mercoledì 24 giugno 2015

La nuova piazza Missori strappata alle auto e restituita ai cittadini

L'inaugurazione della nuova piazza Missori
La nuova piazza Missori è dei milanesi.

L'avevamo definita "la piazza più brutta di Milano". Forse avevamo esagerato, ma che piazza Missori avesse bisogno di una sistemazione era sotto gli occhi di tutti.

Più che una piazza era un parcheggio, di auto, furgoni e scooter. Il disordine qui imperava, tra marciapiedi inesistenti, porfido dissestato e binari di tram dismessi che si incrociavano in cerca di un percorso ormai perduto da decenni.

Non veniva voglia di soffermarsi, in quella piazza: l'abitudine era ormai di attraversarla in fretta, stando attenti a non farsi travolgere, perché le auto sbucavano un po' ovunque, dando solo uno sguardo fugace e veloce al monumento al generale Giuseppe Missori.

Il generale assediato (settembre 2011)
Già, il monumento. Ormai non aveva più un suo spazio ed era anche in cattivo stato, con particolari come la spada e le redini divelti, se non del tutto mancanti.

Eccola qui, la nuova piazza Missori

Non ci speravamo, in una sua così veloce sistemazione. E invece eccola qui, la nuova piazza Missori: ordinata, pulita, vivibile, anche un po' verde. Un'altro angolo di Milano – ormai ne abbiamo perso il conto – che torna a splendere. Uno spazio che negli anni era stato posto in assedio dalle "macchine" (di qualsiasi foggia e dimensione) e che oggi, 24 giugno 2015, è stato restituito ai cittadini.

Piazza Missori, prima e dopo
Ci sono voluti alcuni mesi di intenso lavoro, ma alla fine anche questa piazza è stata riconquistata. Con tre buone notizie, tra l'altro, anche dal punto di vista economico.

La prima è che come nel caso di via Marconi – quel tratto della via che si affaccia su piazza Duomo che è stato di recente risistemato – il progetto è stato eseguito direttamente e interamente dagli uffici del Comune di Milano e non ci sono dunque state spese extra per consulenze esterne.

La seconda è che e il materiale utilizzato per la pavimentazione di questa nuova piazza Missori è tutto di "riciclo", proviene cioè dai depositi del Comune.

La terza è che lo spazio verde che fa da cornice alla piazza è stato progettato, predisposto e verrà curato a spese di un'azienda privata, la stessa che già si occupa dello spazio verde posto all'imbocco della vicina via Albricci.

Un progetto fatto in casa, dunque, che rivolge anche un occhio di riguardo al passato di questa piazza: la disposizione dei lastroni del selciato, nel lato adiacente alla carreggiata che proviene da via Mazzini, infatti, evidenzia l'angolo dell'antica Basilica di San Giovanni in Conca, abbattuta e ricostruita più volte nei secoli e scomparsa quasi definitivamente (ne rimangono alcuni resti all'imbocco di via Albricci) tra il 1948 e il 1952.

Piazza Missori, la fotostoria dei lavori di sistemazione

Ecco, qui di seguito una breve fotostoria dei lavori di sistemazione di piazza Missori.

L'imbragatura del monumento a Missori (ott 2014)

La prima fase di rimozione del selciato (ott 2014)

La piazza viene in parte transennata (ott 2014)
Attorno alle transenne la vita cittadina non si interrompe (nov 2014)
I vecchi binari del tram strappati al terreno (feb 2015)
Binari divelti e macchinari all'opera (feb 2015)
La rimozione degli ultimi lastroni di porfido (mar 2015)
Il monumento restaurato e protetto (mar 2015)

Si posa il nuovo selciato (mar 2015)

Ruspa in azione, mentre il cavallo di Missori sbircia... (apr 2015)

La piazza è aperta, qualche motociclista non ha capito bene... (giu 2015)

Missori rimesso a nuovo (giu 2015)
La banda, nel giorno dell'inaugurazione della nuova piazza (24 giugno 2015)
Uno scorcio della nuova piazza Missori (24 giugno 2015)

L'inaugurazione della nuova piazza Missori (24 giugno 2015)
L'atto ufficiale: il taglio del nastro (24 giugno 2015)

Piazza Missori, ce la ricordiamo, com'era prima?

E per chi se lo fosse già dimenticato, piazza Missori fino a pochi mesi fa era così: vai al post di Milanau che denunciava la bruttezza di questo angolo di città posto a pocchi passi dal Duomo.


giovedì 11 giugno 2015

Ode alla (mia) bicicletta rubata

Questa non l'hanno rubata, ma poco ci manca...

Com'era bella la mia bicicletta,
com'era bella, la tenevo stretta,
tutte le volte che io non la usavo
a qualche palo, oh sì, la legavo.

Avevo comprato una bella catena
con cui la cingevo con tanta lena,
e un coprisedile semilanuto
per cui sudavo, quando ero seduto.

Quando con foga io pedalavo,
il mio passaggio a tutti indicavo,
perché il pedale in continuo sfregava
sul carter che, intanto, si consumava.

Più dietro avevo un sedile piccino,
su cui portavo il mio bel bambino 
il cui peso negli anni era tosto aumentato
e il supporto, col tempo, mi aveva stortato.

Il campanello? No, non andava,
mentre il fanale non funzionava,
la ruota dietro era un po' deformata
e il parafango l'avea quasi bucata.

Poi mi accadde una grande sventura
ruppi il lucchetto, la serratura.
Per pochi minuti rimase slegata
il tempo occorrente per esser rubata.

Va bene, lo ammetto, era una bici/cesso
ma proprio per questo l'amavo lo stesso
e spero che quello che se l'è fottuta
si sia fatto, scappando, una bella caduta.




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