martedì 7 febbraio 2012

Là dove c'era il muro...

Finalmente non c'è più. Finalmente è stato abbattuto il muro di via Patellani, transennato dallo scorso aprile 2011 perché pericolante. Lo si vedeva a occhio nudo che rischiava di cadere, da tempo. Era ora lo facessero, avevano pensato tutti, ma le transenne messe per evitare che i pedoni ci passassero accanto, da accorgimento momentaneo – messe per preservare i cittadini fino all'abbattimento del muro – erano ormai divenute, con grande scorno di tutti, un arredo urbano ormai definitivo.


Ce n'è voluta, per farlo abbattere. Molti i cittadini che si sono mossi. Non solo per un aspetto estetico, bisogna dirlo. Perché quella corta via collega viale Bligny alla circonvallazione di viale Beatrice d'Este. All'interno delle mura, oltrepassata la strada a scorrimento veloce, ci sono scuole, asili nido, giardinetti pubblici. Ogni giorno decine e decine di bambini, con genitori e tate erano costretti – per non dover camminare a ridosso delle transenne, praticamente in mezzo alla strada – a percorrere il vialetto che c'è in mezzo alla via (nella foto a fianco), spesso sporco oltre ogni limite, la mattina, e non sempre "ben frequentato" già con il primo calare delle tenebre. Con l'aggiunta di dover percorrere un percorso a rischio, cosparso di neve e ghiaccio, quando come in questi giorni la temperatura scende ben sotto lo zero.

E' stata dura, dicevamo. Molti hanno telefonato in Comune – quando c'era la Moratti e anche dopo, con l'arrivo di Pisapia – ottenendo solo risposte evasive, fatte di "non sappiamo", "deve chiamare l'ufficio competente", "presto interverremo", ecc. ecc. Davvero demoralizzante.

Ma, per fortuna, c'è chi non si è arreso e ha scoperto, dopo mesi di "rimbalzi" telefonici, che il muro, insieme alla struttura che gli sta a fianco, era stato venduto dal Comune già a inizio 2011... come tanti altri immobili facenti parte del "Fondo Milano 2". Per farla breve, il muro (con tutto il resto) è stato acquistato da un potente gruppo bancario (Bnl). Non vogliamo fare troppa pubblicità a colui che ha risolto la situazione - che non è andato di sicuro in cerca di quella – ma solo dire che è uno dei componenti degli EelST (e non aggiungiamo altro) e che presentandosi, come tale, a un responsabile della banca è riuscito a ottenere finalmente l'abbattimento del muro.

Insomma, tutto è bene quello che finisce bene, si diceva una volta. Anche se adesso, per favore, non lasciate il cantiere aperto per mesi, se no ci tocca ricominciare da capo...

(Leggi: quando era "vietato gigioneggiare" davanti al muro)



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