martedì 18 dicembre 2012

Scandalo rimborsi in Regione,
l'altra faccia del federalismo...

Il Consiglio regionale della Lombardia
Finalmente, forse, abbiamo scoperto qual è la vera essenza del "federalismo all'italiana". Per anni partiti politici fondati su questo unico principioLega Nord prima di tutti – ci hanno riempito la testa con concetti come «vogliamo che i nostri soldi restino al Nord», «basta farsi portare via i soldi dallo Stato», «se non ci fosse il Sud, il Nord sarebbe la nazione più ricca del mondo». Tutte frasi a effetto, pare, studiate per convincere i cittadini come il federalismo rappresenti la via migliore per poter affermare la supremazia morale, civica, economica del Nord sul resto dell'Italia. Ma gli obiettivi perseguiti, sembra di capire dalle rivelazioni degli ultimi giorni, sembrerebbero essere ben altri.

Milioni di euro in rimborsi spese

La regola primaria da applicare, in particolare, sembrerebbe essere «Non lasciare che altri prendano quello che potresti prendere tu!». Cioè: perché permettere che i nostri soldi vengano "presi" (tanto per usare un eufemismo) da quelli che stanno a Roma, quando li possiamo "trattenere" comodamente noi qui, stando in casa nostra? Un concetto che, come risulta dall'inchiesta che sta interessando il Consiglio regionale della Lombardia, sarebbe stato applicato in modo quasi perfetto in questi ultimi anni dagli esponenti politici che ne fanno parte.

Secondo quanto sostenuto dagli inquirenti, gli esponenti della maggioranza, tra i quali ci sono anche i leghisti del famoso "Roma ladrona", avrebbero applicato questa semplice norma in modo sistematico, quasi scientifico. Non contenti dei 10mila euro netti mensili del loro stipendio, in questi ultimi anni si sarebbero "mangiati" milioni di euro di rimborsi spese per comprarsi iPad, iPhone, computer; per pranzare e cenare nei migliori ristoranti della città a suon di ostriche, champagne e tartufi; per comprarsi libri, francobolli, oggetti di antiquariato; per pagarsi pranzi di nozze e viaggiare ogni giorno in taxi, anche per spostamenti personali. Tutto pagato con i soldi dei contribuenti, naturalmente. Che vuol dire: tutto a spese nostre.

Ecco perché i soldi devono restare qui, sembrerebbe dimostrare l'inchiesta della Polizia tributaria che è in corso in questi giorni. Perché così è più facile "trattenerli". A Roma c'è gente esperta in questo, che lo fa da anni, ma qui gli spazi di azione sono molto più semplici da affrontare e la gente comune, che guarda al potere centrale con sospetto, sembra essere molto più indulgente – o forse più ingenua – quando si tratta di atti compiuti da persone provenienti dalla sua stessa terra.

Non di solo Minetti si tratta

Un'ultima cosa. Il fatto che Nicole Minetti abbia comprato con i nostri soldi il libro "Mignottocrazia" (qualcuno ha detto, scherzando, che si sarebbe trattato di un aggiornamento professionale...), oltre ad avere speso centinaia di euro per cene e aperitivi, è davvero deprecabile. Ma non ci piace il giochetto che qualcuno vorrebbe mettere in campo: concentrare l'attenzione sulla consigliera che il presidente regionale Roberto Formigoni ha voluto a tutti i costi con sé (inserendola nel suo listino bloccato), perché almeno così non si parla di tutti gli altri. La Minetti già di per sé rappresenta una degenerazione del modo di fare politica portato avanti dalla maggioranza che sta per lasciare la Lombardia dopo vent'anni di potere, in relazione al suo caso non c'è bisogno di questo nuovo scandalo per aggiungere altro. 


Paolo Valentini (Capogruppo Pdl in Consiglio regionale)
Molto meno accettabile è invece il fatto che i rimborsi a suon di centinaia di migliaia di euro li abbiano chiesti i rappresentanti "normali", quelli che sono stati messi lì per sostenere gli interessi di tutti i cittadini, di quelli che li hanno votati ma anche di quelli che non la pensano come loro. Ne citiamo solo due, presi ad esempio per il ruolo che occupano all'interno del Consiglio regionale. Sono i capigruppo di Pdl e Lega Nord, Paolo Valentini e Stefano Galli. Anche loro hanno chiesto rimborsi che sono andati su tutti i giornali e che ora sono al vaglio degli inquirenti. Ci auguriamo che entrambi, come tutti i loro colleghi, siano in grado di giustificare le loro spese e che, soprattutto, possano dirsi tranquilli con la loro coscienza

Stefano Galli (Capogruppo Lega Nord in Consiglio regionale)
Perché mentre loro 
hanno speso i soldi 
dei cittadini in cene 
luculliane offerte ad 
amici e parenti, (se 
l'inchiesta dovesse 
confermare quanto 
trapelato in questi 
giorni sui giornali), 
molti di quegli stessi 
cittadini che gliele 
hanno pagate fanno 
ogni giorno i salti 
mortali per riuscire 
a dare da mangiare 
ai propri figli.



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