giovedì 30 giugno 2011

Evviva il federalismo fiscale!
(se non fosse all'italiana...)

Ho letto, ci ho anche scritto un pezzo, che quest'anno le tariffe dell'RC Auto, in tutta la provincia di Milano, aumenteranno del 3,5%. Questa volta non per "colpa" delle compagnie assicuratrici, no. L'aumento, quantificabile in media in 20 euro all'anno a carico di ciascun possessore di automobile, è dovuto a un ritocco dell'aliquota – in parole semplici la tassa – che l'ente Provincia di Milano applica a ogni contratto assicurativo di questo tipo.

«E' un aumento dovuto – ha dichiarato prontamente il presidente della Provincia, Guido Podestà –, effetto del federalismo fiscale». Un ritocco verso l'alto, ha precisato, che permetterà alla Provincia di trovare le risorse per assicurare certi servizi che sono di sua competenza, come «la creazione di nuovi asili nido (2 milioni di euro), i finanziamenti agli enti di assistenza (altri 2 milioni) e, soprattutto, la sistemazione delle strade provinciali che versano in situazioni disastrose (4 milioni)». Del resto, ha aggiunto Podestà, le Province – anche se c'è chi da tempo le ritiene inutili e dispendiose e, almeno a parole, vorrebbe "farle fuori" –, acquistano sempre più funzionalità a fronte di una forte diminuzione degli introiti provenienti dal Governo centrale di Roma.

Che bello pagare le tasse sul proprio territorio!

Bene, verrebbe da dire. Si sta attuando poco alla volta quel sistema di federalismo fiscale per cui i cittadini pagano le tasse sul loro territorio, in modo tale che i soldi raccolti vengano reinvestiti direttamente "in casa loro". Da questo punto di vista non possiamo che essere contenti di questo aumento... asili nido per tutti, assistenza assicurata, strade a posto: questa sì che è una vera rivoluzione!

Ma a questo punto una riflessione sorge spontanea. Da cittadino, non certo da economista o da esperto del settore, mi viene da pensare quello che segue. Se io, milanese, possessore di un'automobile pago 20 euro in più alla mia Provincia perché svolga certi servizi a mio favore, è perché probabilmente quei 20 euro erano fino a ieri erano spesi dal Governo e ora non lo sono più. Il Governo, insomma, si è liberato della spesa di questi miei 20 euro. Perché dunque, mentre Podestà mi chiede di aggiungerli al novero delle tasse che dovrò pagare a lui, non c'è qualcun altro (che so, il capo del Governo, o il ministro delle Finanze, o anche semplicemente un portavoce...) che, contestualmente, mi dice: «Su quest'altra tassa nazionale, naturalmente, pagherai 20 euro in meno»?

Questo sarebbe il federalismo che tutti desideriamo, immagino. Forse di difficile attuazione, e non certo presentabile in tempi brevissimi. Ma segnali di questo tipo mi fanno pensare che, alla fine dell'anno, i soldi da me spesi (per questo singolo caso) saranno 40 euro, cioè 20 euro in più di prima.

Bella cosa davvero, il federalismo fiscale (all'italiana).

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