giovedì 16 agosto 2012

Milano, impressioni d'agosto

Mattina,
ore 8 e 30. 

Colazione in un bar nella nostra zona, mai visto prima.
«Da quanti giorni siete aperti?» la domanda sorge spontanea. «Da quante ore, vorrà dire. Oggi è il nostro primo giorno», la risposta.
E' il 16 agosto, ci siamo solo noi due, nel locale, con tre persone di servizio. Ci prendiamo le brioche, ci sediamo a un tavolino sistemato proprio davanti al bancone e ordiniamo caffè d'orzo e cappuccino.
La ragazza è tra noi e il bancone e quando il suo collega dice che caffè e cappuccino sono pronti, ci dice, con gentilezza, che possiamo andarli a prendere...
Mi alzo e porto le tazze al tavolino. «Cominciano bene...», penso tra me e me (e la stessa cosa, è evidente, la pensa mia moglie, che mi sta seduta di fronte).
«E' stato di vostro gradimento?», chiede con inusitato trasporto da neobarista il cassiere, al momento di pagare. «Sì, certo» rispondiamo mentre usciamo, lasciando le tre persone di servizio da sole, forse molto felici per questi due nuovi clienti conquistati.

Pausa pranzo, ore 13 e 15.

Fame. Il mio solito baretto è chiuso. Poco male, l'occasione per scoprire qualcosa di nuovo. In una grande via vicina al mio ufficio, un bar con tavolini sul marciapiede e tanta gente seduta, soprattutto turisti stranieri. Mi siedo, ordino piadina con bresaola, caprino e rucola. Aspetto, mentre leggo le ultime news su Twitter.
Arriva la piadina. C'è la bresaola, c'è la rucola e c'è anche il brie. Io odio il brie. Me ne sto zitto, non ho il tempo di aspettare una nuova piadina e mi mangio quella che mi hanno portato. Ordino il caffè e quando la ragazza me lo porta le dico: «Guardi che io avevo chiesto caprino». Lei, con naturalezza e con il suo accento slavo, mi risponde: «Sì, ma era finito...».
Vabbè, paghiamo. Vado alla cassa, l'altra ragazza mi dice che fanno 6 euro e 50. Conto i soldi, glieli consegno e lei mi dice grazie. Momento di silenzio, i nostri sguardi si incrociano per una frazione di secondo. Lei tace, mostra di andarsene.
«Mi può dare lo scontrino, per favore», la blocco. «Sì, certo» dice lei, con naturalezza e con il suo accento dell'Est, mentre pigia i tasti della cassa.
Esco, me ne torno in ufficio.


Oggi, 16 agosto 2012, a Milano è una giornata un po' così.


#evergreen Leggi la lettera ai milanesi in vacanza pubblicata lo scorso agosto 2011 su Milanau: «Cari Milanesi che siete in vacanza, quest'anno non tornate in città...».


1 commento:

  1. Certo che aprire un bar proprio intorno a Ferragosto, non li si può lodare per il tempismo... O forse volevano solo prendere le misure :)
    Io confesso che lo scontrino mi dimentico spesso di chiederlo - il che non vuol dire che non dovrebbero farmelo. E' una dimenticanza che mi fa spesso pensare, un po' mi sento in colpa anch'io, come se la decisione spettasse a me.

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