendibili, che ipotizzano date future legate ai vari passaggi alla normalità. Un brivido corre lungo la schiena quando si leggono riferimenti al 2021, ma non a gennaio o febbraio del prossimo anno, ben oltre.

    È difficile e pericoloso fare oggi ipotesi sul "quando" si potrà tornare a vivere in modo abbastanza normale, in un momento in cui il numero delle persone decedute fatica a scendere in modo costante. Tutti parlano di Fase 2, ormai, il pensiero fisso è su che cosa fare per cercare di rimettere un po' in sesto la produzione e tornare alla riapertura di buona parte delle attività. Nessuno, però, al momento sa quando e quanto questa fase sarà attuabile.

    Si è sempre detto che dal momento che l'Italia è stata la prima a essere contagiata – dopo poche nazioni come la Cina, la Corea del Nord, l'Iran – sarà gioco forza anche la prima a uscire da questa situazione, aspetto che dovrebbe ridarci un certo vantaggio nel confronto degli altri Paesi, che sono arrivati dopo. Ma ora la paura è di non riuscire a essere i primi: già le altre nazioni stanno mettendo a punto piani di ritorno più sviluppati dei nostri e questo crea in noi cittadini che leggiamo i giornali e guardiamo la tv un po' di stupore, insicurezza, rabbia.

    Ma vale davvero la pena stare ad ascoltare gli altri e farsi condizionare dai loro proclami? Gli altri sono quelli che professavano l'immunità di gregge, che mandavano la gente a votare nei primi giorni di espansione del virus, che non chiudevano gli stadi per le partite di calcio, che sostenevano si trattasse di una semplice influenza anche quando da noi già si contavano i morti a decine...

    Per quanto riguarda questa vicenda, nessuno, in nessun angolo del mondo, ha le risposte certe in tasca. Nemmeno gli scienziati, che in base al loro sapere possono ipotizzare scenari di diffusione del contagio ma non possono certo (né vogliono) predisporre piani di ripresa che contano mille sfaccettature: economiche, politiche, sociali, psicologiche, sostenibili...

    Cerchiamo di ragionare con la nostra testa – parlo ovviamente a livello di Governo centrale – mantenendo le buone cose fin qui fatte e facendo tesoro degli errori fin qui commessi. Non cerchiamo di rincorrere e scimmiottare, male, gli annunci degli altri, manteniamoci lucidi e "sul pezzo" e facciamo prendere le decisioni alle persone più sagge, esperte e concrete che abbiamo a disposizione (sperando che ce ne siano almeno due o tre in tutto il Paese).

    I dati delle 18, paragonati a quelli dei tre giorni precedenti:

    Italia 
    • contagi totali: 168.941 (+3.786) / 165.155 (+2.667) / 162.488 (+2.972) / 159.516 (+3.153)
    • decessi totali: 22.170 (+525) / 21.645 (+578) / 21.067 (+602) / 20.465 (+566)
    • guariti totali: 40.164 (+2.072) / 38.092 (+962) / 37.130 (+1.695) / 35.435 (+1.224)
    Lombardia
    • contagi totali: 63.094 (+941) / 62.153 (+827) / 61.326 (+1.012) / 60.314 (+1.262)
    • decessi totali: 11.608 (+231) / 11.377 (+235) / 11.142 (+241) / 10.901 (+280)
    • guariti totali: 18.396 (+541) / 17.855 (+34) / 17.821 (+343) / 17.478 (+312)

    Calano le morti quotidiane e calano i ricoverati nelle trapie intensive, che oggi sono 2.936, 143 meno di ieri. Oggi è stato fatto il record di tamponi dall'inizio dell'emergenza per Covid-19: 60.999, forse per questo è aumentato sensibilimente anche il conteggio parziale dei contagiati.

    La Lombardia non respira ancora, i numeri rimangono per lo più invariati rispetto a ieri e all'altro ieri, anche se c'è la buona notizia dei 42 pazienti in meno ricoverati nei reparti di terapia intensiva. La provincia di Milano è diventata quella con il maggior numero parziale di contagiati, tra ieri e oggi 277 (102 in città).

    Tutte le morti causate dal Coronavirus ci intristiscono, nel mondo sono diventate ormai quasi 140mila. Tra loro oggi, si è aggiunto anche Luis Sepúlveda, il 70enne scrittore cileno che era ricoverato in Spagna già dalla fine di febbraio. E ci sono anche i 127 medici morti in Italia dall'inizio dell'emergenza, una strage davvero inaccettabile.



    55°giorno - Mercoledì 15 aprile 2020

    Mentre fuori le polemiche impazzano – qui in Lombardia c'è materiale per discutere almeno per i prossimi 10 anni – oggi voglio restare un po' nel nostro piccolo mondo casalingo e protetto e parlare solo di quello.

    O, meglio ancora, vorrei parlare delle sensazioni che la condizione anomala in cui ci troviamo ormai da quasi due mesi sta destando in me.

    Penso alla strana sensazione che provo quando passo davanti a uno specchio e mi vedo con i capelli più lunghi del solito. Che è la stessa che provo quando vedo i miei famigliari, anche loro con capigliature più evidenti.

    È come se la natura, la nostra animalità, in questo momento stesse prendendo il sopravvento sulle nostre "maschere sociali". Peccato solo che in televisione, con i personaggi che vi appaiono – presentatori, politici, amministratori, esperti vari – questo non accada: lì si sottopongono a sedute con parrucchieri e truccatori prima di andare in onda. Il distacco tra noi, cittadini di tuti i giorni, e il mondo dell'apparenza sta aumentando vistosamente.

    Penso alla strana e piacevole sensazione che provo quando mi affaccio alla finestra o vado sul balconcino e saluto i dirimpettai – una simpatica e giovane coppia – come se fossero vecchi amici. Abito in questa casa ormai da vent'anni e non ho mai avuto occasione di conoscerli, anzi, non li avevo proprio mai notati. I flash mob della prima ora ci hanno uniti e ci hanno resi complici di un'avventura che ci ha colti tutti all'improvviso ma ci ha anche avvicinati gli uni agli altri.

    Penso alla strana sensazione che provo quando in strada passa un'autoambulanza a sirene spiegate. Subito il pensiero va a chi sta per essere trasportato probabilmente in un reparto di terapia intensiva. Mi si stringe il cuore a pensare a quella vita sospesa, alla sua sofferenza, alla preoccupazione dei suoi famigliari.

    Penso alla strana sensazione che provo quando sento vociare in strada. Sta succedendo qualcosa? C'è un problema? Qualcuno che sta male o qualcuno che sta protestando per come stanno andando le cose? No, sono solo persone che si sono incontrate e stanno parlando tra loro. Hanno la mascherina e per questo tendono ad alzare un po' la voce. Poi senza il rumore di fondo dei motori delle auto ogni suono che proviene dalle nostre vie viene ingigantito.

    Penso alla strana sensazione che provo quando cammino verso il supermercato, quel senso di spazio enorme attorno a me, così imponente e luminoso, e quello strano muoversi per conto loro delle gambe, che non sono quasi più abituate a una camminata protratta per qualche centinaio di metri.

    Penso alla strana sensazione che si prova quando per strada, con i sacchi della spesa, incontriamo amici o vicini di casa. All'inizio facciamo fatica a riconoscerli, dietro la mascherina. Poi ci si ferma a distanza, si scambiano quattro battute e via, dopo un veloce scambio di occhiate indagatrici l'uno sull'altro, con la difficoltà di non capire le espressioni per l'impossibilità di vedere eventuali smorfie, sorrisi, forse anche boccacce...

    Ecco i dati giornalieri di oggi, come sempre paragonati a quelli dei tre giorni precedenti.

    Italia 
    • contagi totali: 165.155 (+2.667) / 162.488 (+2.972) / 159.516 (+3.153) / 156.363 (+4.092)
    • decessi totali: 21.645 (+578) / 21.067 (+602) / 20.465 (+566) / 19.899 (+431)
    • guariti totali: 38.092 (+962) / 37.130 (+1.695) / 35.435 (+1.224) / 34.211 (+1.677)
    Lombardia
    • contagi totali: 62.153 (+827) / 61.326 (+1.012) / 60.314 (+1.262) / 59.052 (+1.460)
    • decessi totali: 11.377 (+235) / 11.142 (+241) / 10.901 (+280) / 10.621 (+110)
    • guariti totali: 17.855 (+34) / 17.821 (+343) / 17.478 (+312) / 17.166 (+343)
    Mentre in Italia e in Lombardia tutti i dati sono volti al positivo (a parte i guariti lombardi, ma sembra un numero troppo strano per sserevero), nel milanese il parziale dei contagi sale ancora: sono 325 – 144 nella sola città – mentre ieri erano 189.

    Che non si dica, però, che è colpa dei milanesi: basta affacciarsi alla finestra per capire che qui non circola nessuno, se non per necessità.



    54° giorno - Martedì 14 aprile 2020

    E anche Pasqua è passata. Lo conosciamo tutti il detto che finisce con "...Pasqua con chi vuoi". Quest'anno non è stato così, ma per certi versi questa emergenza ha contribuito a unire le famiglie e i gruppi di amici, più che a dividerli.

    Certo, fisicamente ognuno è rimasto a casa sua, chiuso tra le quattro mura del proprio mondo emergenziale. Ma i contatti con le persone lontane, o vicine ma giocoforza rintanate nelle proprie abitazioni, ci sono stati e, anzi, forse sono stati anche superiori a quelli degli anni scorsi.


    C'è chi è andato sotto le finestre degli anziani parenti a fare loro gli auguri (glielo concediamo, questo, no?), chi ha fatto lunghe telefonate, c'è chi si è collegato con le video chiamate e chi ha spedito fiori per regalare un momento di conforto a chi si è trovato a trascorrere in solitudine questo giorno di festa.

    E non solo questo. Il non poter pranzare insieme ha anche ingegnato le persone, qui in città, che in alcuni casi si sono scambiate regali culinari da mettere sulle proprie tavole nei giorni di festa. C'è chi ha fatto i biscotti, chi la pastiera, chi ha pensato a una bottiglia di spumante e lo ha condiviso con parenti e amici. Tutto circolato grazie al supporto dei driver, i ragazzi in bicicletta che sono diventati ormai i proprietari delle strade. Un lavoro prezioso, il loro, che oggi più che mai deve essere protetto e valorizzato.

    Abbiamo dovuto abbandonare momentaneamente il contatto fisico, questo è vero, ma questo non ha intaccato la nostra voglia di condividere momenti di relax con le persone che ci sono care. Gli aperitivi via chat con gli amici, ad esempio, non sono certo come quelli vissuti nei bistrot in Porta Venezia, ma consentono di chiacchierare e scambiarsi opinioni e sensazioni come se ci si trovasse davvero nello stesso posto.

    Grande è il desiderio di chiacchierare con gli amici, come dimostrano le tante chat create e condivise, anche tra persone che in genere non si parlano per lungo tempo. Magari che si scrivono costantemente, ma senza vedersi. Oggi invece c'è proprio l'esigenza di guardarsi negli occhi e condividere gesti, sguardi, sorrisi e, perché no, risate.

    Ha ancora senso mostrare i dati ufficiali? Ce lo chiediamo sempre più, visto che sono falsati da vari fattori: il numero dei tamponi eseguiti, i decessi avvenuti al di fuori degli ospedali e quindi non registrati, la non presa in considerazione di coloro che sono contagiati e non sono ricoverati ma sono lasciati nelle proprie case o nelle case di cura, i contagiati "nascosti", cioè quelli mai verificati...

    Se continuiamo a pubblicarli è più per un senso di continuità che altro. Vediamo quelli di oggi, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

    Italia 
    • contagi totali: 162.488 (+2.972) / 159.516 (+3.153) / 156.363 (+4.092) / 152.271 (+4.694)
    • decessi totali: 21.067 (+602) / 20.465 (+566) / 19.899 (+431) / 19.468 (+619)
    • guariti totali: 37.130 (+1.695) / 35.435 (+1.224) / 34.211 (+1.677) / 32.534(+2.079)
    Lombardia
    • contagi totali: 61.326 (+1.012) / 60.314 (+1.262) / 59.052 (+1.460) / 57.592 (+1.544
    • decessi totali: 11.142 (+241) / 10.901 (+280) / 10.621 (+110) / 10.511 (+273)
    • guariti totali: 17.821 (+343) / 17.478 (+312) / 17.166 (+343) / 16.823 (+543).
    A Milano, oggi, solo 57 nuovi contagi. Il resto si commenta da sé, la situazione è quella che si sta ripetendo da vari giorni: un leggero calo di decessi e contagi cui fa seguito un leggero incremento in un continuo saliscendi caratterizzato, però, da ancora troppi decessi giornalieri.

    Per quanto riguarda l'Ospedale Fiera Milano, di cui stiamo seguendo le sorti ormai da qualche giorno, l'Assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera oggi ha detto: «Fortunatamente non è servito a ricoverare centinaia di persone e di questo siamo contenti»

    Siamo tutti contenti che i 21 milioni di euro (o poco meno) spesi per metterlo in piedi non stiano servendo per curare malati – al momento sembra che ce ne siano ricoverati solo una dozzina a fronte dei 600 ipotizzati iniziali – ci mancherebbe. Solo, pensiamo a tutto quello che con la stessa cifra si sarebbe potuto fare per sostenere attivamente chi si trova a combattere a mani nude contro il Coronavirus

    Per esempio recapitare mascherine nelle case di tutti i lombardi con continuità, invece di distribuirle con ondate spot, che si esauriscono in pochi minuti e non si sa nemmeno dove siano andate a finire. O, altro esempio, rafforzare la macchina dell'esecuzione dei tamponi, che sta andando ancora troppo a rilento e che è fondamentale per poter entrare nella tanto agognata Fase 2. O, ancora, fornire un sostegno alle famiglie che sono in difficoltà economica per la chiusura di buona parte delle attività commerciali.

    In 2 minuti ci sono venuti in mente tre modi migliori di spendere tutti quei soldi. Siamo sicuri che amministratori, tecnici, politici che governano la Regione Lombardia se si impegnassero riuscirebbero a trovarne altrettanti, forse anche qualcuno di più...



    53° giorno - Lunedì 13 aprile 2020

    È Pasquetta, niente gite fuori porta, oggi, a meno che non si intendano quelle fatte sul pianerottolo di casa.

    La mia attenzione di oggi è dedicata al concerto che Andrea Bocelli ha tenuto ieri, giorno di Pasqua, al Duomo di Milano.

    Emozione e orgoglio, queste le due sensazioni che ho provato guardando e ascoltando il concerto riprodotto in diretta su Youtube.


    Emozione nel vedere questo uomo solo e piccolo, nella maestosità della cattedrale milanese, nel sentire la sua voce potente e immensa, capace di portare un messaggio d'amore, di fede, di speranza e di pace in ogni angolo del mondo.

    Orgoglio nel pensare che questo discorso senza confini, senza pregiudizi, senza conflitti sia partito proprio da Milano, dalla nostra città, che ancora una volta ha saputo essere al centro del mondo con la dignità e l'eleganza che le sono proprie.

    Grazie al nostro sindaco Beppe Sala, grazie all'Arcidiocesi milanese, per averci riforniti di un'ulteriore dose di forza morale per affrontare i giorni duri di emergenza che ancora ci aspettano.


    I dati delle 18, col confronto ai tre giorni prima.

    Italia 
    • contagi totali: 159.516 (+3.153) / 156.363 (+4.092) / 152.271 (+4.694) / 147.577 (+3.951)
    • decessi totali: 20.465 (+566) / 19.899 (+431) / 19.468 (+619) / 18.849 (+570)
    • guariti totali: 35.435 (+1.224) / 34.211 (+1.677) / 32.534(+2.079) / 30.455(+1.985)
    Lombardia
    • contagi totali: 60.314 (+1.262) / 59.052 (+1.460) / 57.592 (+1.544) / 56.048 (+1.246)
    • decessi totali: 10.901 (+280) / 10.621 (+110) / 10.511 (+273) / 10.238 (+216)
    • guariti totali: 17.478 (+312) / 17.166 (+343) / 16.823 (+543) / 16.280 (+574).
    In Lombardia aumentano i decessi quotidiani ma diminuiscono i contagi rispetto a ieri, anche se da Regione Lombardia fanno sapere che questo potrebbe essere dovuto al fatto che il numero dei tamponi effettuati, 5.260, è stato inferiore rispetto a quello dei giorni precedenti.

    Poche notizie, ancora, sull'Ospedale Fiera Milano: sembra che i pazienti ricoverati siano ora 6. Il problema del non decollo di questo centro ospedaliero pare essere la difficoltà a reperire personale sanitario, ovviamente tutto impegnato negli altri ospedali. L'80% del personale che vi è finora impiegato – circa 50 persone tra medici, infermieri, tecnici radiologi e di laboratorio e personale amministrativo – sarebbe al momento "preso in prestito" dal Policlinico, ospedale che ha in carico la gestione del nuovo centro di terapia intensiva della Fiera. Solo il 20% sarebbe "nuovo", cioè reclutato attraverso bandi della Regione e della Protezione civile.



    52° giorno - Domenica 12 aprile 2020

    È una Pasqua che nessuno si aspettava di vivere. Una Pasqua difficile, triste, complicata.

    Non voglio scrivere niente, oggi. Voglio solo riportare le parole di ieri del nostro Presidente Sergio Mattarella:



    «Ci apprestiamo a vivere domani il giorno di Pasqua. È la ricorrenza di maggior significato per la cristianità, è una festa tradizionale importante per tutti. 

    Quest'anno arriveremo in condizioni molto diverse dal consueto, penseremo ai numerosi nostri concittadini morti per epidemia, tante storie spezzate, affetti strappati, spesso all'improvviso. Per i loro famigliari e per le comunità di cui eran parte, il vuoto che essi hanno lasciato renderà questa giornata particolarmente triste. 

    Questo giorno sarà vissuto diversamente anche dai tanti malati e dai molti medici e infermieri cui si affidano e che si adoperano per la loro guarigione con generosità, mettendo a rischio sé stessi. 

    Sarà diverso per tutti. In molte lettere che ho ricevuto vengono narrate le storie di forzata solitudine che tanti stanno vivendo anche in questi giorni, abitualmente di festa condivisa.

    Comprendo bene il senso di privazione che questo produce. So che molti italiani trascorreranno il giorno di Pasqua in solitudine. Sarà così anche per me. Ma in questi giorni intravediamo tuttavia anche la concreta possibilità di superare questa emergenza.

    I sacrifici che stiamo facendo da oltre un mese stanno producendo i risultati sperati e non possiamo fermarci proprio adesso. Vorrei dire: evitiamo il contagio del virus e accettiamo piuttosto il contagio della solidarietà tra di noi.

    Non appena possibile, sulla base di valutazioni scientifiche e secondo le indicazioni che verranno stabilite si potrà avviare una graduale progressiva ripresa, con l'obiettivo finale di una ritrovata normalità. Fino a quel momento è indispensabile mantenere con rigore il rispetto delle misure di comportamento.

    Stiamo per vincere la lotta ontro il virus. O quanto meno quella per ridurne al massimo la pericolosità, in attesa di farmaci specifici e di un vaccino che lo sconfigga del tutto. Coltiviamo speranza e fiducia.

    Nella condivisione che tutti avvertiamo in questo periodo per la nostra sorte comune, desidero esprimere a tutti voi la mia più grande vicinanza, con l'augurio di una Pasqua per quanto possibile serena».

    Aggiungo solo i numeri delle 18, col confronto ai tre giorni prima.

    Italia 
    • contagi totali: 156.363 (+4.092) / 152.271 (+4.694) / 147.577 (+3.951) / 143.626 (+4.204)
    • decessi totali: 19.899 (+431) / 19.468 (+619) / 18.849 (+570) / 18.279(+610)
    • guariti totali: 34.211 (+1.677) / 32.534(+2.079) / 30.455(+1.985) / 28.470(+1.979)
    Lombardia
    • contagi totali: 59.052 (+1.460) / 57.592 (+1.544) / 56.048 (+1.246) / 54.802 (+1.388)
    • decessi totali: 10.621 (+110) / 10.511 (+273) / 10.238 (+216) / 10.022 (+300)
    • guariti totali: 17.166 (+343) / 16.823 (+543) / 16.280 (+574) / 15.706 (+559)
    Gli incrementi quotidiani di contagiati e deceduti continuano a scendere. Bene, andiamo avanti così.


    51° giorno - Sabato 11 aprile 2020

    In questo sabato prima di Pasqua l'impressione è che tutto si stia complicando.

    Mentre fuori il sole splende e le giornate si allungano siamo divisi tra coloro che sono costretti in casa da ormai più di un mese e coloro che lavorano con turni massacranti, spesso a rischio e pericolo della loro salute. Le poche volte che usciamo di casa è per fare lunghe code davanti ai supermercati o ai negozi di alimentari in genere.

    I numeri del contagio e delle morti cala, questo sì, ma molto lentamente e fa come la famosa lumaca dell'indovinello che di giorno scende due scalini e di notte ne risale uno. Ogni volta che ci illudiamo che il ritorno alla normalità sia dietro l'angolo i numeri ci ricacciano nello sconforto e mentalmente dobbiamo ricominciare da capo.

    I tamponi, le mascherine, i test di immunità: da una parte sentiamo in continuazione parlare di quelli che al momento sono gli unici strumenti che abbiamo a disposizione per frenare il contagio, dall'altra scopriamo che i tamponi si comincia a farli seriamente, forse, solo ora (in Lombardia), che i milioni di mascherine ufficialmente distribuiti scompaiono nel nulla, – faticavi a trovarle prima e fatichi a trovarle adesso, come funziona questa cosa? – che i test di immunità (dicono costino solo 5 euro e che diano un responso dopo un'ora!) per misteriosi meccanismi non sono ancora disponibili su larga scala.

    Si parla sempre meno delle vittime e del duro e nascosto lavoro che stanno svolgendo i medici, gli infermieri e tutte le persone che lavorano negli ospedali, in quelli tradizionali, in quelli da campo e in quelli costruiti in pochi giorni. A Milano Fiera sono stati investiti 21 milioni di euro per predisporre un presidio che è stato presentato come "il più grande centro di terapia intensiva in Italia" e che, inaugurato in pompa magna dieci giorni fa al momento, pare, ospita tre (tre!) pazienti.

    Dopo settimane e settimane di emergenza non si è ancora capito perché la Lombardia sia stata il punto del mondo di massimo contagio. Colpa dei contatti con l'estero? Colpa della sottovalutazione iniziale del problema? Colpa della negligenza con cui è stato affrontato il problema dal punto di vista organizzativo? Colpa del fatto che gli operatori sanitari e tutti i pazienti che sono passati negli ospedali non sono stati doverosamente protetti e quindi sono stati essi stessi strumenti di contagio?

    Le cronache sono piene di accuse gravi, cui prima o poi qualcuno dovrà dare risposte. La questione della Valseriana, colpevolmente non resa in modo tempestivo zona rossa; la questione delle case di cura per anziani, che all'inizio dell'emergenza sono state obbligate a ospitare persone sospette contagiate di coronavirus e che sono diventate tremendi luoghi di contagio per i poveri anziani (si contano più di 1.800 morti, peraltro non conteggiati nel novero di quelli ufficiali per Covid-19); la questione del Pio Albergo Trivulzio, dove più di 100 anziani sono morti e per cui, notizia di questa mattina, il direttore della struttura, Giuseppe Calicchio, è stato indagato con le ipotesi di reato di epidemia colposa e omicidio colposo.

    La gente che sta a casa e che non sta lavorando comincia ad avere problemi economici, oltre che psicologici. Tra Governo ed Europa negli ultimi giorni si è fatto un gran parlare di aiuti e agevolazioni da riservare a chi rischia di perdere il lavoro e a chi in questo momento fatica a mantenere la propria famiglia e rischia di vedere saltare in aria gli sforzi fatti in un'intera vita. Ma alle parole per ora non hanno fatto seguito i fatti. Gli aiuti, i soldi, servono subito. Ogni giorno di ritardo è un giorno di sconforto, di difficoltà, di rabbia in più. Difficile capire quando tutto questo non verrà più accettato supinamente, l'impressione è che non si sia tanto lontani dal punto di rottura.

    In tutto questo, l'impressione che si sta facendo sempre più strada è che, con poche eccezioni, coloro che stanno decidendo per il nostro futuro – politici e amministratori – siano per lo più non all'altezza. Abbiamo davanti a noi alcuni casi di incapacità assoluta, persone che si trovano ad affrontare problematiche mai viste prima con un background inadeguato. Accanto a loro, figure che dovrebbero rappresentare valide alternative e che invece si distinguono a loro volta per pochezza e vuotezza politica, etica e sociale.

    In mezzo a tutto questo ci siamo noi, normali cittadini che ogni giorno assistiamo a questo mostruoso teatrino seduti sul nostro divano, consapevoli che poco o niente possiamo fare, se non continuare a restare chiusi in casa e continuare a pensare con la nostra testa, senza condizionamenti e forzature che ci vengano dall'esterno, da soggetti che cercano di impossesarsi delle nostre menti solo per raggiungere o mantenere il proprio potere politico e soprattutto economico (perché alla fine sempre lì si va a finire, al portafoglio).



    Un'occhiata ai dati di giornata (confrontati, come sempre, con quelli dei tre giorni precedenti):

    Italia
     
    • contagi totali: 152.271 (+4.694) / 147.577 (+3.951) / 143.626 (+4.204) / 139.422 (+3.836)
    • decessi totali: 19.468 (+619) / 18.849 (+570) / 18.279(+610) / 17.669(+542)
    • guariti totali: 32.534(+2.079) / 30.455(+1.985) / 28.470(+1.979) / 26.491(+2.099)
    Lombardia
    • contagi totali: 57.592 (+1.544) / 56.048 (+1.246) / 54.802 (+1.388) / 53.414 (+1.089)
    • decessi totali: 10.511 (+273) / 10.238 (+216) / 10.022 (+300) / 9.722 (+238)
    • guariti totali: 16.823 (+543) / 16.280 (+574) / 15.706 (+559) / 15.147 (+649)


    Oggi i numeri non sono positivi. In Lombardia, i tamponi totali fatti finora sono 196.302 (in Italia quasi un milione), ieri ne sono stati fatti 9.977. La buona notizia è che, sempre in Lombardia, i malati in terapia intensiva sono diminuiti: in questo momento sono 1.174, ieri erano 1.202 (-47)


    E già che ci siamo, diamo un'occhiata ai numeri nel mondo (confrontandoli con quelli di venerdì 3 aprile scorso)



    1. USA (=)                       503.594 contagiati          erano 245.573           + 258.021
    2. Spagna (=)                 161.852 contagiati          erano 117.710             + 44.142
    3. Italia (=)                147.577 contagiati       erano 115.242          + 32.335
    4. Francia (+2)                125.942 contagiati           erano 59.929             + 66.013
    5. Germania (-1)            122.855 contagiati            erano 85.063             + 37.792
    6. Cina (-1)                         83.014 contagiati           erano 82.509                  + 505
    7. Regno Unito (+1)         79.841 contagiati            erano 34.192             + 45.649
    8. Iran (-1)                         70.029 contagiati            erano 53.183             + 16.846
    9. Turchia (+1)                  47.029 contagiati            erano 18.135              + 28.894
    10. Belgio (+1)                     28.018 contagiati            erano 15.348             + 12.670
    Che botta, gli Stati Uniti: in una settimana hanno più che raddoppiato il numero dei contagi, che in questo momento è più di sei volte quello della Cina, che scende sempre più in classifica e presto sarà superata anche dal Regno Unito.

    L'Italia ora come crescita dei contagi è quinta in Europa, (sesta nel mondo) con la Francia che è in vertigionosa crescita, con numeri che fanno venire la pelle d'oca, parziali di crescita mai raggiunti nemmeno nel nostro Paese.

    Nei dieci entra il Belgio ed esce la Svizzera, che si assesta all'undicesimo posto. Seguono Olanda, Canada, Brasile, Portogallo, Austria, Russia e Israele.




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