venerdì 18 novembre 2011

«Studenti, per favore,
cambiate filiale»

I cortei di studenti che ormai ogni settimana percorrono le vie della nostra città vogliono far sentire la protesta dei giovani nei confronti dei poteri forti del nostro Paese, in particolare di quello bancario. Per questo vengono prese di mira, lungo il percorso, le vetrine delle filiali di alcune banche. Quasi sempre le stesse. Con quale esito, viene da chiedersi? Forse che queste azioni siano in grado di scuotere le coscienze dei grandi e potenti dirigenti dei gruppi bancari, quelli che stanno negli uffici ai piani alti, con le poltrone superimbottite e le scrivanie di legno pregiato?

Abbiamo qualche dubbio, in proposito, Tanto che non ci stupiremmo se nella redazione di un giornale qualsiasi, tra tutti quelli che si occupano di cronaca cittadina, arivasse una lettera come quella che riportiamo qui sotto...

"Buongiorno, 

mi chiamo Maria e sono la donna che fa le pulizie nella filiale della banca di corso Italia che ormai da settimane è il bersaglio preferito dei cortei di studenti che percorrono la città.

Non so perché se la prendano soprattutto con questa banca, in particolare con questa filiale. Forse, mi hanno spiegato, perché è proprio a metà strada tra largo Cairoli, da dove partono i cortei, e il Provveditorato agli Studi, che è in via Ripamonti e rappresenta il punto di arrivo di tutte queste proteste.

Fatto sta che ogni venerdì, e l'ultima volta anche di giovedì, i ragazzi che partecipano al corteo, appena ci passano davanti, si divertono a bersagliare e imbrattare le vetrine di questa filiale con uova e vernice colorata. Poi si fermano pure a incollare fogli con slogan e a scrivere messaggi contro il sistema bancario sui vetri. Dopo il loro passaggio le vetrine sono uno schifo, e anche i marciapiedi che stanno davanti sono in condizioni pietose.

Perché scrivo per rivolgermi a questi ragazzi? Semplice, perché l'unica persona che ci perde, in tutto questo, sono io. Non i dirigenti della banca, che stanno in un altro posto e probabilmente di queste azioni non è che gliene freghi molto, né il direttore o i dipendenti della filiale, che alla fine di tutto questo ci fanno su una risata, tanto ormai sono abituati. 

No, l'unica a rimetterci sono io, che quando devo fare il mio lavoro ci metto il doppio, anzi, il triplo del tempo. E siccome non sono pagata a ore, per me è una vera sventura. Poi, un conto è pulire i vetri dalle ditate dei bambini, un altro è togliere le macchie di vernice e l'unto delle uova...

E allora vi chiedo, cari ragazzi, con tutta la gentilezza che posso, non è che potreste cambiare filiale? (Se proprio non potete fare a meno di andare in giro a imbrattare i simboli del potere bancario)

 ringraziandovi in anticipo,
vostra sciùra Maria" *




* n.b.: A scanso di equivoci, quello della sciùra Maria è un personaggio completamente frutto di fantasia


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martedì 15 novembre 2011

Muro pericolante, vietato gigioneggiare!

Capita che un giorno il marciapiede della via che percorri da sempre venga transennato e non capisci il perché. Capita che passino alcuni giorni e le transenne rimangano lì, immobili, senza che nessuno faccia niente. A quel punto cominci a chiederti il motivo della loro presenza e, domandando qua e là, scopri che quelle transenne sono state messe lì per proteggere i pedoni dal pericolo di crollo del muro che costeggia il marciapiede.

Che bello avere un'amministrazione così presente, che si preoccupa dell'incolumità dei cittadini, pensi. Capita però che, mentre lo pensi, trascorrano sei mesi senza che nessuno si preoccupi di fare niente altro. Le transenne sono lì, immobili, il marciapiede rimane inacessibile e il muro pericolante.

Via Patellani, piccola strada che conduce alle scuole

Un po' cominciano a girarti le cosiddette. Anche perché quella strada la percorri tutte le mattine con i tuoi figli, quando li porti a scuola. La piccola via in oggetto, infatti – trattasi di via Patellani, che collega viale Bligny a viale Beatrice d'Este – si trova molto vicino a un comprensorio scolastico formato da un asilo nido, una scuola materna e una scuola elementare.

E così ogni mattina vedi mamme, papà e tate che camminano in mezzo alla strada, peraltro abbastanza stretta, con grande pericolo di essere investite. E' vero, a fianco c'è un giardinetto lungo e stretto che può essere utilizzato senza pericolo – se non quello di un doppio attraversamento della strada, non facile soprattutto dalla parte di viale Bligny – ma vaglielo a spiegare alla gente che è abituata a fare un certo percorso da sempre...

Il muro demaniale di cui nessuno sa niente (o quasi)

Allora cominci a interessarti al caso. Chiedi ai vigili, che proprio su via Beatrice d'Este ogni giorno prestano servizio per permettere a bimbi e famiglie di attraversare le strisce senza essere travolti dalla furia dei frequentatori della circonvallazione interna. E chiedi anche al proprietario del locale alla moda di cui il muro costeggia il giardino. Insomma, scopri che il muro è demaniale, e che i lavori spettano al Comune. Il proprietario del locale ti dice però che sarebbe disposto a iniziare i lavori domani e a pagarli lui, se avesse il permesso per farlo. Bene, ti sembra di avere fatto un bel passo in avanti.

Ma non è così. Sensibilizzi i vigili, chiami in Comune, parli (al telefono) con un sacco di persone, ma ti ritrovi... con un pugno di trasenne in mano. Il muro resta pericolante, anche se gli operai che devono aggiornare le pubblicità che vi ci sono appiccicate hanno probabilmente libero accesso al di là delle transenne, visto che i cartelloni vengono sostituiti con assoluta regolarità. Potenza dei dané, verrebbe da dire. Ma verrebbe anche da chiedersi: lo sanno, quegli operai, che ogni volta che attaccano un nuovo cartellone rischiano la vita? E lo sanno i responsabili comunali che cosa potrebbe succedere se il muro crollasse proprio mentre queste persone svolgono il loro lavoro?

Appello agli amministratori: restituiteci quel marciapiede

E allora cerchi di coinvolgere più persone che puoi, di rendere più nota possibile questa situazione. Un padre che bazzica da protagonista il mondo dello spettacolo, ad esempio, ne ha parlato anche alla radio. Un secondo ha concretizzato l'appello ironico del primo attaccando alle transenne il cartello qui sotto riprodotto, che recita:


Insomma, noi cittadini possiamo anche cercare di gigioneggiare il meno possibile vicino a questo muro pericolante. Ma voi amministratori, per favore, ci restituite il pezzo di strada che ci è stato sottratto ormai da troppo tempo? (con annessi parcheggi, che da queste parti sono un vero patrimonio cui è davvero difficile rinunciare...).

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sabato 12 novembre 2011

#Finecorsa, la fine della corsa

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«Sic transit gloria mundi»

Ovvero: quando una frase antica ti si può ritorcere contro (ricordate quello che il nostro ex capo del governo disse commentando la morte di Gheddafi?).



Siamo giunti dunque a questo punto. E pensare che poche settimane fa la realtà appariva completamente diversa, era quella che si può vedere qui sotto... testimoniata dallo stesso murale di mano ignota comparso a fine settembre su un muro di vicolo Santa Caterina, tra corso di Porta Romana e la sede dell'Università Statale di Milano (per godere appieno dei particolari è consigliabile cliccare sulle foto per ingrandirle).



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venerdì 4 novembre 2011

Alla Scala senza privilegi

I consiglieri comunali milanesi hanno deciso di rinunciare ai biglietti omaggio per la Prima della Scala.

Gli ingressi gratuiti, circa 60, che per tradizione vengono loro riservati ogni anno in occasione dell'appuntamento artistico e mondano che si tiene nel giorno di Sant'Ambrogio verranno messi in vendita e il ricavato sarà devoluto alle popolazioni di Liguria e Toscana colpite dal maltempo.

Se dunque il 7 dicembre vorranno assistere alla prima del "Don Giovanni" mozartiano, i rappresentanti politici di Palazzo Marino dovranno comprarsi i biglietti come tutti gli altri cittadini.


Siamo contenti di abitare in questa città

Una piccola notizia – tra tutte quelle disastrose che leggiamo sui giornali in questi ultimi tempi – che fa stare bene, che fa essere contenti di abitare in questa città. Anche perché, questo è un motivo di ulteriore soddisfazione, la decisione è stata votata da tutti i consiglieri, indipendentemente dal loro colore e dal loro credo politico: per una volta non ci sono stati voti contrari e nemmeno un astenuto.

Un semplice voto che ha permesso di cogliere due obiettivi con un unico gesto: la rinuncia a un odioso privilegio e la dimostrazione di come la città di Milano sappia essere solidale con chi si trova in difficoltà.

Grazie dunque ai due consiglieri di maggioranza, Elisabetta Strada e Filippo Barberis, che hanno avanzato la proposta, grazie a tutto il Consiglio che l'ha approvata, grazie alla giunta che ha dato il suo parere favorevole e grazie anche al consigliere radicale Marco Cappato che qualche mese fa aveva per primo sperimentato questo nuovo modo di agire, rinunciando ai biglietti omaggio per il concerto di Vasco Rossi a San Siro (regalandoli a quattro fortunati fan attraverso la sua pagina di Facebook).

Gran bella cosa il vento nuovo...

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mercoledì 2 novembre 2011

L'elefantino senza bicchiere

Una tristezza. Una tristezza infinita. L'elefantino adottato da Milanau non ce l'ha fatta a giungere integro fino alla scadenza della sua esposizione – prevista tra un paio di settimane – all'angolo tra via Santa Sofia e corso di Porta Romana.

Una tentazione forte per menti poco intelligenti

Avevamo detto che, per come era stato pensato dall'artista che l'aveva creato, questo elefantino (uno dei tanti dell'iniziativa Elephant Parade) rappresentava una prova di civiltà per la nostra città. Sul suo dorso facevano infatti bella mostra di sé un fiasco di vino e un bicchiere di plastica, due elementi vulnerabili, tentazione forte per menti distruttive e poco intelligenti.

Se fosse arrivato alla fine con tutte le sue cosine a posto, ci eravamo detti, la città avrebbe dato una limpida dimostrazione di senso civico, avrebbe dimostrato di essere una città moderna, rispettosa, civile.

Prima...

Un livello di inciviltà
che toglie speranza

Purtroppo non è stato così. Questa mattina l'occhio ha immediatamente colto qualcosa di diverso dal solito: il bicchiere in plastica è sparito. E' stato spaccato, sradicato e probabilmente fatto in mille pezzi da una mano o forse da più mani idiote. Forse la notte di Halloween, o forse anche durante il giorno, in questi giorni di "ponte" e quindi di poca gente nelle strade.

Mani senza testa, quelle che hanno agito, che fanno retrocedere l'intera città a un livello di inciviltà che sembra togliere ogni speranza.

...e dopo!

Hai un bel dire...

Hai un bel dire che bisogna rendere più vivibile la nostra Milano. Combattere i parcheggi in doppia fila e sulle strisce pedonali, rispettare le piste ciclabili, non occupare senza diritto i parcheggi per disabili, non imbrattare i muri, non abbandonare schifezze sui marciapiedi, rispettare il verde, la cosa pubblica, le idee altrui... Hai un bel dire tutte queste belle cose, quando poi arriva il primo cretino e ti spacca il bicchiere dell'elefantino...

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