mercoledì 9 settembre 2015

Non ci sono più i rom (centri sociali, No Tav, terroni) di una volta

Il miracolo è avvenuto. Finalmente ci siamo liberati dei rom. Non ci sono più i rom, e nemmeno i centri sociali e i No Tav. In un men che non si dica, grazie ai migranti, ai rifugiati, ai clandestini che stanno prendendo d'assalto le nostre coste, abbiamo risolto tre grossi problemi, anzi, forse anche quattro. Perché i terroni dove vogliamo metterli, anche quelli lì sono scomparsi.

I cattivi non sono più i rom, ci avete fatto caso? Nessuna casa più svaligiata dai rom. Nessuna donna più aggredita dai rom, nessun anziano più derubato della pensione dai rom.

E le case occupate? E chi se le ricorda più. E i centri sociali? Boh... Così come quei terroristi dei No Tav che distruggevano i centri delle città, chissà che fine hanno fatto. Saranno finiti tutti a lavorare in banca.

I terroni, quelli no, erano già spariti da tempo, sono anni che non rappresentano più un problema. Oltretutto loro votano, anche, non saremo mica matti di disperdere un patrimonio tale di preferenze, oggi poi che proprio i terroni sono i più colpiti dai movimenti migratori provenienti dal sud del mondo.

I terroni? Le nuove vittime (che votano)

Ecco, i terroni oggi sono diventati vittime, proprio come i polentoni lo erano quando quelli del sud Italia invadevano il nord. Adesso gli invasi sono loro, è su loro che bisogna lavorare, per raccogliere consensi.

È una lotta tra poveri costruita ad arte, una lotta in cui a guadagnarci sono i poveri di prima, quelli che improvvisamente si trovano a risalire uno o più gradini della scala predisposta dalla propaganda incessante di politucoli da strapazzo in cerca di voti facili.

Rom, centri sociali, No Tav, terroni oggi sono un gradino sopra i migranti, che godano di questa nuova posizione, finalmente possono vivere in pace.

La scala che porta al cielo

E i migranti onesti abbiano pazienza: prima o poi arriverà qualcun altro cui verrà assegnato il gradino più basso di questa scala, quello che oggi tocca a loro. In fondo, si tratta solo di aspettare.

Vallo a dire, però, alle migliaia di persone – donne, uomini, bambini, anziani – che muoiono in mare e i cui corpi giungono senza vita sulle nostre spiagge. Per loro l'unica scala esistente, oggi, è quella che porta direttamente al cielo.

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