martedì 21 maggio 2013

Cresce sempre più
il movimento "No slot"

Un problema, una piaga sociale, che sta interessando sempre più persone. Stiamo parlando del gioco d'azzardo "legale", quello che vede tra le protagoniste le slot machine che possiamo trovare nella sala giochi aperta sotto casa o nel bar del'angolo.

Gioco d'azzardo significa tanti soldi. Tanti soldi guadagnati dallo Stato e da chi ha interessi all'interno di quel mondo – alcuni dicono ci sia anche la mafia – e tanti soldi persi da chi entra nel gorgo delle scommesse e delle slot machine e non riesce più a uscirne.

Un sistema capace di stritolare chi vi incappa, che di rado riesce a uscirne indenne. Ma, per fortuna, sempre più persone, a ogni livello, si stanno oggi rendendo conto che qualcosa deve essere cambiato, che così non si può andare avanti.

E così è nata una sorta di protesta fai-da-te, attuabile senza difficoltà da chiunque: consiste nel non andare più a bere il caffè nei bar che ospitano slot machine. E sono nati un po' ovunque movimenti no slot. Qualcuno ha anche organizzato grandi manifestazioni di sensibilizzazione, come "Cittadinanza attiva" che insieme alla "Casa del Giovane", a Pavia – una delle città più colpite da questa piaga –   ha organizzato la Marcia "No slot" per urlare un grande basta a questa escalation di degrado sociale.

Ora anche alcuni politici cominciano a interessarsi al problema. Perché ormai l'argomento è sulla bocca di tutti, sembra essere diventato finalmente popolare, da cavalcare anche da chi finora aveva avvallato in silenzio lo sviluppo dei locali pubblici con slot e l'apertura a macchia d'olio di sale giochi e sale scommesse.

Bene, comunque, l'importante è che finalmente se ne parli (e che alle parole, poi, seguano i fatti). Ed è bene che a farlo sia anche una trasmissione televisiva popolare come "Le Iene", che ha messo in campo una sua efficace campagna antislot, che vede coinvolti i sindaci di alcune grandi città italiane. Tra questi, e ne siamo contenti, c'è anche il primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia.




Che la battaglia finale sia davvero cominciata?


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