mercoledì 25 luglio 2018

Alcuni motivi per cui non mi pentirò di non avere più l'automobile

Eccoci, ci siamo. L'altro ieri ho riconsegnato il Telepass – è stato incredibilmente semplice «Buongiorno, devo riconsegnare il Telepass», «Bene, le stampo la ricevuta, grazie e buona giornata» – questa mattina restituisco l'auto che abbiamo tenuto per tre anni.

Quando uscirò dalla concessionaria, a piedi, sarò un uomo diverso, un uomo senza auto.

Sarò pentito? Credo proprio di no, negli ultimi giorni sono accaduti fatti che vanno tutti nella direzione del "vivere senza auto di proprietà è meglio".

Il mare visto dal parcheggio

Cominciamo da un paio di settimane fa. È sabato, decidiamo di passare una giornata al mare, in Liguria. Non partiamo prestissimo perché abbiamo un paio di cose da fare, in città. Quando ci immettiamo nell'autostrada per la Liguria sono già le 9 e 30. Fino a Genova tutto bene, traffico intenso ma scorrevole. Una volta imbroccato il tratto autostradale che costeggia la Riviera di Levante, però, tutto si complica. Un incidente che blocca il deflusso delle automobili ci procura un ritardo di un'ora sulla tabella di marcia.

Arriviamo nella località prescelta, ci sono i nostri amici che ci aspettano. È circa mezzogiorno, comincio a girovagare alla ricerca di un parcheggio. Niente da fare, dico a moglie e figli «cominciate ad andare in spiaggia, vi raggiungo appena trovo un posto per l'auto». La faccio breve: dopo tre giri interi del paese senza cavare un ragno dal buco mi sono piazzato dietro ad alcune macchine nel parcheggio sopra la spiaggia. «Qualcuno prima o poi se ne andrà...».
Sì, qualcuno se n'è andato, ma alle 15. Ho mangiato in auto – buonissime focacce che mi ha portato mia moglie – e ho trascorso tre ore a leggere i giornali sul cellulare, ad ascoltare la radio e a guardare il mare dal parcheggio.

Al paese in questione ci si arriva anche in treno, corsa diretta da Milano, neanche si cambia a Genova...

La "tassa" per eccesso di velocità

Quella strada l'ho fatta centinaia di volte. Viale Fulvio Testi, quante volte ci sono passato per tornare al mio paesello valtellinese? Impossibile tenerne il conto.
Per questo ci sono rimasto particolarmente male l'altro ieri, quando mi è stata recapitata una multa per eccesso di velocità proprio su quella grande arteria cittadina che conduce verso nord.
Centosessantanove euro e tre punti della patente per essere passato a 67 all'ora in un punto dove il limite è di 50. Solo che tutte le altre centinaia di volte in cui ci sono passato, in quel punto il limite era di 70 all'ora. Semplicemente è stato cambiato di recente, non me ne sono accorto e ci sono caduto come un allocco.

Al paesello ci andrò in treno, è anche capolinea, posso addormentarmi o comunque distrarmi senza avere paura di sbagliare stazione di arrivo.

L'assicurazione fai-da-te

Giusto una decina di giorni fa uscendo da un parcheggio in retromarcia mi sono appoggiato a una vettura che era parcheggiata nella fila parallela dietro la mia. Non c'era nessuno, in giro: ho lasciato il mio biglietto con scritto "Sono stato io, mi chiami al numero di telefono...".
Era la macchina di un ragazzo, mi ha raggiunto nel pomeriggio e abbiamo fatto la constatazione amichevole. Il danno era davvero piccolo, giusto un'ammaccatura al paraurti.
Dopo alcuni giorni mi chiama la mia assicurazione – un operatore a me sconosciuto perché ho un'assicurazione online – e mi chiede se voglio pagare io il danno oppure se preferisco lo faccia l'assicurazione.
Che domanda strana - penso - che cosa ho l'assicurazione a fare, se poi pago io i danni? Il fatto è che se decido di far pagare l'assicurazione, l'anno prossimo il mio premio – già il fatto che si chiami così la dice lunga sul rapporto che si crea tra assicurato e assicurazione... – aumenterà del 20%.
«Ma come – protesto – il 20% di aumento del premio per un danno da niente? Ma com'è possibile?».
«C'è scritto sul suo contratto. Deve anche tenere conto che se dovesse fare un incidente grosso, in cui provoca danni ingenti all'altro automobilista, l'aumento resterebbe comunque del 20% e lei quindi ci guadagnerebbe...».

Non intendo scucire un euro. E oggi chiamerò per bloccare il contratto, una piccola grande soddisfazione...


Leggi anche (parte 1): "Rinunciare alla macchina, la voglia sempre più forte di cambiare vita"



giovedì 19 luglio 2018

Rinunciare alla macchina, la voglia sempre più forte di cambiare vita


Si avvicina la scadenza del contratto dell'automobile che abbiamo usato in questi ultimi tre anni. Dobbiamo decidere se ritirarla o restituirla.

Ci abbiamo pensato molto, Cristina e io, e siamo arrivati a questa decisione: la restituiamo sì, e proviamo a stare senza auto almeno fino alla fine del 2018.

Senza auto per cinque mesi, tanto per incominciare. Senza spese di gestione, assicurazioni, bolli. Senza pieni, con la benzina (e il gasolio) che, senza che nessuno dica niente, aumentano sempre più. Senza cambi gomme perché arriva la neve. Senza «bisogna portarla a lavare perché fa schifo». Senza multe per divieto di sosta perché ce la siamo dimenticata sotto casa o oggi c'era il mercato. Senza multe per elevata velocità sancite da radar sempre più diffusi, vere macchine da soldi per le amministrazioni comunali. Senza specchietti da riparare, fiancate da sistemare, paraurti da sostituire perché qualcuno ti ha lasciato un "ricordo", mentre era parcheggiata, e se n'è andato senza dirti niente.

Senza auto per cinque mesi. Ce la faremo? Pensiamo di sì. Il girare in città non lo consideriamo un problema: ci sono le biciclette – le nostre e quelle del bike sharing – i mezzi pubblici, c'è il car sharing sempre più diffuso ed efficiente. Per le volte che dobbiamo uscire da Milano ci sono i treni – io quando per lavoro devo andare fuori città ci vado sempre così – e c'è la possibilità di noleggiare l'auto. Presto andremo a vedere i garage che offrono servizi di questo tipo non troppo lontano da casa nostra, per capirne le condizioni e i prezzi.

Senza auto fino a quando ne avremo voglia. Che grande libertà. Con la soddisfazione assoluta di contribuire, anche se con una piccola azione, a rendere la nostra città più vivibile, meno caotica, meno stressante, meno rumorosa, meno inquinata.

Per ora è semplicemente un grande passo per l'uomo (la nostra famiglia, composta da quattro persone) e un piccolo passo per l'umanità (la quasi totalità dei milanesi). Chissà che nei prossimi anni qualcosa cambi.

Al posto di tutti quei parcheggi, nelle vie, tante aiuole e alberi rinfrescanti, pensa come sarebbe ancora più bella, Milano...

Un'esperienza che voglio raccontare, passo passo. È quello che cercherò di fare sulle pagine di questo blog.


Leggi anche (parte 2): Alcuni motivi per cui non mi pentirò di non avere più l'automobile




mercoledì 17 gennaio 2018

Ma quale miracolo italiano, in Italia la destra vince (quasi) sempre

Ma quale nuovo miracolo italiano, se alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 dovesse vincere la destra...

L'Italia è sempre stato un Paese di destra/centro-destra, fin da quando è nata come nazione. La sinistra non ha quasi mai vinto, dalle nostre parti. E se l'ha fatto è stato per pochissimi voti o più per colpe della destra che per meriti suoi. Quando poi ha governato, spesso ha dovuto chiedere aiuto alla stessa destra per poterlo fare.

Il Partito Comunista Italiano (PCI), quello che  veniva definito come il più potente partito comunista dell'Europa occidentale, non è mai riuscito a vincere le elezioni politiche, nemmeno nel '48 dopo il ventennio fascista, nemmeno negli anni' 70 quando le battaglie nelle fabbriche, le occupazioni nelle scuole e le manifestazioni nelle piazze erano all'ordine del giorno.

Solo una una volta riuscì a battere – di un nonnulla – la Democrazia Cristiana (DC): nelle elezioni che fecero seguito alla scomparsa del suo leader Enrico Berlinguer. L'onda emotiva ebbe il suo effetto, ma quelle erano comunque elezioni europee, fossero state le politiche forse il PCI non ce l'avrebbe comunque fatta

La destra e il suo potere di attrattiva su Grillo e Renzi


È inutile nascondercelo, l'Italia è sempre stato un Paese di destra/centro-destra e lo è oggi ancor più, grazie al sapiente cavalcare di certi argomenti (immigrazione, sicurezza, addirittura difesa della razza...) da parte dei rappresentanti di Lega, Forza Italia e dei partitini loro satelliti.

Il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo lo sa bene e per questo nei proclami ci mette sempre qualcosa di destra e se deve attaccare o sbeffeggiare i suoi avversari politici lo fa di preferenza con quelli del centro-sinistra.

Lo stesso Renzi i voti, fin dall'inizio della sua avventura politica, cerca di rosicchiarli al centro-destra più moderato, ritenendo che solo da lì possano venirne di nuovi per il centro-sinistra (giochetto che per qualche tempo gli è riuscito, fino a quando il vuoto temporaneo lasciato da Berlusconi ha disorientato una frangia del suo elettorato. Ora che l'ex cavaliere è tornato, però, oltre a non guadagnarli a destra, Renzi i voti li perde a sinistra).

Tre vittorie rosicate in 23 anni

Torniamo al concetto di miracolo. Quante volte, negli ultimi anni, le elezioni politiche sono state vinte dal centro-sinistra? Andiamo a ritroso nel tempo, partendo dalle ultime:
  • nel 2013: elezioni vinte da Pier Luigi Bersani per un pugno di voti nonostante i disastri compiuti dalla coalizione retta da Silvio Berlusconi, che aveva portato alla caduta del governo nel novembre 2011 e alla formazione del governo tecnico di Mario Monti. Una situazione che avrebbe dovuto far stravincere il centro-sinistra, invece la vittoria fu rosicatissima.
  • nel 2008: vittoria schiacciante di Berlusconi contro Walter Veltroni 
  • nel 2006: Romano Prodi vinse su Berlusconi per 24mila voti (su 38 milioni), la vittoria più rosicata di sempre
  • nel 2001: vittoria netta della Casa della Libertà (Berlusconi) sull'Ulivo (Francesco Rutelli)
  • nel 1996: vittoria dell'Ulivo (Prodi) sul Polo delle Libertà (Berlusconi), maturata dal fatto che Forza Italia e Lega Nord si presentarono separate. La somma dei voti ottenuta dal Polo più la Lega avrebbe dato una vittoria più che netta al centro-destra.
  • nel 1994: la "gioiosa macchina da guerra" di Achille Occhetto fu nettamente sconfitta dal Polo dell'ex Cavaliere, sceso in campo pochi mesi prima.
Riassumendo: negli ultimi 23 anni tre piccole vittorie: due rosicate e una dovuta a un centro-destra diviso. La dimostrazione che il centro-destra vince sempre, o quasi, in Italia.

Il miracolo italiano, in sostanza, sarebbe quello della vittoria della coalizione di centro-sinistra, i numeri parlano chiaro, non mentono mai. Tutto le altre sono solo chiacchiere.

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