lunedì 22 ottobre 2012

Salviamo l'ex fabbrica
di via Altaguardia!

Sì, lo so, è inutile essere tristi, il progresso non lo si può fermare. E nemmeno le trasformazioni della città. Milano ne è da sempre soggetta, non si è mai fermata, fagocitando interi quartieri in nome della modernità.

Per questo non ci si deve sorprendere se angoli che si sono salvati per miracolo negli anni sono ancor oggi destinati a scomparire in nome della costruzione di nuove soluzioni abitative. Ancor più in una zona che oggi più che mai appare in fermento, quella Porta Romana che sembra sempre più diventare un vero quartiere/succursale dell'Università Bocconi, vera piovra gigante che sta allungando i suoi tentacoli, diretti o indiretti, su tutto ciò che la circonda. Nuove palazzine, spesso veri e propri palazzi stanno sorgendo come funghi, da queste parti, riempiendo i pochi spazi rimasti ancora liberi o addirittura prendendo il posto di vecchie strutture sopravvissute ai decenni, in alcuni casi non tenendo conto del loro valore di "testimoni" del passato.

La struttura tipica
di una vecchia fabbrica

È il caso, per venire al punto, della ex fabbrica dell'Argenteria Ganci, in via Altaguardia, angolo via San Rocco. La sua struttura è quella tipica delle fabbriche che abbondavano in questo quartiere che, tra la fine dell'800 e i primi anni del 900, era tra i più produttivi della città. I suoi mattoncini rossi, le sue finestrone protette da bellissime inferriate di ferro battuto e finemente lavorato, la parte superiore che richiama le costruzioni industriali dell'epoca e il giardino interno, ricco di vegetazione selvatica e rampicanti, ne fanno un angolo da incorniciare, da preservare a ricordo imperituro.

E invece anche quest'angolo, come tanti altri, presto se ne andrà per lasciare spazio al solito condominio con cemento a vista, grandi vetrate, finti marmi, cespugli e alberelli senza spazio per le radici, destinati a rinsecchire, e prato di tre metri per tre a dare l'impressione del rispetto per l'ambiente. Gli occupanti dell'argenteria si sono spostati infatti pochi metri più avanti, nella stessa via Altaguardia, in uno spazio moderno e più consono alle loro nuove esigenze, e la vecchia struttura è stata ceduta a un'immobiliare, che ha presentato un progetto di conversione. In questi giorni sono iniziati i lavori di bonifica, preludio di interventi sulle strutture che presto verranno.

Punto di riferimento
del quartiere

Il progetto prevede il mantenimento dei muri esterni esistenti, ci hanno assicurato i futuri costruttori. Bene, ma non possiamo fare a meno di augurarci che non si verifichi quello che capita di solito in questi casi: qualcosa va storto, ci sono "crolli di strutture rese deboli dal tempo" oppure vengono trovati cavilli, per cui della vecchia struttura non resta che un triste ricordo.

Sarebbe un vero peccato, perché la bellezza di questo quartiere, fatto ancora di botteghe, laboratori, spazi di produzione artigianale – proprio da lì parte via Vannucci, che è una delle vie più interessanti della città, da questo punto di vista – passa anche attraverso la presenza di questa muta testimone dei tempi che furono. Che, per inciso, avrebbe potuto diventare lo spazio perfetto per accogliere qualcosa di legato al mondo produttivo o culturale, come laboratori, esposizioni, mostre, ecc., assumendo un ruolo di punto di riferimento per l'intero quartiere. E invece verranno costruiti altri appartamenti, destinati a restare per lo più vuoti.

Tra pochi mesi, di tutto ciò non resteranno con tutta probabilità che poche foto, e questo, l'abbiamo detto all'inizio, ci rende inevitabilmente tristi. Anche se sappiamo che è del tutto inutile esserlo, perché il progresso non lo si può fermare. Possiamo però pretendere che chi dovrà vigilare che tutto venga fatto a regola d'arte lo faccia davvero, con la massima attenzione...



(Vuoi sapere qual è stato il destino dell'ex fabbrica di via Altaguardia? Nessuna buona notizia, purtroppo, come puoi leggere qui).



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4 commenti:

  1. Caro Lisi,
    pur condividendo pienamente tutte le tue considerazioni sulla trasformazione dello stabile sede della Ganci Argenterie, ti invito a riflettere sul titolo: in questi giorni 2 clienti hanno chiamato allarmati poiché, leggendo solo la prima parte del tuo scritto, credevano non esistessimo più. In realtà chi ha voglia di leggerti per intero capisce bene che ci siamo trasferiti, anzi, ti ringrazio per l'informazione che fai passare sul web, ma ti prego di considerare che " Salviamo l'ex Argenteria Ganci", in questi tempi, induce a pensare alla scomparsa dell'ennesima attività artigiana. La Ganci Argenterie si è trasferita, ma continua ad esistere, più bella e attiva che mai.
    Ganci Argenterie

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  2. Ovviamente chiedo scusa agli amici della Ganci Argenterie, la cui attività prosegue senza sosta nella nuova sede che, come dicono loro, "si è spostata verso il centro di qualche metro" e spero di non avergli involontariamente provocato alcun danno. Questo dimostra quanto sia importante pensare sempre almeno tre volte prima di scrivere, io questa volta l'ho fatto due volte in meno. Ho cambiato il titolo, il minimo che potessi fare... Ma, già che ci siamo, amici della Ganci, ne approfitto per chiedervi: secondo voi la vostra bella e ancora amata – lo si capisce da come ne parlate – sede si salverà?

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  3. E invece non sta andando così. Notizia di settimana scorsa che noi abitanti di via altaguardia abbiamo appena scoperto è che, ovviamente, non rimarrà più nulla.
    Hanno ovviamente trovato nelle mura portanti danni tali da non poter salvare nulla. Infatti guarda caso c'è un fantastico progetto di una palazzina a 5, ripeto cinque, piani con altri 3 piani di autosilo.

    Io non so come sia possibile in un angolo di milano dove il palazzo più alto sia di 3 piani, dare il permesso di costruire 5 piani di edificio.

    Oltretutto levando luce a tutti i palazzi limitrofi.

    Belle merde.

    Stefano G.

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  4. Solo una domanda: I consiglieri di zona che sono stati eletti per tutelare gli interessi dei cittadini del quartiere. In che modo pensano che un tale progetto giovi al quartiere? Non ci sono dubbi che sia la perdita di un edificio storico di pregio che la costruzione di un edificio nuovo assolutamente privo di buon gusto, non sono a vantaggio della cittadinanza. Allora chi ne beneficia?

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